La conferenza per presentare il Val d’Orcia ART Festival che si terrà dal 10 al 12 settembre, si è tenuta in una location d’eccezione: il cassero della maestosa Rocca di Radicofani, nel corso di un evento organizzato dall’associazione creatrice del primo festival di arte in Val d’Orcia in collaborazione con il Rotaract Club Chianciano – Chiusi – Montepulciano, promosso in modalità mista – sia in presenza rispettando le norme Covid – 19 che in modalità online – per permettere a chiunque, compresi gli artisti che arriveranno il prossimo fine settimana da tutta Italia, di poter seguire la conferenza.
“Ho accolto l’invito come presidente di giuria perché voglio che l’arte sia rilanciata dopo il periodo di lockdown, del quale parlerò in maniera approfondita nella conferenza “Arte e lockdown” che terrò il primo giorno del festival al Teatro Costantini di Radicofani – ha dichiarato il critico d’arte Giorgio Grasso –. Questa iniziativa, questo festival, rispecchia a pieno la mia idea di rilancio: da un brutto periodo si esce tramite la bellezza e tutta la Val d’Orcia, ma direi tutto il territorio italiano, hanno un patrimonio artistico strabiliante che mi ha fatto accettare volentieri di partecipare.”
Il primo festival di arte in Val d’Orcia – spiegano gli organizzatori – è nato perché c’era la necessità di costruire qualcosa che ridesse speranza. L’obiettivo del festival è rimettere l’arte e l’artista al centro e ricostituire in Val d’Orcia la ‘casa degli artisti’. I 27 artisti che parteciperanno al festival hanno trasmesso tanto entusiasmo, voglia di ripartire e rimettersi in gioco.
Inoltre l’associazione vorrebbe riportare l’attenzione dei giovani per l’arte e la passione sulle attività artigianali per poter far rinnamorare le nuove generazioni all’artigianato. “L’esigenza si è sentita più forte nei momenti di chiusura, del lockdown, quando non si potevano fare mostre o visitare musei. Da lì ci siamo detti che c’era bisogno di una ripartenza, soprattutto nel nostro territorio che è famoso nel mondo per la sua bellezza – ha affermato la presidente dell’associazione ‘Val d’Orcia ART Festival ETS’ Angela Maria Sanna – , un valore aggiunto in più che valorizza il territorio; in questo modo riusciamo a dare voce agli artisti e all’arte che purtroppo in questa società sono stati messi da parte”.
La scelta è ricaduta proprio su Radicofani perché rimane leggermente in ombra rispetto al resto dei territori in Val d’Orcia ma non per questo significa che abbia meno bellezze, anzi, sono tutte da scoprire e la ragione della presenza al festival di Grasso, che da anni sta facendo una battaglia contro l’arte concettuale, quella che non dà emozione, è quella di riportare il concetto di bellezza: l’arte serve all’anima, alle emozioni, al cuore.
“L’Italia ha più del 50% del patrimonio artistico del mondo sul proprio territorio e tramite le iniziative dell’associazione, ma anche dell’arte, il nostro compito come critici è di portare più persone possibili e tutelare ma anche propagandare il nostro patrimonio artistico – ha concluso Giorgio Grasso –. Io spero di trovare opere di chi esporrà al festival che siano di mio gusto, legato al concetto di bellezza, di emozione estetica. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, che cosa può salvare se non la bellezza e le emozioni”.