Siena Free accompagna i suoi lettori verso l’appuntamento con le Elezioni amministrative del 14 e 15 maggio con una guida alla scoperta dei programmi, delle idee e delle proposte di ciascuno dei candidati a sindaco: uno al giorno. Per tutti le stesse 15 domande, per approfondire alcuni dei temi centrali per il presente e il futuro della città. Proseguiamo questo percorso con ELENA BOLDRINI, candidato sindaco di Siena per la lista del Movimento 5 Stelle.
Elena Boldrini, cosa promuovere e cosa bocciare dell’operato e della visione dell’amministrazione uscente?
“Il giudizio è globale: Siena è rimasta ferma e questo è il fallimento più grande di un’amministrazione comunale”.
Qual è il quartiere simbolo a cui guardare come simbolo della sua azione amministrativa?
“Noi guardiamo a tutta Siena, ci mancherebbe altro. Anche se ci sono effettivamente quartieri dove sarebbe più urgente intervenire, pensiamo a Taverne, dove bisogna fare subito una bonifica dell’area industriale abbandonata da molto tempo, e ricordo che il Sindaco è il tutore della salute pubblica ma da tanti anni ancora non sono riusciti a mettere in sicurezza quell’area. Non è da meno riqualificare San Miniato, dove gli scellerati interventi urbanistici nel tempo hanno portato a situazioni di abbandono e degrado. Lo stesso dicasi per Petriccio e altre zone fuori dalle mura (Costafabbri, Costalpino, ma anche Sant’Andrea e Ginestreto). In generale pensiamo che tutti i cittadini abbiano bisogno di sentire un’amministrazione vicina per tutti e 5 gli anni e non solo in campagna elettorale come invece puntualmente avviene”.
Nel 2023 in che modo lo storico legame di Siena con Banca Mps, alla luce del mutato scenario, può evolvere in un rapporto maturo?
“A questo punto si tratta di scelte che purtroppo non possono più essere esclusivamente senesi. La frittata è ormai fatta”.
Tra l’eccellenza di alcuni settori e l’impatto sulla quotidianità dei cittadini, quali sono le sfide più importanti della sanità senese e quali sono le proposte in campo?
“Un’amministrazione comunale non possiede granché strumenti di decisione ma è un enzima importante che può e deve aiutare il suo funzionamento: deve essere il difensore civico dei cittadini verso chi può realmente decidere. Le Scotte sono spesso ingolfate e vanno favorite tappe intermedie che, dal medico di base a presidi realmente operativi, possano fare da filtro che decongestionano l’ospedale e lo rendano così più efficiente. Nel nostro programma proponiamo tra le altre cose, un apposito assessorato alla Sanità che intercetti le reali necessità dei cittadini e dia loro supporto e risposte adeguate in tempi brevi”.
L’Università è una risorsa non misurabile in termini di sapere, ma di capitale umano e demografico. Da questo punto di vista che rapporto immagina con la città?
“Siena ha una delle più antiche università del mondo, a cui oggi si aggiunge una finestra verso il mondo intero con l’Università per Stranieri. Però ci sono anche altre istituzioni di alta formazione universitaria: il Conservatorio Franci e Siena Jazz. Queste istituzioni devono essere il cuore della Siena del Futuro: formazione, ricerca, consulenza, start-up ovvero il futuro dei nostri giovani”.
Quali sono le sue idee perché il Biotecnopolo sia un volano attorno a cui pensare la città del futuro?
“Se da un lato il Biotecnopolo, di cui tanto si parla in questa campagna elettorale, potrebbe essere una risorsa lavorativa in più per Siena, dall’altro lato, da un punto di vista di un Sindaco imparziale, ci sarà da capire bene se un progetto del genere garantisca la dovuta tutela in materia di sicurezza sanitaria. Vorremmo approfondire con gli esperti, la questione anche da un punto di vista normativo e tecnico prima di lanciarci in facili entusiasmi che potrebbero però portare anche a problemi ben più grandi”.
Siena conta su un patrimonio culturale unico al mondo. Quali sono i progetti per valorizzarlo, come elemento identitario ma anche motore di sviluppo?
“Servono ‘percorsi culturali’ e non il supermarket della pseudo-cultura di consumo. Un esempio tra i tanti: Siena è una delle città in cui è nata la sanità pubblica con il Santa Maria della Scala. Una Via Francigena che ne faccia tappa significa a 360° saldare sanità, accoglienza, economia, arte e farla pulsare nei cittadini senesi e in chi visita la città da fuori”.
Il turismo è una ricchezza strutturale della città. Quali misure ha pensato nell’ottica della destagionalizzazione e per uscire dalle consuetudini del “mordi e fuggi”?
“’Con la cultura si mangia’, come ci disse tra i primi lo Studio Ambrosetti con il suo coefficiente di moltiplicazione. Anche in questo caso servono idee e percorsi. Per esempio, partendo dalla tradizione della Chigiana, Siena con i suoi teatri, sale e palazzi potrebbe essere la capitale mondiale della musica e del teatro musicale rinascimentale e barocco. Avrebbe turisti da tutto il mondo che al momento vanno nelle città del Nord Europa stracolme della nostra musica”.
Parlando di infrastrutture, quali sono le maggiori urgenze per far uscire Siena dal suo storico isolamento e quali sono le proposte sul tema della viabilità cittadina?
“Linea ferroviaria diretta per Firenze e Pisa e rapida per Chiusi e Perugia. Superstrada del Palio finalmente adeguata. Cominciamo da qui e lasciamo perdere le idee su un aeroporto assolutamente inutile”.
Qual è, e perché, la sua scelta per la localizzazione della stazione Medio-Etruria dell’Alta Velocità?
“Purtroppo, le scelte che un sindaco può fare per evitare questo isolamento che Siena vive, oltre che diminuire il traffico su gomma con tutti i risvolti positivi che conosciamo, sono limitate alla capacità di far intervenire chi ha le competenze in queste materie. Considerando la clamorosa debacle della stazione di Chiusi per l’alta velocità, nonostante i proclami di chi ci governa anche a livello regionale, senza alcun dubbio bisogna intervenire subito sulle linee Siena-Firenze e Siena-Chiusi e sul raddoppio della linea ferroviaria Siena-Empoli. Costruire cattedrali nel deserto per dover poi aggiungere infrastrutture costose che saranno pronte chissà quando. Non si può più aspettare”.
Cos’ha in mente perché l’economia senese, che ha sempre vissuto di altro, possa diventare attrattiva anche dal punto di vista imprenditoriale per attività economiche che portino risorse e occupazione sul territorio?
“Il turismo culturale è una delle nostre maggiori potenzialità, ancora ben lungi dall’essere sfruttate appieno… Pensiamo anche a tutto il mondo dell’agroalimentare, del turismo sportivo e naturalistico e la lista si allunga…”.
Un segno dell’equilibrio perso è l’incapacità della città di sostenere lo sport di vertice, distante oggi dai livelli precedenti all’era Monte dei Paschi. Quali idee per un rilancio?
“Lo sport che Siena ha potuto gustare e supportare nell’ultimo ventennio è da miracolo sportivo se si pensa agli anni di Serie A per il calcio ma anche ai fasti del basket con la vincita di vari trofei italiani e la partecipazione alle Final Four di Eurolega che hanno rappresentato una vetrina a livello mondiale per la nostra città. Non ci sono più le provvidenze di un tempo, forse anche utilizzate e sperperate in malo modo o affidate in mani di gente poco capace, e quindi si tratta di ripartire con una corretta programmazione, attraendo capitali che possano essere interessati ad un rilancio.
Non bisogna comunque dimenticare le piccole realtà sportive costituite da tutta una serie di società dilettantistiche che tanto hanno fatto e continuano a fare per lo sport senese in genere. C’è necessita di impianti e di interventi e su questi bisognerà pensare ai fondi che il Coni mette a disposizione”.
Va di pari passo la decadenza sempre più evidente di stadio e palasport, impianti sportivi che fanno capo all’amministrazione comunale. Quali progetti per la loro messa in sicurezza e un ammodernamento che li trasformi da peso a risorsa?
“Sul palasport oramai da anni sono stati previsti tutta una serie di interventi. La gestione è stata sempre oculata anche da parte della Polisportiva ma come sappiamo tutti gli impianti necessitano di manutenzioni e di adeguamenti. A volte anche tecnici, cioè richiesti dalle varie affiliazioni sportive che impongono determinati standard: sicurezza, ed altro. Nell’area da anni erano stati presentati dei progetti anche in collaborazione con l’Università per Stranieri per la realizzazione di un campus: in questo caso sarà necessario riprendere i contatti e cercare di trovare una soluzione che possa portare ad una ‘risorsa’.
Sullo stadio, per anni i cittadini senesi sono stati ‘sviati’ dalla famosa realizzazione di un nuovo centro sportivo fuori e lontano dal centro della città. Anche questa progettazione in cui sono stati investiti tanti soldi anche dei cittadini per verifiche, studi o altro, non ha avuto luogo. Il calcio, in primis è fondato su “filantropi” – se così li vogliamo definire – che decidono di investire in un Territorio. Spesso purtroppo non si tratta di presidenti/tifosi e quindi è veramente difficile in questo caso poter pensare a interventi diretti di una amministrazione comunale nel capitale di una società calcistica. Senz’altro sarà possibile trovare la massima collaborazione a seguito dei progetti che potrebbero essere presentati.
In caso di spostamento dello stadio, l’area è veramente interessante e risolverebbe tanti problemi di parcheggi e di migliore vivibilità dell’area. Ma nella nostra ottica di amministrazione, per interventi del genere dovranno essere i senesi a decidere, tutti insieme, anche con lo strumento partecipativo del referendum, per esempio”.
Come immagina che debba essere un rapporto virtuoso tra l’amministrazione e la “macchina” del Palio?
“Siena è sempre stata un esempio virtuoso del rapporto tra amministrazione comunale e Contrade, quindi Palio. Ci immaginiamo che questo rapporto che già spesso in passato si è rivelato proficuo, debba continuare ad evolversi e ad essere utile per tutti i senesi. Quindi massima collaborazione, ascolto e messa in campo di tutte quelle azioni concrete che riguardano i beni comuni, in maniera più imparziale possibile, vadano a vantaggio dei cittadini tutti”.
Elena Boldrini, in vista di un eventuale, probabile secondo turno, con quale delle altre sette candidature si sente assolutamente incompatibile?
“Non c’è una classifica. Con alcuni totalmente, con altri in parte, noi ragioniamo in maniera differente. Assicuriamo soltanto, anche i nostri elettori, che chiunque diventerà sindaco, avrà il nostro appoggio se lavorerà in totale trasparenza e senza secondi fini, ma soltanto per l’interesse comune, e avrà il nostro fiato sul collo, comunque, sempre, per tutto il resto”.
Giuseppe Nigro
Elezioni Siena, le interviste ai candidati a sindaco
- Alessandro Bisogni 6 maggio (Siena Popolare)
- Elena Boldrini 7 maggio (Movimento 5 Stelle)
- Roberto Bozzi 8 maggio (Siena in Azione – Roberto Bozzi Sindaco)
- Massimo Castagnini 10 maggio (Castagnini Sindaco, Lista De Mossi, Destinazione Terzo Polo, SiAmo Siena)
- Nicoletta Fabio 12 maggio (Fratelli d’Italia, Nicoletta Fabio Sindaco, Forza Italia-Udc-Nuovo Psi, Movimento Civico Senese e Lega Salvini Premier)
- Anna Ferretti 9 maggio (Iep!, Partito Democratico, Con Anna Ferretti Sindaca)
- Emanuele Montomoli 11 maggio (Emanuele Montomoli Sindaco)
- Fabio Pacciani 11 maggio (Sena Civitas, Per Siena, Sì Patto dei Cittadini, Civici in Comune, Siena Sostenibile, In Campo, Riscrivere Siena)