Si è svolta nella scorsa notte, martedì 8 ottobre, un’operazione dei Carabinieri di Poggibonsi e del Comando provinciale di Siena che ha sgominato un sodalizio italo-albanese dedito allo spaccio di cocaina e altre sostanze stupefacenti tra la provincia di Siena, la Valdelsa senese e la limitrofa provincia di Firenze.
Nell’operazione sono impegnati oltre 150 militari dell’Arma dei Carabinieri e 4 unità cinofile: 12 le persone arrestate.
Tutto era nato a gennaio di quest’anno, quando una persona ben informata, confidente dei Carabinieri, aveva informato come in un casolare abbandonato dalle parti di Poggibonsi, un gruppo di spacciatori albanesi e italiani aveva nascosto una notevole quantità di stupefacente.
I Carabinieri della Compagnia di Poggibonsi avevano battuto il ferro ancora caldo andandp ad ispezionare l’enorme casale con i cani antidroga del Nucleo Cinofili dell’Arma di Firenze. La battuta era stata fortunata: in due diverse postazioni ben nascoste i militari avevano rinvenuto un chilo e mezzo di stupefacente, fra hascisc e marijuana.
A quel punto, i carabinieri del NORM di Poggibonsi avevano deciso di approfondire le indagini facendosi autorizzare dal PM Siro De Flammineis per un sequestro ritardato e piazzando cinque telecamere in alcuni punti dai quali poter osservare l’area.
I soggetti che così sono andati a prelevare dosi da spacciare nell’area della Valdelsa hanno potuto essere di volta in volta ripresi ed identificati. Sono state quinti intraprese indagini di carattere tecnico, con tutti i possibili contributi che la tecnologia elettronica può fornire. I militari sono risaliti al fatto che i fornitori fossero in genere di Castelfiorentino, con eccezione di alcuni casi che conducevano a Grosseto e Fermo con il sodalizio criminale che appariva del tutto disunito, con alleanze temporanee continuamente avvicendate da altre.
Gli spacciatori locai invece, italiani ed albanesi, avevano in comune anche il fatto di essere tutti ludopatici. I ricchi proventi dello spaccio infatti sono finiti regolarmente persi nelle sale giochi. Ogni serata alle macchinette è costata una media di 2-3.000 euro di perdite agli spacciatori con uno di loro che ha stabilito un poco invidiabile primato: 15.000 euro persi a giocare in una sola serata.
Queste serate economicamente devastanti li hanno messi nelle condizioni di non poter pagare i loro fornitori. I debiti sono quindi cresciuti come la paura che ne è conseguita: quella di essere puniti in maniera atroce dagli albanesi di Castelfiorentino.
La banda ha cercato allora di diversificare le fonti di approvvigionamento e di procurarsi delle armi per la prevista necessità di difendersi. Nelle intercettazioni dei militari dell’Arma infatti, i malviventi parlavano spesso di come trovare delle armi, perché il futuro era molto incerto.
I Carabinieri ad un certo punto hanno cominciato ad effettuare dei recuperi di sostanze al momento delle azioni di spaccio. E’ stato subito neutralizzato ed arrestato un pusher che si dedicava in via esclusiva alle cessioni a minorenni. In un’intercettazione i malviventi hanno parlato di un viaggio ad Arezzo e i militari hanno pensato ci si riferisse ad una fornitura di cocaina: al rientro l’autovettura monitorata è stata fermata prima dell’arrivo a Poggibonsi e portata in caserma per un’accurata perquisizione. I carabinieri hanno smontato quanto era possibile smontare ma non hanno rinvenuto droga, bensì una pistola semiautomatica Mauser, calibro 6,35 con la matricola abrasa nascosta nel vano retrostante all’autoradio. Il conducente aveva fatto solo da corriere, l’arma era destinata ad un altro spacciatore in cambio di un debito condonato.
I militari hanno successivamente intercettato un’altra missione delittuosa. Un albanese di Badesse si era recato a Grosseto con un sudamericano che spacciava nel centro storico di Siena. Al rientro i due sono stati fermati sulla Siena-Grosseto all’altezza delle risaie. Due auto dei carabinieri li hanno bloccati senza concedere nessuna possibilità di fuga. A bordo dell’autovettura sono stati ritrovati 250 grammi di cocaina che a Siena non sono mai arrivati.
I vari sequestri sono stati tenuti nascosti sino alla data odierna: i militari hanno infatti cercato per quanto possibile di agire sotto traccia per essere più efficaci. Ora il PM De Flammineis su richiesta dei carabinieri della Compagnia di Poggibonsi ha ottenuto dal GIP presso il Tribunale di Siena Roberta Malavasi l’ordinanza, eseguita in data odierna, che ha previsto 14 misure restrittive della libertà personale per i componenti della banda (10 in carcere, 2 ai domiciliari, 1 obbligo di dimora e 1 obbligo di presentazione alla PG).
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