Il Consiglio comunale di Siena si è riunito in seduta pubblica dalle 14.30 di martedì 26 luglio, nella Sala del Capitano del Popolo di Palazzo Civico.
Questo l’elenco dei lavori dalla sala consiliare in continuo aggiornamento:
6) IL FUTURO DELL’IMMOBILE CHE OSPITA IL “MONNA AGNESE” NELL’INTERROGAZIONE DI RITA PETTI
L’assessore Paolo Mazzini ha prospettato le ipotesi di alienazione dell’edificio una volta che l’istituto scolastico sarà trasferito in altra sede
Il destino dell’Istituto di istruzione superiore “Monna Agnese” ha costituito il tema dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare da Rita Petti (PD) e sottoscritta dal collega di gruppo Simone Vigni.
“Il complesso di via del Poggio che attualmente ospita il Liceo linguistico e l’Istituto tecnico per le Biotecnologie – ha specificato la consigliera – è di proprietà comunale ed è inserito da tempo nel Piano delle alienazioni. L’edificio, un antico ospedale del XIII secolo, detiene affreschi di pregio e risulta inadeguato rispetto alla sua destinazione d’uso in considerazione dell’aumento della popolazione studentesca”.
Petti ha rilevato come “rispetto alle criticità evidenziate nell’anno 2014/15, è stata adesso prospettata l’ipotesi di trasferire l’istituto in altra sede, con gradimento di tutte le componenti interessate. Questo è possibile con lo scambio di sede, concordato con l’Amministrazione provinciale e approvato dal Consiglio d’Istituto, tra le altre due sezioni costituenti lo stesso polo scolastico, ovvero il “Caselli” e il “Marconi”, che permetterebbe di liberare i locali degli “ex istituti di Chimica” ubicati in Pian dei Mantellini per le due sezioni del “Monna Agnese””.
“Visto che detta operazione non potrà realizzarsi in vista dell’anno scolastico 2016/17 – ha aggiunto la consigliera – data l’attuale fase di passaggio per il rinnovo della carica di rettore dell’Università degli Studi di Siena, proprietaria dell’immobile destinato a ospitare il “Monna Agnese”, e considerato che la possibilità di alienazione dell’immobile di via del Poggio è concreta”, Petti ha chiesto all’Amministrazione “come e con quali tempi si intende intervenire per ottenere un risultato utile e se sia in corso la procedura per il cambio di destinazione d’uso dei locali e per l’acquisizione dei necessari pareri, data la loro particolare natura; più in generale, come si pensa di garantire il rispetto della valenza pubblica del bene in oggetto, a beneficio della collettività e del contesto urbano, a prescindere dal passaggio di proprietà”.
L’assessore al Patrimonio, Paolo Mazzini, ha ricordato che l’istituto “Monna Agnese” si trova nel Piano comunale delle alienazioni con un valore di 4 milioni e 850mila euro, definito per una superficie complessiva di 3.424 metri quadri. “Un valore stimato su una perizia effettuata all’epoca – ha sostenuto – ma i movimenti di mercato ci possono indurre a ritenerlo ancora valido. Il risultato conveniente per l’Amministrazione lo si otterrà quando ci sarà una risposta positiva alla sua presenza nel Piano delle alienazioni. Tra le condizioni necessarie, che si stanno per materializzare, ci sono lo spostamento e il trasferimento dell’istituto “Monna Agnese” in altra sede”.
L’assessore ha affermato che ciò avverrà presumibilmente nell’anno scolastico 2017/18 “perché l’immobile, che presenta caratteristiche d’indiscutibile pregio e interesse, non più legato all’uso scolastico, potrà rappresentare un investimento di sicuro interesse per chi vorrà adire al pubblico incanto”.
Mazzini ha spiegato che “il cambio di destinazione d’uso non risulta necessario in quanto l’immobile, composito e articolato, a seguito del percorso di costruzione e approvazione del RU di aprile 2011 è stato classificato nel Regolamento Urbanistico (RU) con la definizione di AR3, ovvero area di riqualificazione o completamento,. Quindi, con una scheda precisa che ne definisce la destinazione d’uso a residenza convenzionata, artigianato di servizio, servizi culturali, esercizi di vicinato, bar e ristoranti, con quest’ultimi limitatamente al piano terra”. “Inoltre, trattandosi di edificio vincolato – ha aggiunto – ai sensi del Codice dei Beni culturali, i pareri andranno richiesti nel momento in cui si interverrà per effettuare le trasformazioni e gli organi deputati saranno quelli normalmente competenti su edifici di questo tipo”.
L’assessore ha concluso sostenendo che il mantenimento dell’attuale destinazione d’uso consente l’intervento edilizio diretto “e quindi, anche nella fase in cui si trova la situazione urbanistica della città, l’intervento sarebbe possibile una volta ottenuti i pareri e le autorizzazioni di legge”.
La consigliera Petti ha ringraziato l’assessore per la risposta “che permette di aggiornare il dibattito prendendo atto dell’evoluzione della situazione che, con il nuovo progetto organizzativo dell’Istituto scolastico “Caselli-Marconi-Monna Agnese”, scioglie il vincolo al massimo impegno per il mantenimento della sede espresso dal Consiglio comunale”. “Nel cambio di destinazione d’uso – ha sottolineato – l’Amministrazione dovrà porre la massima attenzione, tutelando nell’interesse della collettività il valore di un edificio così importante e vigilando sul notevole e significativo, quanto fragile e appetibile, patrimonio d’opere d’arte e suppellettili che detiene”.
5) IN CONSIGLIO COMUNALE LA QUESTIONE DEL TRASFERIMENTO DELLA PINACOTECA NAZIONALE AL S. MARIA DELLA SCALA
“La partita è ancora aperta”, ha risposto il sindaco Valentini
La recente diffusione della notizia sul trasferimento di una parte della Pinacoteca Nazionale senese a Palazzo Chigi alla Postierla è stata oggetto di dibattito consiliare con l’interrogazione presentata da Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese), Massimo Bianchini e Andrea Corsi (L’Alternativa), Pietro Staderini (Sena Civitas) e Marco Falorni (Impegno per Siena).
Falorni, sulla base di quanto espresso anche da parte di storici dell’arte ed esperti del settore museale, ha evidenziato “l’inidoneità, come sede espositiva, della struttura indicata che andrebbe ad aggiungersi, impedendo l’integrazione di collezioni ed esposizioni, a quella di Palazzo Brigidi e Buonsignori, già poco frequentata dai visitatori”.
Ricordata il Protocollo d’intesa raggiunta nel 2000 tra l’allora Ministro Giovanna Melandri, il Sindaco di Siena, il Presidente della Provincia e il legale rappresentante del S. Maria della Scala per il trasferimento della Pinacoteca nel Complesso museale, così come l’ampio e partecipato dibattito sviluppato nella Commissione consiliare Cultura, ha chiesto al sindaco una serie di informazioni.
Nello specifico “i termini precisi della notizia recentemente diffusa, che tipo di comunicazione o coinvolgimento ha ricevuto, e quali le iniziative prese per evitare la vanificazione del protocollo d’intesa del 2000”.
“Non si trattava – ha specificato il sindaco Bruno Valentini – di un Protocollo di intesa ma solo di un preliminare, importante ma purtroppo senza alcun valore formale. Un progetto politico al quale la nostra comunità lavora da anni”.
Il sindaco, dopo aver illustrato la novità della riorganizzazione delle funzioni da parte del Ministero dei Beni Culturali relativamente all’unificazione delle Sovrintendenze, della competenza diretta del Polo Museale Regionale per oltre Poli espositivi e museali della Toscana, compreso quelli senesi fra cui la Pinacoteca, palazzo Chigi alla Postierla e Villa Brandi, ha informato il consiglio di aver incontrato, oltre un mese fa, il responsabile del Polo museale Stefano Casciu e Manuel Guido, dirigente Mibact per la gestione e valorizzazione dei musei. “Una discussione vivace, a tratti anche molto franca, sul fatto che Siena debba partecipare, in maniera attiva, a questo processo di distribuzione e ridistribuzione delle opere, proprio in questi giorni ci hanno comunicato i nominativi che costituiranno un gruppo di lavoro, così da poter concretizzare quell’intesa fatta 16 anni fa, quel preliminare rimasto sostanzialmente congelato”. “Sono già intervenuto esprimendo fortissime perplessità sul fatto che il precedente soprintendente avesse deciso di spostare delle opere. Non ero d’accordo, senza il coinvolgimento della nostra città e della comunità scientifica, allora e neppure ora. Ricordiamoci inoltre che abbiamo in gestione il Museo Archeologico Nazionale ospitato al Santa Maria della Scala senza che nessuno abbia mai firmato la convenzione relativa, quindi anche su questo dobbiamo intervenire perché in passato queste importantissime opere archeologiche sono state collocate al S. Maria della Scala senza che fosse definita la convenzione formale. Ribadisco quindi che abbiamo invitato il Ministero a venire a Siena per parlare di questo argomento ed abbiamo ottenuto di costituire un gruppo di lavoro congiunto che entro l’estate farà una prima riunione esattamente su questo tema. Per me la partita è ancora aperta”.
“Mi è difficile precisare il livello di insoddisfazione – ha commentato Falorni – perché dopo 16 anni non siamo, ancora, giunti a niente nonostante la parola protocollo d’intesa sia stata spesa da tutte le precedenti amministrazioni. Al momento non sappiamo quali sono le opere spostate al Palazzo alla Postierla, non abbiamo l’inventario. Quante di queste opere sono dello Stato, di altri o magari nostre? Mi sembra che per ora le idee siano a dir poco confuse e noi siamo a dir poco insoddisfatti”.
4) L’ASSESSORE MAZZINI: “SARANNO COMPLETATI ENTRO POCHI MESI I LAVORI PER LA RIAPERTURA COMPLETA DI VIA PERUZZI”
Il disagio creato dalla chiusura, a causa di una frana, di via Baldassarre Peruzzi è stato oggetto di interrogazione consiliare da parte di Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese), Laura Sabatini e Alessandro Trapassi (Gruppo Laura Sabatini e Alessandro Trapassi), Pietro Staderini (Siena Civitas), Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa).
“Considerata l’urgenza – come ha evidenziato Laura Sabatini – di ripristinare la viabilità tra Porta Ovile e Porta Pispini in entrambi i sensi di marcia”, la consigliera ha chiesto “i motivi per i quali non sono iniziati i lavori per ripristinare la circolazione in questa importante strada cittadina e quando è prevista la completa e sicura percorribilità in entrambi i sensi di marcia”.
Nell’annunciare che i lavori, nonostante la complessità, saranno comunque terminati entro la fine dell’anno l’assessore Paolo Mazzini ha informato il consesso che “immediatamente dopo il crollo del muro d’ala del ponticello di Via Peruzzi sono state contattate varie ditte, che si sono dimostrate disponibili a lavorare fin da subito, in modo da eseguire tutte le indagini, misure e operazioni tese alla possibile riapertura della corsia di monte a senso unico”.
Effettuata infatti, tutta una serie di studi propedeutici alla progettazione delle opere previste, come il rilievo planoaltimetrico di dettaglio; le indagini geofisiche, finalizzate a verificare le caratteristiche del rilevato stradale e fornire le caratteristiche sismiche dei terreni ai sensi della normativa vigente; le indagini geotecniche tese a verificare la tipologia di terreni e le relative caratteristiche geotecniche; e la messa in opera di un sistema di monitoraggio e allarme finalizzato al controllo degli eventuali spostamenti e/o cedimenti del rilevato stradale e dei manufatti, con attivazione di un’allerta in tempo reale (messaggio telefonico ed attivazione di un segnalatore visivo). Tale sistema è stato utile alla riapertura al transito veicolare a senso unico in corrispondenza della sola corsia di monte”.
Dpodiché i progettisti incaricati, sulla scorta dei dati derivanti da tutte le indagini, hanno potuto elaborare un progetto preliminare approvato dalla Giunta lo scorso 14 aprile. In seguito è stato elaborato il progetto definitivo, inviate le richieste di pareri e indetta la Conferenza di Servizi per l’ottenimento dei pareri e autorizzazioni previste. Il 30 maggio ha avuto luogo una prima Conferenza dei Servizi con la quale sono stati acquisiti i pareri favorevoli – con prescrizioni – dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio e dalla Soprintendenza Archeologica. A seguire, il 6 giugno, si è svolta una seconda Conferenza dei Servizi, con la quale sono stati acquisiti i pareri dei Servizi interni e il parere favorevole della Direzione Difesa del Suolo del Genio Civile Toscana Sud – Siena, relativamente all’aspetto idraulico.
Successivamente si è posta la questione della conformità urbanistica poiché l’area di intervento è individuata nel Regolamento Urbanistico come “Viabilità Carrabile”, mentre i lavori di consolidamento della struttura stradale con allargamento verso valle, interessano in parte l’area di cui all’art.132 “Parco del Buongoverno”; pertanto essendo la strada una infrastruttura di carattere pubblico, il progetto definitivo è stato approvato dal Consiglio Comunale il 14 giugno, in deroga agli strumenti urbanistici, secondo quanto previsto dalla normativa.
Il progetto esecutivo è stato poi approvato con atto dirigenziale dell’11 luglio e l’individuazione della ditta è prevista in agosto: quindi i lavori potranno iniziare, sotto le riserve di legge, nello stesso mese.
“Per quanto riguarda i tempi – ha proseguito l’assessore – il progettista ha previsto che per la completa esecuzione dei lavori sono necessari 130 giorni, con un cronoprogramma suddiviso in due fasi.
Nella prima tutti i lavori saranno concentrati nelle attività occorrenti per ripristinare la completa sezione stradale, al fine di eseguire le opere in modo organico, maggiormente speditivo e non per ultimo in sicurezza. Il progetto prevede la totale chiusura di via Peruzzi sin dalla consegna dei lavori. Conseguentemente all’esigenza di minimizzare il disagio prodotto dalla chiusura completa il cronoprogramma prevede una soglia temporale intermedia di 90 giorni dalla consegna dei lavori al cui scadere (fase 1) l’appaltatore dovrà aver completato tutte le opere necessarie per la completa riapertura al traffico, in entrambi i sensi di marcia e in totale sicurezza. A questa soglia temporale, considerata la particolare importanza dell’obiettivo da raggiungere, sono applicate le penali giornaliere previste dal Capitolato speciale di appalto ma, inversamente, sarà riconosciuto un premio di accelerazione previsto dallo stesso Capitolato, pari all’1 per mille del valore di contratto per ogni giorno di anticipo. Le restanti opere di completamento potranno essere realizzate con la strada nuovamente aperta”.
Laura Sabatini, nell’evidenziare che proprio in occasione della sua presenza in Commissione Assetto del Territorio aveva suggerito precisi e dettagliati studi tesi a verificare la tenuta del terreno, adesso effettuati, ha rimarcato “l’importanza dell’effettuazione di interventi a regola d’arte e l’urgenza di arrivare, quanto prima, al completamento dell’opera”.
3) SCARLINO ENERGIA: IL SINDACO VALENTINI RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE DI SIMONE VIGNI
“Il Commissario Giudiziale ha rilevato una condotta finalizzata a salvaguardare il patrimonio aziendale, nella convinzione di riprendere l’attività produttiva e preservare i livelli occupazionali”
La notizia, recentemente riportata dalla stampa, sui presunti reati fallimentari della società Scarlino Energia, partecipata da Sienambiente, è stata oggetto nella seduta consiliare di un’interrogazione di Simone Vigni (PD) sottoscritta anche dalla collega di gruppo Rita Petti.
Vigni ha chiesto informazioni “sulla veridicità di quanto pubblicato dai media relativamente alla grave crisi finanziaria di Scarlino Energia e all’istanza di fallimento richiesta dalla Procura della Repubblica di Grosseto e da due creditori dell’azienda”. Il consigliere ha domandato al sindaco “se fosse informato dell’indagine in corso e quali saranno le conseguenze dell’eventuale fallimento di Scarlino Energia su Sienambiente e sulla gestione del ciclo dei rifiuti nell’ATO Sud”; infine, “quali iniziative intende assumere nei confronti dei soggetti risultati sottoposti a indagine”.
Il sindaco Bruno Valentini ha sostenuto che la vicenda è stata riportata sulla stampa in modo poco chiaro e ha fornito alcuni elementi informativi: “La Procura di Grosseto ha richiesto il fallimento di Scarlino Energia, reiterando una richiesta che la Procura e altri due creditori avevano già presentato ma che era stata subordinata dal Giudice alla conclusione della procedura concordataria in atto. La società, infatti, ha presentato una proposta di concordato in continuità per la crisi finanziaria in cui versa”.
Il primo cittadino ha spiegato che i motivi di questa crisi sono dovuti principalmente alla discontinuità di funzionamento dell’impianto, che dopo il 2008 è stato oggetto di annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale per difetti di istruttoria. Poi ha informato che il concordato è stato ammesso dal Tribunale di Grosseto il 17 dicembre 2015. “Il concordato in continuità sarebbe reso possibile dall’ottenimento, per la terza volta, di una nuova autorizzazione ambientale integrata, giunta nell’ottobre 2015. Per adesso, quindi, non si può parlare tecnicamente di crac”. Valentini ha aggiunto che in sede di assemblea dei creditori di Scarlino Energia, svoltasi lo scorso 9 giugno, l’avvocato che rappresenta i due creditori ha messo agli atti una certificazione della Procura di Grosseto nella quale sarebbero indagati gli amministratori della società. “L’indagine ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta e sarebbe partita sulla base di un esposto presentato dallo stesso avvocato per conto di due creditori. In questo momento, quindi, sembra un atto dovuto da parte della Procura, anche se per essere considerata come fraudolenta la bancarotta dovrebbe essere conclamata, mentre invece non lo è ancora”.
Come ha spiegato il sindaco, “il fallimento di Scarlino Energia implicherebbe l’interruzione di ogni attività, con 65 lavoratori a rischio occupazionale. A ciò vanno aggiunte le criticità sull’indotto e, per le aziende creditrici, nel recupero di quanto dovuto; infine, si registrerebbe una fisiologica perdita di valore da parte dei soci”. Nel merito della partecipazione indiretta del Comune di Siena, Valentini ha detto che “Siena Ambiente ha già totalmente svalutato la partecipazione di Scarlino Energia dai propri bilanci, per cui non ci sarebbe alcuna conseguenza patrimoniale, anche indiretta”.
“Diversa considerazione, invece, meriterebbero la cessazione o la mancata ripresa delle attività – ha continuato – perché il piano di rilancio prevede la ripresa dell’attività, nel secondo semestre del 2017, con la combustione dei rifiuti prodotti dalla provincia di Grosseto, a seguito degli interventi di ripristino della piena funzionalità. In termini generali, l’ipotetico fallimento di Scarlino Energia potrebbe determinare seri problemi alla gestione dei rifiuti urbani anche nel territorio senese e in tutta la regione”. Nelle ricognizioni effettuate nei mesi scorsi dal Ministero dell’Ambiente sulle capacità del ciclo dei rifiuti, la Toscana aveva infatti previsto di soddisfare il fabbisogno di recupero energetico con la prospettiva di mettere in funzione l’impianto dell’area fiorentina, che però è ancora da realizzare e che vede la forte opposizione del Comune di Sesto Fiorentino, “mentre quello di Scarlino – ha puntualizzato Valentini – sarebbe solo da riavviare”. “Anche tramite la partecipata Sienambiente abbiamo chiesto aggiornamenti sulla vicenda, confidando nell’operato della Magistratura, alla quale chiediamo solo che l’indagine si concluda rapidamente. Nel contempo, auspichiamo la ripresa delle attività, nell’interesse dei creditori, dei lavoratori e dei soci. Non dimentichiamo che la proposta concordataria, per essere ammessa, necessita di un’attestazione da parte di un professionista qualificato e indipendente, che è stata positiva. Inoltre, si attende la valutazione, obbligata anche questa, da parte del Commissario Giudiziale nominato dal Tribunale di Grosseto, che in questo momento ha espresso un primo giudizio positivo”.
Il sindaco ha concluso citando proprio un passaggio del parere fornito dal Commissario Giudiziale, il quale ha rilevato “una condotta del debitore finalizzata a salvaguardare il patrimonio aziendale, nella convinzione di poter riprendere l’attività produttiva e così preservare anche l’attuale livello occupazionale. A questa convinzione, aggiungo la mia personale fiducia verso gli amministratori, dei quali ho potuto apprezzare in questi anni un’indiscussa serietà e professionalità”.
Vigni ha ringraziato il sindaco per la risposta “che denota come le preoccupazioni siano fondate sia sul fronte occupazionale e del recupero dei crediti sia per quanto riguarda la funzionalità del ciclo di gestione dei rifiuti. Vigiliamo attentamente e facciamo tutto il possibile per evitare la chiusura dell’impianto di Scarlino”.
2) CON UN’INTERROGAZIONE CONSILIARE GIORDANO HA CHIESTO INFORMAZIONI SULLE COLONNINE PER LA RICARICA ELETTRICA
Le colonnine per la ricarica elettrica sotto check-up, con l’interrogazione presentata da Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese).
Nello specifico Giordano ha chiesto di conoscere il numero complessivo delle colonnine posizionate e il costo, di ognuna, a carico del Comune; la superficie complessiva occupata e i posti auto eliminati; il numero degli utenti dalla loro installazione a oggi e quante le ricariche effettuate per ciascuna postazione e nel totale. Ma anche il tempo medio per ciascun rifornimento di energia; quale è stato l’impatto sulla qualità dell’area registrato dall’introduzione a Siena dei sistemi di mobilità elettrica, nonché quale quota di energia fornita dalle colonnine proviene da fonti rinnovabili e come viene calcolata.
“Sono 43 le colonnine installate – ha risposto l’assessore all’ambiente Paolo Mazzini – di cui 33 a Siena e 10 nei comuni di Asciano, Castelnuovo B.ga, Monteroni d’Arbia, Rapolano Terme e Sovicille (2 per ciascun comune)”.
“Il costo unitario per ciascuna colonnina installata – ha proseguito – è dato dall’importo complessivo del progetto comprese le spese di allacciamento a carico del Comune di Siena (€. 89.853,71) e diviso per le 43 colonnine ammonta a 10.019,85 euro ciascuna. Considerando che il progetto è stato in parte finanziato con fondi regionali, per €. 61.000,00, e fondi POR, per €. 224.000,00, e quindi per complessivi €. 285.000,00, il costo a colonnina, effettivamente sostenuto dal Comune di Siena, è di €. 3.391,95. Mentre il costo di gestione a carico del Comune di Siena consiste nei consumi di energia elettrica per i 10 totem installati nel territorio. Prendendo a riferimento i dati relativi al mese di marzo 2016, si ricava un costo medio mensile a totem di €. 11,44, con una spesa annua media di €. 1.372,80. Per quanto concerne, invece, la superficie di occupazione di suolo della singola colonnina questa è di 0,16 m2. Il totem informativo ha la stessa forma e quindi occupa lo spezzo spazio”.
In totale sono stati installati 53 oggetti a cui corrisponde un’occupazione di suolo pari a 8,48 m2 e i posti auto, liberi o a pagamento, eliminati sono stati 56.
Il numero degli utenti che hanno usufruito del servizio dall’attivazione dello stesso fino allo scorso 7 luglio sono stati 57 pari a 1486 ricariche (tempo medio per ciascuna 4 ore e 4 minuti), per complessivi 8138,90 kWh erogati.
Relativamente all’impatto sulla qualità dell’aria registrato dall’introduzione di sistemi di mobilità elettrica l’assessore Mazzini ha specificato che “partendo dal dato di 8138,90 kWh, nell’ipotesi che la capacità della batteria del veicolo sia di 17 kWh e l’autonomia sia di 110 km, si stimano in 52.656 i km percorsi dai veicoli elettrici ricaricati alle colonnine installate nel Comune di Siena. Nell’ipotesi, inoltre, che tutta l’energia utilizzata per effettuare la ricarica provenga da fonti rinnovabili, si assume il valore di 160 g/km quale massa di CO2 non emessa per ogni km percorso da un autoveicolo elettrico per un valore di 8439 kg di CO2 non emessi in atmosfera. E la quota di energia usata dalle colonnine e proveniente da fonti rinnovabili, nell’anno 2014, rispetto alla produzione totale lorda è pari al 41 % (dati ISPRA “Fattori di emissione per la produzione ed il consumo di energia elettrica in Italia”)”. “In sintesi – ha concluso Mazzini – abbiamo realizzato e attivato un progetto che, come hanno già fatto in Scandinavia e Francia, rappresenta il futuro per il nostro continente”.
“Grazie – ha ribattuto Giuseppe Giordano – per la puntuale risposta, utile per un primo quadro informativo, ma anche per poter fare alcune valutazioni. Infatti, pur condividendo, in termini generali le valutazioni fatte dall’assessore sugli obiettivi della comunità internazionale tesi all’abbattimento dell’inquinamento, è necessario, però anche conoscere i costi e l’utilizzo di un tale servizio. Troppo pochi 57 utenti a fronte di un costo, a colonnina, di oltre 3mila euro che ricade, comunque, sulla collettiva. L’Amministrazione deve decidere cosa può fare per migliorare la fruizione del servizio, e, magari, togliere le postazioni non utilizzate così da aumentare, vista la carenza, i posti auto. Inoltre, occorre sollecitare l’intervento dell’Arpat per effettuare misurazioni del tesso di inquinamento e verificare l’effettiva utilità del servizio. Non appaiono, infatti, sufficienti le misurazioni empiriche illustrate dall’assessore”.
1) IL RAPPORTO SMART CITY INDEX ALL’ATTENZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Il vicesindaco Mancuso risponde all’interrogazione di Giuseppe Giordano
I risultati emersi dal rapporto Smart City index 2016 sono stati oggetto di dibattito consiliare con l’interrogazione presentata da Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese).
Il consigliere, richiamando il 35° posto di Siena nel ranking nazionale e l’arretramento di dodici posizioni rispetto al 2014, ha sottolineato gli elementi di criticità individuati nel rapporto. Evidenziato “il peggioramento nell’implementazione di reti di sensori interoperabili come quelli per il monitoraggio dell’aria e della rete stradale, la videosorveglianza, l’efficientamento dell’illuminazione pubblica e gli apparati installati a bordo dei mezzi pubblici”.
Inoltre, il consigliere ha sostenuto come la stessa statistica evidenzi “peggioramenti sia sul profilo delle infrastrutture a banda larga e delle reti per il risparmio energetico, sia sul parametro della visione strategica, ossia l’insieme degli obiettivi da perseguire nel lungo periodo”.
Giordano ha quindi chiesto spiegazioni “sull’arretramento di Siena nel ranking nazionale e, più in particolare, se l’Amministrazione ritenga sufficienti gli interventi sulla videosorveglianza e sul sistema di controllo della Ztl per integrare la sensoristica”. Infine “cosa si intenda fare per migliorare la diffusione delle infrastrutture a banda larga, il risparmio e l’efficientamento energetico e quali risorse siano state messe a bilancio a tale scopo”.
Il vicesindaco prima di rispondere nel dettaglio ha ricordato come, per i progetti realizzati, Siena abbia già ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali: premiata per ben due volte consecutive (2014 a Firenze per il progetto sui beni comuni e nel 2015 sul progetto complessivo di Siena intelligente) ad una delle più importanti fiere dell’innovazione italiane (lo SMAU), selezionata tra le 8 città europee (unica città italiana) finaliste per il Green Leaf Award 2015 della Commissione Europea che premiava le città più sostenibili d’Europa tra 50 e 100mila abitanti e, infine, ammessa da gennaio 2015 a far parte dell’Osservatorio Anci sulle smart cities, che raccoglie un centinaio circa di comuni italiani su 8000. Più di recente, il 7 luglio scorso, il Comune di Siena ha ricevuto il “Premio Innovazione” sempre da parte di SMAU per i progetti realizzati e in corso di realizzazione sulla mobilità sostenibile. Fatta questa premessa ha informato circa lo smart city index redatto da Ernest&Young attraverso dati rilevati da indagini a campione da Ey, dati ufficiali Istat e rapporti di valutazione di altri enti che vedono registrare un giudizio buono per Siena, città “smart e vivibile”.
Per quanto riguarda l’arretramento nella graduatoria il vicesindaco ha riportato alcune riflessioni della dottoressa Filomena Tucci (esperta in innovazione per PA e aziende), che ha evidenziato come spesso gli indicatori si basino su rilevazioni precedenti mancando di attualità, quando, invece, aspetti di agenda digitale, opendata, informatizzazione dei servizi e innovazioni richiedono un aggiornamento quotidiano.
In merito, invece, al punteggio ricevuto su “Visione strategica”, sempre nello Smart Cities Index, ha precisato che “non si parla di Siena bensì della Toscana; è la regione ad
essere indietro sulle linee guida per la bioedilizia. La posizione di Siena su Visione e Stratega avviene, quindi, su un ragionamento non puntuale e approssimato che non tiene conto delle molteplici realizzazioni di progetti in materia di smart cities: mobilità elettrica, Bike sharing, beni comuni, servizi on line, banda larga e wi fy, open data, cardio-protezione, orti urbani, app per smart parking, piattaforma per la segnalazione dei cittadini, e presto, illuminazione pubblica, videosorveglianza e alfabetizzazione digitale”.
Come ha evidenziato il vicesindaco “sono questi due ultimi anni di cambiamenti la base per costruire ranking nel 2016, non ha senso farlo sui dati relativi al 2013 e 2012”.
Da tener inoltre presente che “le fonti non sono confrontabili se derivano da metodi diversi di rilevazione; che ogni realtà deve essere confrontata con realtà simili, ad esempio non ha senso classificare insieme metropoli con piccole città. Particolare attenzione è da riservare all’attribuzione delle competenze, così come a ricorrere ad approssimazioni quando non è disponibile il dato ricercato. Da notare che alcuni degli indicatori dello smart cities index vengono ricavati semplicemente dai report trimestrali di Unioncamere sullo stato economico delle imprese che nulla hanno a che fare con la progettualità di smart city”.
Riportando quanto sostenuto da Michele Viannello (un’autorità in materia di smart cities), che rileva “l’assoluta relatività e arbitrarietà dei parametri assunti” per comporre gli indici smart cities, “il metodo da adottare, più che la redazione di graduatorie, seppur necessarie per sviluppare sana competizione tra le città, è una procedura di “assessment”, così da consentire l’analisi di un territorio monitorandone le diverse attività “smart”. Una procedura, questa, di estrema flessibilità perché ogni città può essere “smart” in modo diverso da altre. Sarà poi dai limiti evidenziati attraverso l’assessment (o dai punti di forza) che le Amministrazioni potranno predisporre quanto necessario per sviluppare e consolidare nel tempo le azioni “smart””.
Venendo agli altri punti dell’interrogazione il vicesindaco ha ricordato che “l’impianto di videosorveglianza, di cui si sta per dotare la città, risponderà concretamente alla crescente domanda di sicurezza dei cittadini. Le telecamere, dislocate in varie zone della città, saranno installate di concerto con le Forze dell’ordine e la Prefettura, e costituiranno un valido strumento di difesa passiva, controllo e deterrenza di fenomeni criminosi e vandalici.
Il progetto che prevede interventi nel triennio 2016/18, nel corrente anno vedrà installate 67 telecamere in 24 aree di ripresa”.
Il nuovo sistema di controllo all’accesso alla ZTL, già operante e costituito di 27 stazioni periferiche (varchi) operanti H24 permette, meglio di quello precedente, di acquisire tutti i transiti non autorizzati. Passando al tema banda larga, come ha detto, “il Comune da tempo investe in questo ambito per coprire i servizi offerti ai cittadini. Sono, infatti, a disposizione 10 Access Point per l’accesso gratuito ad internet a tutti i cittadini e turisti che ne vogliono usufruire, aderendo allo standard “TerrediSiena WiFi”, protocollo dell’intero ambito provinciale e federato alla diffusa rete “Free ItaliaWifi””. Le piazze coperte sono: Piazza Matteotti, Piazza Gramsci, La Lizza, Fortezza Medicea, Piazza Costituzione (San Miniato), Piazza del Campo (2 AP), Piazza Duomo, Piazzale Rosselli, Piazza del Mercato. La rete Wi-Fi copre anche l’interno del complesso S. Maria della Scala, la Sala delle Lupe di Palazzo Comunale e il Museo Civico. “Il Comune ha, inoltre, aderito al progetto “Francigena Wi-Fi” con l’attivazione di 12 nuovi Access Point. Il progetto, finanziato e realizzato dalla Regione Toscana fornisce un servizio di accesso gratuito a Internet con tecnologia Wi-Fi che è utilizzabile dai pellegrini, dai turisti e più in generale dagli abitanti delle zone attraversate dal percorso: Porta Camollia, Biblioteca Comunale, le piazze S. Domenico, Indipendenza, Mercato e Amendola, via Roma, Porta Romana e Porta S. Marco, via Mattioli, Fonte Giusta, Fontebranda. Inoltre ha da poco tempo creato, grazie alla collaborazione con il Consorzio Terrecablate, la cosiddetta Rete DIAN@ che collega in fibra tutte le sedi comunali, 31 scuole e fornisce l’infrastruttura di rete anche ad ASP, Società della Salute e Siena Parcheggi.
L’utilizzo della fibra ad alte prestazioni, oltre ad aumentare l’affidabilità e la resilienza della rete, ha permesso l’ammodernamento del sistema di rilevazione accessi ai 27 varchi ZTL e l’attivazione di numerosi servizi tra cui il VOIP e la, presto, la videosorveglianza”.
Infine, ha concluso, “il progetto più rilevante che il Comune sta mettendo in campo sull’efficientamento energetico riguarda l’illuminazione pubblica. Scaduto l’affidamento alla società partecipata INTESA spa, l’amministrazione ha intrapreso tutte le azioni necessarie per arrivare a un sistema che consentirà, da una parte, di realizzare un
complesso di opere e di investimenti finalizzati alla messa in sicurezza di tutta la rete (circa 5mln di euro) e, dall’altra, attraverso la sostituzione di circa 8000 corpi illuminanti con lampade a LED (circa 3,5mln di euro), di ottenere un risparmio sul consumo energetico di oltre il 50%”. Gli interventi previsti negli edifici di proprietà comunale sono: l’asilo nido di Ravacciano, rispetto al quale i tecnici comunali stanno redigendo il relativo progetto per partecipare al bando nazionale “Fondi Kyoto”, per un importo di 150mila euro; il completamento degli impianti sportivi di Taverne d’Arbia per i quali sono previsti anche interventi di efficientamento energetico sia strutturali (realizzazione di cappotti per ottenere classificazione energetica A), sia di produzione di energia da fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici) per un investimento totale 500mila euro; la scuola dell’infanzia Agnoletti (via Q. Settano), dove sono previsti interventi di efficientamento energetico e adeguamento antisismico per complessivi 350mila euro; scuola dell’infanzia Il Castagno che sarà interessata da riqualificazione energetica e adeguamento antisismico per circa 600mila euro; realizzazione della nuova scuola elementare a San Miniato secondo le migliori tecniche a disposizione per l’efficientamento energetico. Il progetto preliminare verrà completato a breve per un investimento di 3mln di euro. Altri interventi sempre finalizzati al risparmio energetico sono previsti in scuole e palestre per complessivi 100mila euro.
“Dalla risposta ricevuta – ha replicato Giordano – mi sembra che l’amministrazione abbia fatto proprie le valutazioni espresse dall’esperta in materia citata dal vicesindaco. Ma gli esiti del rapporto Smart City Index dovrebbero essere di stimolo per un maggior fare da parte del Comune, anche se alcune azioni sembra intenzionato a metterle in atto. Azioni, però che non rispondono ad una strategia generale per l’efficientamento, così come i sistemi relativi alla sensoristica”.