In esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare che ne dispone gli arresti domiciliari, l’uomo è stato catturato a Firenze, mentre la ragazza è stata rintracciata al porto di Ancona mentre scendeva da un traghetto proveniente da Valona (Albania) ed è stata condotta a Firenze su un’auto dell’Arma.
La misura è stata emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Siena (giudice Ilaria Cornetti) su richiesta della locale Procura della Repubblica (PM Siro De Flammineis), per il delitto continuato di estorsione, posto in essere in concorso dai due giovani.
Il tutto ha avuto inizio nel novembre del 2018, quando un uomo residente nel Chianti senese, poco più che trentenne, aveva iniziato a cercare avventure sessuali su un noto sito online che consente tale tipo di approcci di vario genere.
Dopo aver conosciuto una giovane avvenente ragazza e aver intrapreso con questa una relazione inizialmente solo telefonica, aveva infine avuto con la donna un rapporto sessuale consenziente che si è rivelato dover essere l’origine di tutta una serie di dolorose vicende.
Il fidanzato della giovane infatti, con il supporto della stessa, spacciandosi per il fratello, aveva intrapreso una sistematica opera di intimidazione nei confronti dell’uoo, definendolo pedofilo dichiaranto falsamente la minore età della 21enne, minacciandolo di rovinose azioni legali, nonché di morte, se solo il padre della ragazza avesse potuto rintracciarlo.
L’estorsore aveva inoltre sostenuto che a seguito di quel rapporto sua sorella era ora seguita da uno psicologo, che successivamente era stata ricoverata presso una struttura per malattie psichiatriche, che la famiglia si era rivolta ad un avvocato che aveva verificato come l’autore dell’abuso sessuale rischiasse dai 2 ai 7 anni di reclusione, oltre che la condanna a un ingente risarcimento dei danni.
Insulti e minacce si erano susseguiti con tutta una serie di telefonate e comunicazioni su whatsapp che hanno indotto l’uomo a versare a più riprese ai suoi estortori oltre 15.000 euro.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo, sostenuti e coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno così intrapreso su denuncia dell’uomo una serie di attività tecniche, che hanno messo in luce un’azione minatoria continuata ai danni del denunciante.
È verosimile e anzi probabile, spiegano i militari dellì’Arma, che possano esservi altri uomini che siano rimasti invischiati nella rete tesa dalla coppia, risulta infatti che la ragazza, molto attraente, abbia avuto molti contatti, e si sta lavorando per ricostruire tale aspetto.
Il contenuto e la frequenza dei messaggi dimostrano inequivocabilmente che quella messa in atto nei confronti della parte lesa da ottobre 2018 a febbraio 2019 è stata una vera e propria estorsione, con minacce quotidiane (di presentazione di denuncia per “prostituzione minorile”, di rivelazione dei fatti ai familiari, al datore di lavoro e a tutto il paese, di morte o comunque di aggressione fisica da parte del padre della pretesa vittima della violenza sessuale). Il denunciante era stato costretto a versare a più riprese su un conto riconducibile alla ragazza la cifra di denaro estorta. Lei e il suo uomo hanno agito con assoluta spregiudicatezza, oltre che con innegabile disinteresse verso le conseguenze delle proprie azioni, in particolare l’intensità del pregiudizio non solo e non tanto patrimoniale, quanto personale, esistenziale, patito dalla vittima.