L’obiettivo è quello di tracciare i movimenti del mercurio nell’ambiente e far luce sugli aspetti ancora poco noti del destino di questo contaminante.
Chiarisce il professor Fabrizio Monaci, coordinatore del progetto per l’Università di Siena : “Con lo sviluppo di questo nuovo sistema di monitoraggio, concepito secondo criteri di semplicità e basso costo, per poter essere utilizzato in qualsiasi condizione ambientale, anche la più remota o avversa, si vuole rispondere alla crescente esigenza di tenere sotto controllo il mercurio atmosferico e verificare le recenti misure di riduzione attivate in molti paesi. L’inquinamento da mercurio è infatti un problema ambientale di grande attualità, soprattutto per i rischi che questo metallo tossico pone a livello globale poiché, una volta emesso in aria (ad esempio dalle centrali termoelettriche a carbone), è assai persistente e mobile e può raggiungere regioni anche molto distanti da quella in cui si è originato l’inquinamento”.
La fase di sperimentazione dell’innovativo sistema di monitoraggio del mercurio che è condotta in questi giorni dai due gruppi di ricerca delle Università di Toronto e di Siena – dove è giunto da Toronto il professor Carl Mitchell – fa parte di un progetto recentemente finanziato dal Governo del Canada (Natural Sciences and Engeneering Research Council of Canada), nell’ambito dell’azione prioritaria per la protezione delle aree remote dell’Artico.