Per tutti questi motivi, la nostra condizione diverge significativamente da quella studentesca, caratterizzata com’è da problematiche ed esigenze diverse e inquadrata diversamente dal punto di vista normativo.” Così l’inizio di un intervento di ADI Siena, Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia.
“Perciò, oltre a collaborare attivamente con l’associazione studentesca Link Siena (che ringraziamo per l’ascolto e il supporto continuo), fin dalla nascita della nostra associazione, nel gennaio 2020 – prosegue ADI Siena -, abbiamo cercato un’interlocuzione diretta con la governance dell’ateneo e chiesto maggiore spazio di rappresentanza negli organi dello stesso.
Riteniamo, infatti, che un’Università sana debba essere il più possibile democratica nei suoi meccanismi di governo. Il dialogo che avevamo avviato con il rettore professor Francesco Frati e il delegato del Rettore al Dottorato di ricerca, professor Pietro Lupetti, ha avuto come momenti culminanti l’incontro in presenza avuto nell’ottobre del 2020 e la co-organizzazione del Welcome Day per il XXXVII ciclo di dottorato, a dicembre 2021.
Tuttavia, abbiamo riscontrato una sostanziale noncuranza rispetto alla nostra richiesta di essere considerati per quello che siamo, ossia ricercatrici e ricercatori in formazione, non più studenti. In particolare, ci è stata negata la possibilità non solo di avere un seggio dedicato a dottorandi e post-doc in Senato Accademico, ma anche, solamente, di poter intervenire in Senato Accademico, tramite audizione nei casi in cui si parlasse di dottorato. Al contrario, ci è stato suggerito di candidarci, se vogliamo partecipare ai lavori di tale organo, ad uno dei seggi riservati alla componente studentesca. Questa mossa, però, sarebbe sia irrealizzabile dal punto di vista pratico (non foss’altro perché ci metterebbe in competizione con una categoria estremamente più numerosa della nostra), sia scorretta dal punto di vista etico, perché ciò significherebbe togliere spazio di rappresentanza ad una categoria che è già sottodimensionata nel Senato Accademico dell’Università di Siena rispetto alla componente del personale docente stabilizzato (3 seggi contro 12 riservati al personale docente).
In particolare, alla promulgazione del nuovo decreto ministeriale sul dottorato (D.M. 226/2021, 29 dicembre 2021), la nostra associazione ha chiesto di poter partecipare, almeno nella persona del nostro allora rappresentante in Consiglio Studentesco, il dottor Stefano Bargiacchi, ai lavori della commissione che doveva elaborare il nuovo regolamento di dottorato. Anche questa nostra richiesta non è stata accolta, visto che ci è stato semplicemente suggerito di sottoporre alla commissione i nostri rilievi in una memoria scritta, via mail e tramite la rappresentante degli studenti e senatrice accademica, Anna Zocco Pisana (Link Siena). I nostri rilievi sono stati trascurati da quella commissione, così come è stata trascurata dal Senato Accademico, nella seduta del 12 marzo 2022, una mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio Studentesco, in cui chiedevamo di avere voce in capitolo nell’elaborazione del nuovo regolamento di ateneo sul dottorato. Con questo atteggiamento, peraltro, il Senato ha anche violato il Regolamento stesso del Consiglio Studentesco del nostro ateneo (art. 11, comma 8), che prevede che le mozioni approvate all’unanimità da quest’ultimo debbano necessariamente essere inserite all’ordine del giorno della seduta immediatamente successiva di Senato.
Inoltre, il nuovo regolamento di ateneo è entrato in vigore il 28 marzo scorso (con Decreto Rettorale 712/2022), ma alle dottorande e ai dottorandi dell’ateneo ne è stata data comunicazione per mail solo il 13/04/2022, a ridosso delle festività pasquali, e soprattutto, senza informare la nostra associazione né altre, per quanto ne sappiamo, dimostrando ancora una volta non soltanto come l’ateneo non ci consideri un interlocutore in materia di dottorato, ma anche come le decisioni sul dottorato vengano calate dall’alto, senza coinvolgere le persone che effettivamente stanno svolgendo questo percorso nel nostro ateneo.
Da ultimo, segnaliamo come, per quanto l’Università di Siena abbia dottorati inter-ateneo con altre Università, quali quella di Pisa, il D.M. 226/2021 è stato recepito in maniera diversa, generando disparità di trattamento tra le colleghe e i colleghi. Solo per dare un esempio: recependo il testo del Decreto Ministeriale (art. 8, commi 6-7), che introduce un meccanismo ordinario di proroga del dottorato di ricerca, il nuovo Regolamento di ateneo dell’Università di Pisa (art. 1, comma 3) prevede la possibilità, per chi è attualmente al 35° ciclo (ultimo anno di dottorato), di richiedere una proroga retribuita, mentre, in base al regolamento di ateneo sul dottorato appena promulgato dall’Università di Siena (art. 13, comma 3), alle dottorande e ai dottorandi di tale ciclo è concessa solamente la possibilità di richiedere una proroga non retribuita. Questa costituisce una fonte di grave iniquità nel trattamento di persone che fanno lo stesso lavoro.
Chiediamo che la nostra voce sia ascoltata – conclude la nota di ADI Siena -, perché crediamo in un’Università democratica, in cui tutte le componenti, per quanto numericamente meno ingenti, per quanto precarie, siano ascoltate e valorizzate! Chiediamo che la voce delle dottorande e dei dottorandi dell’Università di Siena sia ascoltata perché contribuiamo alla ricerca, alla didattica, alla tenuta, insomma, di questo ateneo!”