Senza badare a qualunque contraccolpo sul prestigio dell’ufficio e con grande senso civico, i dirigenti della struttura sanitaria si erano rivolti ai Carabinieri della Stazione di Siena – viale Bracci segnalando la cosa. I militari dell’Arma avevano subito avviato le prime indagini, perché già da quanto riferito dai denuncianti, la dipendente di quell’ufficio dimostrava una spiccata predilezione al furto, rivolgendo il proprio precipuo interesse a soggetti deboli o presunti tali, possibilmente molto anziani e di sesso maschile.
Il primo adempimento non poteva che essere quello di convocare in caserma le due persone che si erano lamentate coi dirigenti dell’ASL, per far raccontare a verbale quanto loro accaduto. Il primo raccontava così di essersi recato a Pian d’Ovile la mattina del 10 settembre 2015 per fare una risonanza e che, mentre stava pagando la prestazione al riscuotitore automatico del piano terra, era stato avvicinato da una donna che lo aveva invitato nel suo ufficio per effettuare una verifica del PIN della tessera sanitaria. Lo aveva fatto sedere dinanzi a lei e si era fatta consegnare la tessera sanitaria e la carta d’identità. Il portafogli dell’anziano era rimasto sulla scrivania quando, all’improvviso, la donna aveva urtato il contenitore delle penne che erano cadute a terra dalla parte dell’uomo. Questi, con istintivo gesto di cortesia, si era abbassato a raccogliere le penne da terra, abbandonando il portafogli fuori dalla propria visuale. Alla fine di tale incontro, uscito da quegli ambulatori, il paziente si era recato a pagare il parcheggio per ritirare la macchina ed in tale circostanza si era reso conto dell’ammanco di 50 euro che era solito tenere in un preciso scomparto del portafoglio. Il secondo teste riferiva di un’esperienza pressoché analoga. Entrambi palesavano forti remore a voler querelare per i soli 50 euro che ci avevano rimesso.
Nel corso delle indagini i Carabinieri avevano recuperato il racconto che un testimone della seconda vicenda aveva postato su facebook: avendo udito il botto delle penne che erano cadute per terra, si era affacciato alla porta di quell’ufficio ed aveva visto come, mentre l’anziano signore raccoglieva le penne l’impiegata rovistava nel suo portafogli, estraendone una banconota di colore arancione. L’uomo avrebbe poi riconosciuto l’impiegata in un album di foto che le sarebbe stato esibito dai Carabinieri.
I militari dell’Arma avrebbero quindi ricostruito due vicende analoghe. In una delle due la donna, per aver maggior tempo nelle operazioni di sottrazione, aveva addirittura invitato la vittima di turno ad usarle la cortesia di sistemare un orologio a muro. Mentre la vittima adempiva alla richiesta, la donna gli aveva sottratto 4 banconote da cinquanta euro che l’uomo era solito tenere come riserva fissa in uno scomparto del portafoglio. L’impiegata però non era stata abbastanza veloce, l’uomo l’aveva vista e bruscamente rimproverata, recuperando subito il maltolto.
A questo punto, d’accordo con il Pm procedente, dottor Natalini, i Carabinieri piazzavano una telecamera nell’ufficio della donna. Dopo due ulteriori episodi ripresi dalla microcamera, in cui la donna non era riuscita a sottrarre alcunché, pur avendo messo le mani sul portafogli della vittima di turno, i militari inviavano in quell’ufficio un vispo 86 enne che potesse fare da esca. In questo caso era quest’ultimo a cagionare la caduta del mazzo di penne. Le banconote erano state fotocopiate dai Militari dell’Arma affinché non vi potessero essere dubbi sulla sottrazione. L’anziano avrebbe dovuto tergiversare un po’ di più nel raccogliere le penne, ma il mal di schiena glielo aveva inopinatamente impedito, si era sollevato in anticipo e la donna aveva fatto solo in tempo ad allungare le mani sul portafogli, senza riuscire ad arraffare alcunché. Tre episodi consumati e tre tentativi sono comunque sufficienti a dimostrare le responsabilità della donna che, per ordine del GIP Malavasi, è stata interdetta da ogni contatto con il pubblico per la durata di un anno. Vi sarà il tempo dunque affinché il procedimento penale per i furti aggravati faccia il suo corso.
Nel frattempo se altre persone si fossero trovate ad essere involontarie protagoniste di episodi analoghi, ed avessero a suo tempo ritenuto di non voler procedere, potrebbero ora utilmente presentarsi ai Carabinieri di viale Bracci per rendere dichiarazioni testimoniali in merito.