“Quando 5 anni fa Siena attraversava il suo momento più buio, tanti possibili candidati alla carica
di Sindaco fecero un passo indietro: troppo rischioso, la possibilità di fallire era alta.
La mia scelta, invece, fu diversa: credevo nel potenziale di questa città e della sua gente. E ci credo ancora adesso, ancora di più”. Bruno Valentini, candidato del centrosinistra, ripercorre quei giorni e ricorda le responsabilità estese di quella pagina difficile, anche di chi ora ritorna fingendosi “cambiamento”.
“Ma come mai Siena era così malmessa? Del debito e di Mps tutti ormai sanno, quello che però non tutti ricordano – o fingono di non ricordare – sono le pesanti responsabilità dello Stato di allora, confermate dalla commissione d’inchiesta sulla banca: prima il governo Berlusconi decise che il sistema bancario italiano era solido e non aveva bisogno di interventi statali che invece poi si sono rivelati necessari; poi Tremonti non svolse adeguatamente il suo ruolo di vigilanza in merito all’indebitamento della Fondazione per gli aumenti di capitale di Antonveneta”.
“Oggi che la città è di nuovo solida – prosegue il candidato del centrosinistra Valentini – il centrodestra si ricorda di Siena, trova un candidato che spalanca le porte a gente come Mussolini, Gasparri e Salvini, e tenta di riciclarsi. No, troppo comodo: prima si sono lavati le mani di noi e hanno partecipato al banchetto nel quale si spartivano le poltrone, ora vorrebbero impadronirsi della città come un prestigioso trofeo da mostrare nel mosaico nazionale. Ma Siena non è un giocattolo, Siena sa bene chi le è stato a fianco in questi anni non tirandosi mai indietro e chi l’ha trascurata per tornare solo adesso travestito da cambiamento. Mi spiace De Mossi, mi spiace cari Berlusconi, Salvini, Gasparri, Mussolini e Meloni, qui si amministra con competenza e senso di responsabilità, sulla base di solidi valori di solidarietà, equità e tolleranza, che costituiscono il DNA di Siena” conclude Valentini.