MARTEDÌ 28 febbraio
h 21.30
SIENA JAZZ nel TUBO / la JAM DL C.F.M.
Una serata di tutto jazz in collaborazione con la Siena Jazz University, introdotta questa settimana da due combo class dei Corsi di Formazione Musicale dirette dai maestri:
Franco Fabbrini: Mirea Vitiello: canto / Mattia Locapo: sassofono / Lorenzo Pallai: chitarra / Leonardo Breschi: chitarra / Franco Fabbrini: basso elettrico / Elia Bracali: batteria
Giulio
A seguire, la Jam Session aperta a tutti!
GIOVEDÌ 02 marzo
h. 21.30
TOMATO BLUEFISH
Tommaso Taurisano – voce, chitarra elettrica, chitarra acustica /Filippo Turillazzi – basso elettrico / Giuseppe Sardina – batteria
I ToMato Bluefish hanno iniziato riscrivendo umilmente la propria visione della storia del blues proponendone un’interpretazione non tanto filologica ma più attenta alla forza prorompente che ha sempre contraddistinto questo genere, iniziando quindi a lavorare ispirandosi ai giganti del blues di tutti i tempi, da Robert Johnson a Jimi Hendrix, da Muddy Waters a Steve Ray Vaughn per citarne alcuni. Partendo dalla loro personale interpretazione del blues, il gruppo dal 2010 si è arricchito e ispirato sempre più ad altri generi musicali: il Rock Psichedelico, l’Hard-Rock e il Prog-Rock e non ultimo il Jazz, assumendo sempre più un carattere multi-sfaccettato con ampio spazio a parti improvvisate a tratti psichedeliche, a tratti potenti e graffianti e a tratti ironiche. In questo concerto al Tubo, i ToMato suoneranno brani dal loro primo disco “Mayday” e brani inediti dal secondo disco attualmente in cantiere.
VENERDÌ 03 marzo
h. 22.00 UN TUBO JAZZ NIGHT
STEFANO CARBONELLI QUARTET
Ravens like desks (Auand 2016)
Daniele Tittarelli – sassofono
Stefano Carbonelli – chitarra
Matteo Bortone – contrabbasso
Riccardo Gambatesa – batteria
Strutture labirintiche, ricerca e tensione costante in “Ravens Like Desks”
Il debutto del chitarrista romano per Auand alla guida di un quartetto con Daniele Tittarelli (sax contralto), Matteo Bortone (contrabbasso) e Riccardo Gambatesa (batteria). Cambi improvvisi, armonie imprevedibili e strutture che nascondono mondi sotterranei. La musica di Stefano Carbonelli è un gioco di enigmi, una sfida intellettuale portata agli estremi sul filo della chitarra elettrica. ‘Ravens Like Desks’ segna il suo debutto per Auand Records con un omaggio al nonsense di Lewis Carroll e della sua Alice. Il brano che dà il titolo al disco si riferisce all’indovinello volutamente insoluto del Cappellaio Matto (“Perché un corvo è come una scrivania?”), ed è con questo spirito che l’intero album è costruito: in equilibrio tra logico e assurdo, regole da infrangere e cunicoli sonori attraverso cui evadere, il chitarrista romano si spinge verso armonie zeppe di tensioni su impalcature irregolari. Un labirinto armonico e ritmico disegnato con cura nel corso degli ultimi anni: «Ho trovato in seguito – dice il compositore – numerosi elementi analoghi nella musica classica moderna e contemporanea (Stravinskij, Ravel, Ligeti), nei ritmi bulgari e nelle composizioni di alcuni jazzisti recenti. Ho avuto la conferma che quelle intuizioni potessero generare un’estetica e un linguaggio coerente». A seguirlo in questa esplorazione dell’assurdo, tre musicisti che non hanno paura di uscire dagli schemi. Daniele Tittarelli porta in dote un suono riconoscibile e un gusto per le pause, oltre a una versatilità che gli ha permesso di inserirsi perfettamente nell’ensemble con il suo sassofono, pur essendo la new entry del gruppo. Matteo Bortone, altro nome di casa per la Auand Family e bassista di estrema solidità, ha saputo impreziosire gli arrangiamenti di Carbonelli, mentre Riccardo Gambatesa condivide con il leader un affiatamento speciale costruito nel tempo: è con lui che hanno preso forma i brani dai ritmi più irregolari. «Ho scelto una formazione che lasciasse spazio armonico alla chitarra – continua il leader – quindi senza pianoforte. Il tipo di repertorio ha comportato un lungo studio sia dal punto di vista strumentale, per rendere il senso dell’armonia senza altri strumenti ad accompagnare, sia da quello musicale, per metabolizzare accordi non convenzionali e divisioni in tempi dispari, spesso primi. In metà dei brani ho aggiunto il sassofono per far risaltare le melodie senza nascondere le strutture armoniche». Se la forma di ogni singolo brano è un rompicapo studiato a tavolino, l’esecuzione è una finestra aperta verso i più svariati spunti improvvisativi e stilistici. Il sax di Tittarelli si fa suadente in ‘The Entropic Quiet’, così come la chitarra diventa carezzevole in ‘Febbre a 17’, e dialoga amabilmente con il contrabbasso in ‘The Selfish Giant’, mentre ‘Frenetico’ sfrutta vuoti e pieni per mettere in luce il drumming di Gambatesa e si sviluppa su una tensione costante. Le dieci tracce, tra pezzi fast e 11/8, divagazioni rock e momenti latin, regalano una sorpresa dopo l’altra.
Nel concerto al Tubo, oltre che presentare il primo disco per Auand, il Quartet suonerà alcuni brani del prossimo disco in uscita a brevissimo per Cam Jazz.
SABATO 04 marzo
PIANO&FORTE
h18.30 aperitivo con il piano live di Danilo Tarso
h22.30 concerto