La mostra si terrà al Chelsea Old Town Hall a Londra dal 29 marzo al 2 aprile 2017.
“Antonino Trimarchi è oggi uno dei più significativi eredi dei grandi Outsider della Storia dell’Arte Moderna: le sue creazione sono geniali rappresentazioni di immaginari che prendono forma e si sprigionano direttamente dal suo subconscio. Già Dubuffet, Louden, Scottie Wilson hanno percorso questa strada artistica che ora, con un’intensità nuova, Trimarchi ci ripropone, grazie alla sua analisi critica dei paradigmi contemporanei e alla sua visione disincantata del mondo, che sublima forme e colori in un’estetica ricca di spunti di riflessione.
Carlo Zinelli, sia nel suo approccio pittorico che nei suoi risultati creativi, è il più vicino a Trimarchi: riviviamo lo stesso fanciullesco stupore, le stesse ansie, emozioni e potenza nell’esecuzione.
Trimarchi non si limita a seguire le orme dell’Art Brut, ma riesce a fondere armonicamente l’impressionante spontaneità del tratto con una vivacità cromatica che esce dalle norme estetiche convenzionali e fa rivivere le glorie Fauviste. Riesce, al contrario di altri artisti, a rafforzare la composizione e darle un’anima, utilizzando contrasti di tinte pure. Colori intensi, incisivi, che ci riportano a quelli utilizzati dai grandi espressionisti tedeschi quali Karl Schmidt-Rottluff e Ernst Ludwig Kirchner, maestri nel Primitivismo e nella ricerca delle tensioni emozionali. Anche nelle composizioni del pittore siciliano emergono le capacità espressive dei più celebri esponenti del Die Brücke, sia nelle contrapposizioni tra colori caldi e freddi che nella ricerca compositiva.
Altre volte Trimarchi supera i concetti preesistenti e crea lavori maestrali, geniali, seppur a tratti angosciosi, attingendo alla fonte creativa del suo innato subconscio artistico. Profili cubisti, creazioni geometriche affascinanti, che trascinano lo spettatore in un mondo a volte robotico altre più umano, sinuoso. Ciò che ammalia e stupisce in questo artista di grande talento è la complessità delle composizioni, la capacità di amalgamare linee, sfumature, dolcezza e rigidità in dipinti che accarezzano i sensi ma che fanno anche pensare, invogliando ad un’analisi nelle profondità del nostro Io. Forse Trimarchi riesce, anche se non è probabilmente un intento volontario, a far conoscere allo spettatore se’ stesso. Da abile pittore, diviene maestro della psicoanalisi: come Freud analizzava i suoi pazienti con domande inquisitorie sulla loro personalità, così Antonino Trimarchi entra nella mente dello spettatore, con altrettanta perizia, mediante sapienti pennellate”.
Elena Foschi
Critica d’arte
International Confederation of Art Critics