La mostra si protrarrà fino al 15 dicembre. Questi gli artisti partecipanti: Marco Acquafredda, Paola Bitelli, Pietro Capogrosso, Andrea Fagioli, Nello Frontera, Federico Fusj, Emanuele Giannetti, Gianni Lillo, Sonia Marcacci, Angelica Susana Medrano, Carlo Pizzichini, Antonio Trimani, Wang Yu.
Social network, cyberbullismo, dibattito razziale, terrorismo, consumismo, tatuaggi, fitness, porno, guerre umanitarie, movimenti “si/no”, apericena, chirurgia estetica, selfie, diete, pubblicità… è una lista molto sommaria e incompleta di lemmi che sono entrati con più o meno forza nella nostra contemporaneità. Se poniamo l’attenzione su alcuni di questi termini ci rendiamo conto che potrebbero essere identificati come dei rituali, oppure, più banalmente, come eventi o scelte autonome e casuali di gruppi culturali eterogenei.
Il tema della mostra si sviluppa su un argomento largamente dibattuto fra gli artisti di molte generazioni e che Slavoj Žižek, nel suo breve ma intenso saggio dal titolo “Il Trash sublime”, sintetizza in un’ipotesi quanto mai suggestiva: l’artista contemporaneo nella sua ricerca – che agli occhi di un profano potrebbe sembrare assurda e insensata – non sta facendo altro che tentare di ricostituire un rituale, più o meno inconsapevolmente. Gli artisti presenti in questa collettiva sono stati selezionati per la loro vicinanza al tema esposto e per la molteplicità di visioni che le loro opere sono in grado di proporre. Per mettere in pratica la propria poetica gli artisti utilizzano varie e originali modalità: alcuni ripropongono antichi riti in maniera nuova, altri impiegano i più recenti ritrovati tecnologici per interrogare e interrogarsi sulle nascenti ritualità sociali.
Come sempre accade in seguito alla sua diffusione, una determinata pratica artistica inizialmente ritenuta d’avanguardia finisce per diventare essa stessa una consuetudine, perdendo la carica anti-convenzionale che l’aveva contraddistinta. Ciò che è non allineato oggi, domani sarà prassi lasciando così spazio a nuove forme di irritualità.
Lo spazio della mostra
L’allestimento avrà luogo in uno spazio non convenzionale: l’area coworking di Pluriversum, società da sempre attenta ai valori dell’arte e alla sua diffusione.
Il Coworking è un ambiente collaborativo, dove professionisti di ogni ordine possono avere a disposizione scrivanie e sale attrezzate per diverse attività, servizi e assistenza essenziali.
Un luogo di interazione e di scambio per veicolare nuove idee e progetti che richiama non solo lo studio dell’artista, ma anche la rete di relazioni che l’opera d’arte innesca con la propria presenza in uno spazio pubblico e collettivo.
La mostra è a cura di Alessandro Bellucci, Roberta Cecconi e Gloria Grazzini ed ha ha il patrocinio del Comune di Siena – Assessorato Commercio, Turismo e Attività Produttive.
Il catalogo verrà pubblicato durante il periodo di esposizione. Si ringraziano per la collaborazione: innerroom – Siena, Open Zona Toselli, Radioarte, Sottopasso Ferrioviario Sinalunga, Centralia Unprotected Cultural Area, Spazio Ulisse – Chiusi, Yurta Relazioni Culturali – Rapolano.
L’ingresso è gratuito. Orari apertura dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 17,30. È possibile prendere un appuntamento per gruppi e concordare orari diversi chiamando il numero 0577 223686
https://www.pluriversum.eu/irrituali-contesti-del-contemporaneo-arte-in-coworking/