Il Palio, come sapete, era dedicato alla Vergine ed alla monumentale opera di Duccio di Buoninsegna eseguita settecento anni orsono. Ebbene, abbiamo ritrovato qualche traccia di soprannaturale nel Palio che è una grande festa civile ma anche religiosa.
La Giraffa vincitrice ha avuto parecchi segni misteriosi: non doveva correre, ma è stata estratta proprio il giorno in cui è morto un giovane contradaiolo amato e pianto da tutto il Rione. Con l’animo invaso di questo sentimento triste, dice il Priore Laura Dainelli, abbiamo sentito come una carezza della Madonna ed è calata in Contrada la cavalla bianca Fedora Saura e poi il fantino devoto di Maria, Andrea Mari detto Brio.
Infine, l’apparizione bianca del Drappellone con l’immagine spirituale di Maria, ci ha invitato a guardare il Palio con l’orecchio del cuore. Una specie di messaggio divino come se lo vedessimo trascritto in codice braille.
Tutti questi segni sono stati sentiti come veri, tanto che dopo la vittoria della Giraffa il Priore Dainelli ha voluto dedicare questo sentimento al ragazzo scomparso il giorno dell’estrazione e a tutti i Giraffini che hanno seguito il Palio dal cielo, un legame con l’invisibile.
Noi che abbiamo fatto la telecronaca del Palio su Rai2 possiamo essere testimoni su alcuni fatti. Giusto in quei giorni, proprio ad Andrea Mari, abbiamo chiesto quali pensieri si portasse dentro pensando a Fedora. Lui ha risposto che il dialogo con la Vergine è vivissimo e quasi domestico così come quello con Fedora.
Il giovane fantino, ci ha confidato di pensare alla Vergine nei momenti di solitudine e che spesso va a trovare forza e affetto al cimitero dai suoi cari. La Madonna, sostiene Mari, nel bene e nel male gli è sempre vicina per confortarlo e correggerlo.
L’uomo che abbiamo sentito parlare, è un ragazzo pieno di grinta e coraggio. Non è un conformista, non accetta patti prefabbricati. La sua vittoria quindi, è una vittoria ottenuta nello spirito più cristallino, come dovrebbe sempre essere al Palio.