L’opera di Jacqueline Lalande Biscontin muove dallo studio di un cospicuo numero di disegni oggi al Départment des Arts graphiques del Louvre, cinquantanove fogli (inv. 954-1011), delineati alcuni sul recto e sul verso, corrispondenti a cento facciate disegnate di un antico taccuino, in seguito smembrato, appartenuto alla collezione di Filippo Baldinucci. I singoli fogli erano stati sciolti e incollati da Baldinucci stesso sulle pagine del primo dei suoi quattro album, acquisiti dal Louvre nel 1806; staccati nel secolo scorso, sono oggi montati separatamente. Sulla prima carta, una nota, certamente autografa di Baldinucci, attribuisce a Pontormo i disegni, ricordando come in origine si trovassero legati “in un suo libro”.
Il gruppo di fogli presentato è costituito unicamente di copie che l’autrice ha identificato pressoché nella loro totalità: copie da Pontormo, Beccafumi, Daniele da Volterra; copie da architetture moderne civili e religiose (da Vasari, cerchia dei Sangallo, Raffaello da Montelupo, Dosio, Buontalenti); copie dall’antico (vasi antichi e moderni, elmi, mostri, candelabre, grottesche). La datazione del taccuino viene ben circoscritta dall’autrice alla seconda metà del XVI secolo grazie a riferimenti cronologici sicuri: la data 1557 vergata su un foglio, il disegno di copia della tomba della famiglia Fondi di Bartolomeo Neroni detto il Riccio eseguita a Siena nel 1571 e l’immagine di Un Turco per gli apparati realizzati in occasione dei festeggiamenti medicei del 1589 (inv. 964).
Un importante contributo al volume è quello offerto da Catherine Monbeig Goguel che ha attribuito l’intero corpus a Sebastiano Vini, pittore di origine veronese ma pistoiese di adozione e legato a Vasari. Il volume di Jacqueline Biscontin ricostituisce il legame tra questi disegni e gli interessi manifestati intorno all’Accademia del Disegno, da Vasari stesso e soprattutto da Vincenzo Borghini e dalla sua Scuola dell’Ospedale, e spinge a considerare il carnet una ‘serie borghiniana’ formata da feuilles de mémoire, fedele e tangibile testimonianza dell’ideale da lui attribuito al disegno, quello di mantenere la memoria.
Gli intrecci fra tutte le fonti e la fortuna del taccuino del Louvre presso la cerchia di Cigoli, Peiresc e Cassiano dal Pozzo, rendono conto del ruolo eccezionale di questi fogli nella circolazione delle forme e delle informazioni fra Firenze, Roma, Siena e in misura minore, con l’area padovana. Altrettanto importante è la sezione del libro dedicata allo studio delle filigrane condotto da Ariane de La Chapelle (ingénieur d’études, département des arts graphiques, Musée du Louvre) che ha offerto strumenti per la ricerca confermando la datazione del taccuino Vini. Già presentato a Roma (Istituto centrale per la Grafica), Firenze (Accademia delle Arti del Disegno), Parigi (Association des historiens de l’art italien) e Napoli (Università degli Studi di Napoli Federico II), il volume è stato premiato dall’Académie française des inscriptions et belles-lettres (Prix Louis Fould).
Oltre all’autrice, Jacqueline Lalande Biscontin, interverranno:
Roberto Barzanti, Presidente della Biblioteca comunale degli Intronati
Alessandro Angelini, Università degli Studi di Siena
Alessandra Baroni Vannucci, Fraternita dei Laici di Arezzo
Catherine Monbeig Goguel, Directeur de recherche émérite, CNRS, département des Arts graphiques, Musée du Louvre.
L’incontro sarà preceduto, alle ore 16,00, da una visita al Gabinetto Disegni e Stampe della Biblioteca, dove saranno esposti alcuni taccuini di antichità.
Jacqueline Biscontin, dopo gli studi con André Chastel, ha approfondito il disegno italiano del Cinquecento con Sylvie Béguin all’École du Louvre. Ha condotto numerosi studi dedicati alla fortuna dell’antico nell’arte del Cinquecento, tra i quali si ricordano quelli dedicati alle scene antiche del Pordenone a S. Maria di Campagna a Piacenza e nella cappella dell’Immacolata Concezione a Cortemaggiore. Assidua collaboratrice del Louvre, si occupa soprattutto di questioni iconografiche e legate al disegno.