sembra trovare la sua negazione politica nella nostra città, dove – ormai da settanta anni – un groviglio armonioso ripropone sé stesso al solo scopo di auto perpetrarsi, tentando parallelamente e con ogni mezzo di azzerare qualsivoglia opposizione”. Così un intervento di Sena Civitas.
“La pressoché totale mancanza di alternanza palesa, perciò, un’amministrazione comunale affetta, si potrebbe dire, dalla sindrome della “mamma chioccia” di modo che, come le madri, confonde le sue necessità personali con il bene dei figli.
Non è un caso, perciò, che tutte le scelte fatte sino ad oggi dall’amministrazione comunale abbiano oggettivamente ed in maniera incontrovertibile depauperato la città di ciò che aveva di più bello, prezioso e distintivo, tanto da poter dire che l’attaccamento alla poltrona è (stato) così macroscopico da costare, a noi Senesi, la (s)vendita di tutti i gioielli di famiglia.
Segue sintetico elenco della mala gestione per i meno avvezzi o più smemorati: SEI Toscana (debiti e stipendi d’oro), ATM ex Train, Papesse, Vernice (ente pagato da MPS per promuovere attività artistiche, collegato anche con l’Enoteca), Consorzio di bonifica, Comunità Montane ( trasformate, quando non potevano più sussistere per legge, in Unione dei comuni) Sansedoni spa, Fondazione MPS, la banca MPS, Mens Sana, AC Siena, Consorzio Terre Cablate, Acquedotto del Fiora spa, Siena Casa spa (ex ATER ex IACP), Enoteca Italiana e, ultima solo in ordine temporale (01/11/17), la vendita all’asta di macchinari particolarmente costosi della Siena Biotech.
La mamma chioccia sicuramente continua a pensare di avere ragione ma, sempre per citare Andreotti: «Non basta avere ragione, bisogna avere anche qualcuno che te la dà» ; che i Senesi aprano finalmente gli occhi? In fondo anche la legge Fornero, in assenza dei requisiti richiesti, dopo 70 anni e 3 mesi manda in pensione!”