Il conferimento avverrà nell’ambito del Festival delle letterature migranti, in corso nel capoluogo siciliano.
Nella motivazione, si legge che l’onorificenza viene attribuita a Bettini “per avere fondato e diretto il Centro Antropologia e mondo antico che ha lo scopo di promuovere un metodo innovativo nello studio della cultura classica, con l’obiettivo di stimolare la collaborazione scientifica fra classicisti, storici, antropologi, semiologi e studiosi di teoria della cultura, in una prospettiva di ricerca di elementi di continuità ed evoluzione culturale tra antico e moderno. Per essere un filologo, antropologo e latinista che ha maturato una riflessione profonda sul Mediterraneo quale luogo di incontro di più culture […].
Per l’analisi elaborata sulla realtà di una modernità omologata, che induce l’individuo, proprio quando è in contatto con la diversità, a maturare la tendenza alla difesa delle proprie radici, adottando un atteggiamento di chiusura nei confronti del cambiamento e dell’alterità, oggi rappresentata dal migrante, dimenticando che le culture sono storicamente mutevoli e articolate e che gli antenati del mondo classico in realtà erano molto diversi dagli europei di oggi.
Per la riflessione sul pericolo rappresentato da un uso strumentale della cultura, che mortifica e svilisce la natura stessa del ragionamento e della flessibilità di pensiero che nella storia è stata talvolta assoggettata a scopi specifici al fine di costruire una immagine di uomo ben definita”.
Sul significato e sul valore della cultura, lo scorso giugno il professor Bettini ha tenuto a Siena la lectio magistralis in occasione del Graduation Day, di fronte a oltre seicento laureati che hanno partecipato alla cerimonia organizzata dall’Università di Siena in piazza San Francesco.
Il centro di Antropologia del mondo antico è stato fondato da Bettini nel 1986 presso l’Ateneo senese e ha inaugurato un filone di ricerca sui classici che, accogliendo e innovando in modo del tutto originale correnti di pensiero nate nel mondo anglosassone, ha cambiato la visione degli studi sulla Grecia e Roma.