“Il Tar – ha commentato il capogruppo di Più Toscana in Regione e capolista di Lega Toscana – Più Toscana, Antonio Gambetta Vianna-, ha accolto il nostro ricorso tenendo conto di passate sentenze del Consiglio di Stato. Il Tar ha confermato che le parole “Lega” e “Toscana” sono patrimoni di tutti e non soltanto di un partito. Tra l’altro, ci siamo già presentati in altre elezioni e lo stesso Mat, i cui esponenti sono candidati con noi, si presentò in passato con la dicitura “Lega Autonomista Toscana” senza alcun problema. Il Tar ha ribaltato quanto espresso dalla Corte d’Appello di Firenze e ha anche sentenziato che il nostro simbolo non è confondibile con quello usato dalla Lega Nord”.
Rimangono così sette i candidati presidenti su cui saranno chiamati ad esprimersi gli elettori in cabina elettorale il 31 maggio, ma tornano dieci le liste ammesse che li sostengono: sei e nove a Pisa, dove rimane la bocciatura nella sola circoscrizione della lista “Democrazia Diretta” che non ha rispetto l’alternanza di genere uomo-donna per le candidature degli aspiranti consiglieri regionali.
Il 31 maggio correranno dunque per la presidenza e per i quaranta posti in Consiglio regionale i seguenti candidati e liste, in rigoroso ordine alfabetico:
Claudio Borghi, candidato della Lega Nord e di Fratelli d’Italia
Gabriele Chiurli, sostenuto dalla lista Democrazia Diretta (ma che non sarà presente nella circoscrizione di Pisa)
Tommaso Fattori, candidato della Lista Sì Toscana a sinistra
Giacomo Giannarelli, sostenuto dal M5S
Gianni Lamioni, candidato della lista Passione Toscana, espressione di Ncd e Udc
Stefano Mugnai, candidato di Forza Italia e Lega Toscana-Più Toscana
Enrico Rossi, sostenuto dal PD e dalla lista Popolo toscano