; mentre ora appare solo lo strumento per prendere tempo e non arrivare mai ad una rapida conclusione che salvaguardi l’interesse del Santa Maria della Scala e dei cittadini senesi. Il Santa Maria della Scala, in un documento di tutte le forze di maggioranza dell’amministrazione comunale era considerato “il paradigma virtuoso di un nuovo patto fondativo tra i cittadini e l’Amministrazione, dove il Bene Comune si faceva sostanza e diventava il motore dell’azione di governo” e invece rischia di essere l’ennesima sottrazione di diritti ai danni dei cittadini”. Così l’inizio di un intervento di SEL Siena.
“Ormai è fin troppo facile indovinare le intenzioni dell’Amministrazione (sì… indovinare, visto che il sindaco non si sogna neanche di mettere a conoscenza la maggioranza delle proprie decisioni) a riguardo di scelte strategiche per il futuro della nostra comunità. Come a livello nazionale, Renzi è l’uomo solo al comando e procede con spot e colpi di tweet senza cercare alcun confronto, il comportamento del primo cittadino è perfettamente coerente con i “tempi e modi renziani “, ma non per questo accettabile.
Ci riferiamo al Santa Maria della Scala – prosegue SEL Siena -:entro gennaio doveva essere pronto lo studio di fattibilità economico-gestionale (sic!) prodotto dalla Fondazione Mps (con una cessione incredibile di sovranità del pubblico in favore del privato, sempre che sia effettivamente la FMPS a produrre questo documento…). Siamo alla fine di febbraio e di questo studio neanche l’ombra, anche se in linea con la politica mediatica degli annunci “renziani” l’amministrazione comunale ci dice che senz’altro, il nuovo sistema di gestione vedrà la luce nel 2016.
Di certo a giorni terminerà l’appalto per i servizi all’interno del Santa Maria – continua SEL – e, come pronosticato anche dai più sprovveduti, è stata bandita una gara di appalto per tutto il 2015, anno di Expo. Ovviamente in questo bando non si cita mai il codice dei Beni Culturali (dlgs42/2004), che per la natura dei servizi richiesti, dovrebbe prevedere il negozio giuridico della concessione. Evidentemente il Comune, pur avendo da risanare il bilancio, preferisce ancora una volta pagare i privati per svolgere una serie di servizi invece che riscuotere da questi un canone di concessione, senza contare che, a nostro avviso, la gara dovrebbe avvenire con modalità di evidenza pubblica di carattere comunitario.
Al sindaco e alla giunta diciamo che SEL non è disponibile a condividere e avallare le intenzioni dell’Amministrazione di rimandare nel tempo e non arrivare mai ad una soluzione sul SMS!”