“Nell’attesa venga pubblicata l’intera sentenza e le motivazioni in dettaglio, prendiamo atto che si tratta di una risoluzione esattamente coincidente con quanto proposto dall’Amministrazione quando, sulla scia delle più recenti comunicazione del MEF e della Corte dei Conti, aveva invitato i sindacati ad un accordo extra giudiziale tra le parti. Quella proposta di accordo nel contenuto anticipava letteralmente il successivo dispositivo del giudice”. Così il Comune di Siena commenta la sentenza del giudice del lavoro in merito alle indennità atipiche dei dipendenti del Comune.
“La sentenza, che applica la legge 2. 5.2014 n. 68 detta “Salva Roma” – prosegue la nota dell’Amministrazione comunale – stabilisce che il “debito” sussiste, ma che non deve essere recuperato dagli stipendi già erogati bensì da nuove economie sul costo del personale. Va sottolineato che la compensazione delle spese disposta dal giudice rappresenta per l’Amministrazione il riconoscimento di aver operato correttamente. Con la messa in mora – che il giudice non ha contestato – il Comune ha agito solo in via cautelativa e le restituzioni di somme individuali sono avvenute per volontà di singoli soggetti che in tal senso hanno liberamente ritenuto di agire.
Le leve che hanno sanato quanto rilevato dagli ispettori ministeriali sono state due: per un verso la grande attenzione alle economie dei nuovi piani occupazionali, per l’altro una gestione attenta dei fondi sotto osservazione. Il giudice del Lavoro, a tal proposito, ha confermato gli indirizzi già assunti con tempestività dal Comune. Tutto ciò non dovrebbe sfuggire alle organizzazioni sindacali: già nel febbraio 2015, con delibera di Giunta n. 70, l’Amministrazione ha apertamente dichiarato, in applicazione della sopraggiunta normativa, di non aver più nulla da recuperare dai propri dipendenti e ne inviava comunicazione al MEF ed alla Corte dei Conti con auspicio di un riscontro, utile a chiudere positivamente la vicenda.
Se l’intesa auspicata non è stata raggiunta prima della sentenza è dovuto ad una diversa aspettativa sindacale, che intendeva contestare la legittimità della messa in mora che è invece andata delusa. Di fatto il giudice del lavoro ha sentenziato esattamente quanto proposto dal Comune ai sindacati 15 giorni fa, una proposta rifiutata per mere ragioni di opportunità politica”.