Chi aveva scagliato la improvvisata lancia non era neppure di quella contrada, infatti era stato ingaggiato apposta perchè così usava a quell’epoca: chi non aveva soldi nè tipi abili ingaggiava con una somma ragionevole un alfiere o un tamburino che fingevano di lavorare per un’altra contrada.
Il “lanciatore” tirò forte e dritto ma la bandiera passò a pochi centimetri da Testina, che certo sarebbe stato colpito se fosse stato dotato di un testone. E così i giraffini fecero festa assistiti dalla Madonna, che come si sa ha una stabile dimora anche nella chiesa di Provenzano, proprio sopra la sede della Giraffa.
Le avventure di Testina non finiscono qui, eccolo vispo e saettante nel 1919. La Grande guerra è finita e si corrono quell’anno ben tre Palii. L’ultimo è però un tipo di Palio speciale che oggi non esiste più: “il Palio a sorpresa”.
Di che si tratta? Dopo il Palio del 16 agosto vinto dalla Selva i cavalli che hanno corso vengono rinchiusi nell’Entrone per un altro Palio fulminante. Dal bossolo delle estrazioni vengono prelevate dieci contrade e senza tante cerimonie si passa alla corsa.
Testina, che aveva gareggiato nella Torre, pensò di confermare la sua amicizia a quella contrada, dichiarando che se per caso fosse stato estratto nell’Oca – la rivale – sarebbe scattato il piano x. Al terzo giro, una carrozza carica di torraioli, si sarebbe parcheggiata presso la curva di San Martino, e avrebbe atteso che testina uscisse a cavallo dalla Piazza abbandonando la corsa per tuffarsi tra i torraioli in carrozza, che sarebbe partita a briglia sciolta tra le sghignazzate generali.
Ma l’Oca, subodorando qualcosa coi suoi servizi segreti, incaricò un fantino fedele, il famoso Picino, di far circolare questa voce: chi monterà nell’Oca e vincerà riceverà un premio dalla contrada.
Data la mossa l’Oca, con Testina a cavallo, prese la testa della corsa: quelli della Torre ridacchiavano. Testina passò al primo e al secondo San Martino e quelli in carrozza a sbellicarsi. Passò anche al terzo San Martino, e smisero di ridere. Testina, da bravo mercenario, aveva tradito il colore della Torre per il colore ocaiolo. Così Testina passò alla storia come quello che aveva corso per un giorno con una contrada ed il giorno dopo per la rivale.