La donna, per effettuare il rifornimento, si era tolta l’anello (in oro bianco, con zaffiro ovale blu al centro, circoscritto da brillanti) appoggiandolo, come era solita fare, sul sedile della macchina.
Tornata sull’auto, la donna non si era pero’ accorta che l’anello fosse caduto sull’asfalto ed aveva ripreso la marcia. Quando si era resa conto della mancanza del gioiello era ritornata al distributore, ma dell’anello non vi era più alcuna traccia.
La 33enne si è quindi recata alla stazione dei Carabinieri di viale Bracci per sporgere denuncia. I militari dell’Arma, visionando la registrazione delle telecamere di sorveglianza del distributore, hanno individuato il conducente di un furgone sopraggiunto subito dopo raccogliere l’anello mettendoselo in tasca.
I militari hanno così contattato il titolare della ditta alla quale era intestato il furgone chiedendo chi si fosse trovato alla guida a quell’ora. L’imprenditore ha chiesto un po’ di tempo per fare gli accertamenti e il giorno dopo, a quarantotto ore dallo smarrimento, si è presentato in caserma un cittadino straniero, impiegato presso quella ditta.
L’uomo portava con sè l’anello scomparso, chiedendo poter consegnare personalmente l’oggetto alla donna che, sopraggiunta pochi minuti dopo, offriva anche del denaro come riconoscimento, denaro rifiutato orgogliosamente dall’uomo.
I militari non possono sostenere che l’autista del furgone volesse trattenere per sè il gioiello rinvenuto. Per arrivare a questa conclusione e denunciarlo, avrebbero dovuto attendere ancora un paio di giorni e metterlo alla prova, ma il vero scopo era quello di ritrovare l’anello, e questo è stato conseguito.