Ispirati dall’omonima partitura di Puccini e dall’intramontabile “Histoire du Chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut” (Antoine Francois Prévost, 1731), dopo il successo di Butterfly e Carmen el Traidor, Marco Batti e Riccardo Moretti rinnovano completamente un altro titolo ormai consolidato nella memoria del pubblico teatrale: “L’histoire de Manon”.
Attualizzando ambientazione e contesto, capovolgendo intenzioni e genere dei personaggi originali, “L’autre histoire de Manon” porta in scena i sogni di gloria, le debolezze, l’affetto e le mortali dipendenze che da sempre affliggono un’umanità che, forse, ha ancora bisogno di assistere ad una grande opera per imparare la morale.
Lescaut è una giovane ragazza, orgogliosa del successo che il suo amato fratello inizia facilmente a riscuotere nel mondo della moda e dei riflettori. Manon è un giovane uomo che grazie al proprio fascino riesce ad addentrarsi nell’agognato ambiente mondano che presto si rivela a lui splendente e, al contempo, spietato e vizioso. La bella vita sotto ai riflettori presto finirà per avvicinare Manon alle persone e alle abitudini sbagliate; proprio in questo mondo, così splendente all’esterno quanto pericoloso all’interno, Manon incontrerà il Des Grieux di Batti e Moretti: uomo tenebroso e manipolatore accompagnato da una figura femminile (ora personificazione della droga e delle dipendenze, ora sua donna e complice) tramite la quale avvierà facilmente Manon al mondo della perdizione e della tossicodipendenza. Geronte, dottore della clinica di disintossicazione nella quale Lescaut fa internare il fratello non appena iniziati a dimostrare evidenti segni di dipendenza, si ricollega in modo molto intenso alla sorella di Manon come negli allestimenti precedenti; mentre Geronte cerca di salvare l’anima ormai perduta dell’amato fratello della ragazza, tra i due si inizia ad intuire un forte sentimento amoroso. Altalenante tra l’amore per la sorella e le allucinazioni dovute alle mortali sostanze di cui ormai è dipendente, un Manon ormai perso fuggirà alle cure e all’affetto della sorella per incontrare un’inevitabile fine, solo e consumato dalla droga.