tra l’altro in assenza di altre attività che potessero giustificarne la disponibilità.
L’allerta nei confronti della persona controllata è scaturita nel momento in cui lo stesso nell’arco temporale di un mese ha versato sul proprio conto corrente, frazionati in più volte, oltre 30 mila euro in contanti.
I finanzieri, dopo aver controllato gli estratti conto relativi agli ultimi anni, individuato le operazioni per contanti ed il successivo utilizzo delle provviste (estinzione anticipata di linee di credito regolarmente erogate dal sistema finanziario), esaminato le giustificazioni fornite dal contribuente in sede di contraddittorio – attività, quest’ultima, avvenuta nel rispetto delle disposizioni anti-contagio – hanno accertato che il contribuente aveva incamerato somme superiori a quelle certificate per fini fiscali. I militari hanno quindi proceduto all’immediata constatazione della violazione amministrativa relativa all’infedeltà dichiarativa segnalando quasi 36 mila euro di redditi non dichiarati all’Agenzia delle Entrate competente per il recupero a tassazione delle imposte evase.
Il soggetto interessato, insieme al coniuge lavoratori dipendenti presso pelletterie, invitato ad indicare l’origine delle provviste movimentate per contanti, ha fornito giustificazioni generiche.