Siena Free accompagna i suoi lettori verso l’appuntamento con le Elezioni amministrative del 14 e 15 maggio con una guida alla scoperta dei programmi, delle idee e delle proposte di ciascuno dei candidati a sindaco, uno al giorno. Per tutti le stesse 15 domande, per approfondire alcuni dei temi centrali per il presente e il futuro della città. Proseguiamo questo percorso con FABIO PACCIANI, candidato sindaco di Siena per le liste Sena Civitas, Per Siena, Sì Patto dei Cittadini, Civici in Comune, Siena Sostenibile, In Campo, Riscrivere Siena.
Fabio Pacciani, cosa promuovere e cosa bocciare dell’operato e della visione dell’amministrazione uscente?
“Purtroppo per Siena l’esperienza del centrodestra al governo della città è stata fallimentare per la città e soprattutto per il logoramento dei rapporti istituzionali e con la comunità. E’ stata completamente disattesa quella promessa di cambiamento che è stata tanto declamata dalla giunta De Mossi e nella quale i cittadini avevano riposto le loro speranze. Siena in questi cinque anni ha vissuto una stagione buia, fatta di prepotenza, di distribuzione degli incarichi ad amici e a piccoli gruppi di potere, di mancate opportunità.
I dati sono inesorabili e ci presentano una situazione sul piano sociale ed economico preoccupante che ha bisogno urgente di una strategia generale di rilancio e di rigenerazione. Il Comune ha il dovere di tornare a prendersi cura della città”.
Qual è il quartiere simbolo a cui guardare come simbolo della sua azione amministrativa?
“In questi dieci mesi ci siamo immersi dentro i quartieri dal centro storico alle periferie, siamo andati Strada per Strada, casa per casa, negozio per negozio senza sosta. 40 incontri vissuti a pieni polmoni con l’obiettivo per ascoltare e costruire insieme il nostro programma di governo di cui andiamo orgogliosi perché frutto della partecipazione e di un impegno vero a contatto con le persone.
Da ogni quartiere abbiamo imparato qualcosa su Siena e abbiamo compreso che la rigenerazione urbana della città deve passare dal concetto che centro storico e periferie siano la stessa cosa e meritino la stessa cura e attenzione. Decoro urbano, pulizia, aree verdi, spazi giochi per bambini, strutture sportive, eventi culturali e luoghi di aggregazione per giovani e anziani vanno garantiti in tutti i quartieri, perché solo così Siena può rinascere come luogo vivo e dall’alta qualità della vita per tutti i cittadini”.
Nel 2023 in che modo lo storico legame di Siena con Banca Mps, alla luce del mutato scenario, può evolvere in un rapporto maturo?
“Banca Monte dei Paschi vivrà dal 2023 un altro momento decisivo della sua storia plurisecolare. Di fronte agli scenari futuri il ruolo del Comune dovrà tradursi in un’azione costante di vigilanza, cercando di contribuire ad assicurare il più possibile la salvaguardia del radicamento della Banca sul territorio e del suo ruolo economico e sociale. In questo senso il mio impegno se sarò sindaco sarà quello di istituire un tavolo permanente di consultazione con Provincia e Regione sugli sviluppi della Banca e di ristabilire un rapporto di stretta vicinanza con i vertici della Banca senza alcuna forma di interferenza, ma mirato esclusivamente a una migliore conoscenza delle tematiche di comune interesse per tutelare la presenza sul territorio e l’occupazione”.
Tra l’eccellenza di alcuni settori e l’impatto sulla quotidianità dei cittadini, quali sono le sfide più importanti della Sanità senese e quali sono le proposte in campo?
“La sanità senese fa i conti con la carenza di personale, con strutture talvolta obsolete e con strumenti diagnostici e operativi che necessitano di rapida sostituzione. Credo che sia fondamentale lavorare per favorire l’erogazione di servizi migliori per i cittadini, a partire dall’abbattimento delle liste di attesa e dal potenziamento dei servizi ambulatoriali in base ai bisogni della popolazione. Occorre poi far crescere e impiegare le elevate professionalità esistenti, offrendo prestazioni specialistiche di alto livello.
Si deve infine favorire il dialogo tra l’Asl Toscana sud est e l’Azienda ospedaliera universitaria senese, che devono cooperare sinergicamente per una programmazione congiunta finalizzata a garantire continuità ai percorsi di cura (ospedale territorio) e presa in carico complessiva dei pazienti. Essenziale sarà che il Comune di Siena partecipi attivamente alla Società della Salute per offrire risposte unitarie ai bisogni sociosanitari e sociali”.
L’Università è una risorsa non misurabile solo in termini di sapere, anche ma di capitale umano e demografico. Da questo punto di vista che rapporto immagina con la città?
“L’Università degli Studi e l’Università per Stranieri sono un’immensa risorsa per Siena in termini di crescita sociale, culturale ed economica. Per questo è necessario che, insieme a una didattica di qualità, a un’offerta formativa e a una ricerca di eccellenza offerte dalle nostre Università, la città sviluppi opportunità e servizi in grado di rispondere ai bisogni degli studenti e dei giovani più in generale. Il Comune dovrà tornare a lavorare in armonia con le due università condividendo progetti finalizzati a superare quelle difficoltà e che oggi, a detta dei rettori, rendono Siena meno appetibile di altre realtà universitarie.
La capacità di attrarre studenti dipende sempre più dal contesto nel quale si collocano le università, così come dimostrano le specifiche statistiche in materia, a partire dal costo delle case. Siena può contare su una quantità considerevole di patrimonio pubblico non utilizzato, il Comune e le due Università dovranno aprire un confronto per cercare di mettere a disposizione degli studenti e delle fasce più a rischio dei lavoratori, anche attraverso nuove forme di finanza che oggi sono disponibili anche a livello regionale, un numero congruo di abitazioni durante il periodo di studi a costi calmierati”.
Quali sono le sue idee perché il Biotecnopolo sia un volano attorno a cui pensare la città del futuro?
“Il tema del Biotecnopolo sarà la vera sfida per dare un futuro occupazionale di qualità al territorio e soprattutto ai giovani. In questi mesi le istituzioni e la politica ne hanno parlato molto ma senza un’idea strategica su cosa costruire intorno al Biotecnopolo al fine di avere ricadute economiche importanti e non marginali. Per noi sarebbe importante costruire a Siena, attraverso la Regione Toscana un Distretto industriale delle scienze della vita e delle biotecnologie per dare ricchezza alla città e alla qualità del lavoro.
C’è bisogno di una realtà che unisca imprese, sistemi di formazione e ricerca, servizi e spazi industriali attrattivi. Il nostro territorio ha perso per sempre le sue secolari certezze finanziarie e occupazionali ma ha le potenzialità per avere un grande futuro, le biotecnologie, il turismo e la cultura che vanno rilanciate e ripensate in chiave strategica”.
Siena conta su un patrimonio culturale unico al mondo. Quali sono i progetti per valorizzarlo, come elemento identitario ma anche motore di sviluppo?
“L’immenso patrimonio culturale si rilancia con un approccio sistemico al territorio inteso come “un unicum” da valorizzare attraverso la condivisione dei servizi, della mobilità, della digitalizzazione degli archivi, delle biblioteche. Una progettualità in grado di produrre eventi culturali condivisi durante l’intero anno, spaziando dalla musica alla cinematografia, dall’arte alle attività teatrali, fino alle tradizioni e le eccellenze enogastronomiche. Tra le azioni necessarie riteniamo prioritarie: il recupero di importanti spazi come il padiglione Conolly e la Fortezza, intesa come ‘cittadella musicale’.
Quello a cui tendiamo è un distretto culturale evoluto che metta in rete le risorse, dia impulso alla redditualità privata e torni a far parte della Fondazione Musei Senesi. Un distretto che abbia al centro una fondazione pubblico-privata per la gestione di eventi culturali e turistici. Per noi il Santa Maria della Scala si rilancia con una politica di grande respiro dei beni culturali sul modello della Fondazione Cini, ritrovando forme di sinergie con la Pinacoteca e l’Opera del Duomo, il possibile spostamento al suo interno dell’Accademia degli Intronati ed eventualmente della Soprintendenza dei beni artistici, oltre all’acquisizione di spazi contigui come il Palazzo del Capitano per la didattica e la formazione”.
Il turismo è una ricchezza strutturale della città. Quali misure ha pensato nell’ottica della destagionalizzazione e per uscire dalle consuetudini del “mordi e fuggi”?
“Una città più vivibile e organizzata è anche una città più attrattiva e pronta ad accogliere chi viene a visitarla. Siena deve avere l’ambizione di tornare ad essere una destinazione turistica e culturale internazionale, anche intercettando risorse europee e nazionali su progetti di ampio respiro. Non parlo di turismo, concetto obsoleto, ma di turismi.
Dobbiamo lavorare per far sì che Siena diventi una meta attrattiva e in grado di intercettare diverse motivazioni di viaggio più consapevoli e meno di massa. Per farlo dovremo puntare sulle nostre molteplici eccellenze, sulla nostra identità, ma soprattutto dovremo lavorare per legare insieme attrattività, accessibilità, accoglienza, vivacità sociale e culturale. Per farlo, dobbiamo tornare a sviluppare un’azione sinergica con gli straordinari territori che ci circondano, valorizzando le peculiarità, le esperienze e progettando direttrici cardine che ci uniscono: dai cammini della Francigena ai percorsi religiosi e dello spirito, fino ai siti Unesco e il cicloturismo (Eroica e Strade bianche).
Al centro della nostra attrattività c’è senza dubbio la cultura e la nostra capacità di progettare e produrre cultura. Per questo abbiamo lanciato l’idea di organizzare una grande mostra dedicata al Sodoma di respiro internazionale e di intercettare l’opportunità del Giubileo 2025 dedicata al pellegrinaggio per valorizzare la città come meta spirituale in rete con Roma. Per programmare e organizzare in maniera sinergica cultura e turismi stiamo pensando di creare una fondazione pubblico-privata per gestire e promuovere la destinazione Siena con azioni di regia e governance del territorio e di destination marketing”.
Parlando di infrastrutture, quali sono le maggiori urgenze per far uscire Siena dal suo storico isolamento e quali sono le proposte sul tema della viabilità cittadina?
“Una città che aspira a essere attrattiva a livello internazionale ha bisogno di avere arterie stradali e ferroviarie moderne e fruibili. Decenni di governo di centrosinistra e l’ultimo mandato di centrodestra, nonostante i tanti proclami, non hanno cambiato di una virgola la situazione: Siena continua a essere isolata con l’aggravante di esserlo in un mondo che cambia, sempre più connesso e collegato.
Dovremo portare avanti un impegno concreto, in sinergia con le altre istituzioni e con le aziende che gestiscono i trasporti su gomma e su ferro, per ammodernare e programmare quelle opere di cui il nostro territorio ha bisogno. Penso all’indispensabile raddoppio e rettificazione delle linee ferroviarie Siena-Chiusi e Siena-Firenze per ridurre drasticamente i tempi di percorrenza. Penso alla non più procrastinabile realizzazione del tratto della Cassia Monteroni-Monsindoli, penso, infine alla Siena-Firenze, al raccordo autostradale Siena-Bettolle e alla Siena-Grosseto che attende da almeno 30 anni il suo completamento”.
Qual è, e perché, la sua scelta per la localizzazione della stazione Medio-Etruria dell’Alta Velocità?
“Il tema della stazione dell’Alta Velocità è divenuto tema di scontro politico e tra territori. E’ invece fondamentale che su questioni strategiche non più rinviabili come strade e ferrovie si ricerchi la massima unità e la massima collaborazione con i territori che ci circondano. Siamo una realtà che è stata penalizzata nel passato e che ha bisogno di recuperare questo gap. Tre le soluzioni in campo: Arezzo/Rigutino, Creti/Farneta e Montallese. Crediamo che l’opzione Farneta sia tra le proposte più convincenti ma credo che sia urgente lavorare per prendere una decisione finale all’insegna dell’interesse dalla comunità”.
Cos’ha in mente perché l’economia senese, che ha sempre vissuto di altro, possa diventare attrattiva anche dal punto di vista imprenditoriale per attività economiche che portino risorse e occupazione sul territorio?
“Le sfide davanti a noi sono molte e complesse, ma la sfida più grande che abbiamo è quella di rendere Siena all’altezza di realizzare le aspirazioni e i sogni dei più giovani. Dobbiamo partire dall’offerta di prospettive occupazionali, grazie alla presenza di un tessuto economico forte e variegato, ma anche dalla capacità che avremo di creare un raccordo tra mercato del lavoro e imprese.
In questo senso le nostre università giocheranno un ruolo di primo piano nell’ambito dell’alta formazione nei settori dell’economia della conoscenza, nel campo biomedicale e farmaceutico. È necessario sostenere i processi d’innovazione del mondo produttivo, attraverso sinergie tra pubblico e privato. Vanno sostenuti progetti dalle grandi potenzialità di lavoro come quello relativo all’educazione e la gestione del cavallo a terra”.
Un segno dell’equilibrio perso è l’incapacità della città di sostenere lo sport di vertice, distante oggi dai livelli precedenti all’era Monte dei Paschi. Quali idee per un rilancio?
“E’ prioritario creare un circolo virtuoso tra sport di base e sport di vertice. Dobbiamo ripartire dai fondamentali: impianti efficienti, formazione nelle scuole, educazione ai valori dello sport, ascolto e sostegno alle tantissime realtà associazionistiche e di volontariato presenti nella nostra città. Dobbiamo superare la dicotomia tra sport professionistico e di altissimo livello e sport di base. Questi due poli si tengono insieme e si rafforzano se crescono insieme.
Il Comune dovrà essere un punto di riferimento per chi opera, a vari livelli, nel mondo dello sport, coinvolgendo persone capaci, che hanno esperienza e conoscenza nel settore. Per quanto riguarda la Robur Siena va azzerata la situazione e si deve ripartire con soggetti nuovi e credibili che abbiano la fiducia della città e dei tifosi”.
Va di pari passo la decadenza sempre più evidente di stadio e palasport, impianti sportivi che fanno capo all’amministrazione comunale. Quali progetti per la loro messa in sicurezza e un ammodernamento che li trasformi da peso a risorsa?
“Dovremo trovare le risorse attraverso progetti e coinvolgendo imprenditori seri, che decidano di investire nello sport e nella nostra città. La progettualità è fondamentale, perché è da questa che si parte per ottenere fondi regionali, nazionali e internazionali. Il palasport e il Rastrello dovranno essere recuperati al cento per cento della loro funzionalità, superando le criticità strutturali che oggi presentano. Ma dovremo fare un ragionamento su tutti gli impianti, anche per evitare di dover intervenire con progetti temporanei, che non ci fanno crescere.
Ogni riferimento al Campo scuola è voluto: dopo lavori lunghissimi ci ritroviamo con una struttura ancora carente sia per chi pratica sport ad alto livello che per le scuole o i semplici appassionati. Con l’aggravante di averla ingabbiata con tornelli di cui si poteva fare a meno. Noi vogliamo andare in un’altra direzione che possiamo riassumere in: presentazione di progetti, ricerca di risorse, collaborazione con professionisti di altissimo livello”.
Come immagina che debba essere un rapporto virtuoso tra l’amministrazione e la “macchina” del Palio?
“Il meccanismo culturale che sottende il rapporto tra Contrade, Palio e città è fondamentale, perché è attraverso il rito parossistico della corsa, del vincitore e degli sconfitti, che la comunità si rigenera. Questo fatto antropologico alla base del nostro vissuto quotidiano deve essere ben chiaro in chi vive la Contrada e in chi amministra la città perché da qui discende ogni misura di governo e gestione della Festa.
Questi valori culturali e storici dovranno essere, pertanto, sempre più oggetto di confronto tra Comune, Magistrato, Consorzio per la Tutela del Palio e Comitato Amici del Palio con l’obiettivo far conoscere, anche all’esterno, le peculiarità di Siena e della sua tradizione. Il Palio e le Contrade hanno sempre avuto la capacità di adattare le loro tradizioni secolari alla contemporaneità. È questo il segreto della vitalità del rito che scandisce l’unicità di Siena.
Se è vero che il Comune è l’organizzatore del Palio, è altrettanto vero che gli attori protagonisti della Festa sono molti e con tutti loro dovremo parlare costantemente per risolvere temi e questioni aperte come il Protocollo equino e il grande tema del rapporto tra Palio e giustizia. Su quest’ultimo punto vorremmo organizzare un convegno con personaggi di alto profilo che affrontino il tema del rapporto tra giustizia ordinaria e quella paliesca, intesa come metagiuridica e fuori da questioni penali”.
Fabio Pacciani, in vista di un eventuale, probabile secondo turno, con quale delle altre sette candidature si sente assolutamente incompatibile?
“In questo momento sono solo concentrato su un obiettivo: il ballottaggio”.
Giuseppe Nigro
Elezioni Siena, le interviste ai candidati a sindaco
- Alessandro Bisogni 6 maggio (Siena Popolare)
- Elena Boldrini 7 maggio (Movimento 5 Stelle)
- Roberto Bozzi 8 maggio (Siena in Azione – Roberto Bozzi Sindaco)
- Massimo Castagnini 10 maggio (Castagnini Sindaco, Lista De Mossi, Destinazione Terzo Polo, SiAmo Siena)
- Nicoletta Fabio 12 maggio (Fratelli d’Italia, Nicoletta Fabio Sindaco, Forza Italia-Udc-Nuovo Psi, Movimento Civico Senese e Lega Salvini Premier)
- Anna Ferretti 9 maggio (Iep!, Partito Democratico, Con Anna Ferretti Sindaca)
- Emanuele Montomoli 11 maggio (Emanuele Montomoli Sindaco)
- Fabio Pacciani 11 maggio (Sena Civitas, Per Siena, Sì Patto dei Cittadini, Civici in Comune, Siena Sostenibile, In Campo, Riscrivere Siena)