“Da anni si assiste ad una progressiva e sostanziale uscita dall’orbita del controllo pubblico di tutti i servizi di interesse generale: acqua, rifiuti, energia, trasporto pubblico”. Così l’ìnizio di un intervento di ArticoloUNO-Mdp Siena.
“Nelle poche occasioni nelle quali i cittadini sono stati chiamati a pronunciarsi democraticamente, il risultato è stato chiaro e netto, come nel caso del referendum del 2011: allora, il 95% degli elettori italiani votò a favore dell’abrogazione della norma che prevedeva l’obbligo di privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali nonché di quella che stabiliva la possibilità di ricavare profitti dalla gestione del servizio idrico integrato. Risultato a distanza di anni? La consultazione democratica si è di fatto dimostrata inutile perché aggirata dal principio dominante secondo il quale l’acqua è un bene “a rilevanza economica”. Si è di conseguenza affermato il metodo di calcolo della c.d. “full recover cost”, in base al quale anche gli interessi sul capitale investito devono essere coperti dalla tariffa, con una complessa formula che di fatto privilegia l’efficienza economica rispetto alla natura del servizio pubblico. Un modo subdolo per asservire l’impianto dei diritti su alcuni beni e servizi essenziali alla scienza economica, e dunque alla logica del profitto che porta con sé problemi etici, di legalità e di trasparenza che sono sotto gli occhi di tutti.
A questa situazione, già di per sé molto grave, si è aggiunto un processo di progressiva erosione del controllo pubblico sui soggetti industriali che gestiscono anche gli altri servizi di interesse generale. Se può essere astrattamente un bene l’ampliamento delle dimensioni territoriali relative alla gestione di servizi fondamentali, come ad esempio quello sui rifiuti, è altrettanto necessario che a tale crescita dimensionale, pur da non rincorrere come valore assoluto, corrisponda il consolidamento, il rafforzamento del controllo pubblico che si traduce in una garanzia di connessione e strumentalità rispetto alla tutela degli interessi delle comunità e dei cittadini, e non degli interessi finanziari e di lucro di soggetti privati. A maggior ragione se, come oggi tutti condividono, il tema dell’economia circolare, del recupero e del riuso della materia prima è e diverrà sempre di più strategico – di pari passo con la ineludibile questione ambientale – per la sostenibilità ed il futuro economico di qualsivoglia contesto sociale.
Sui rifiuti, in particolare, è inaccettabile che si pensi, da un lato, all’ulteriore aumento della dimensione territoriale del sistema complessivo di regolazione e gestione e si assista, dall’altro, alla progressiva riduzione del controllo pubblico dei soggetti gestori del servizio, al contrario di quanto necessario per non tradire la natura collettiva degli interessi in gioco.
Come forza politica nata per rimettere al centro i temi della giustizia sociale, dell’uguaglianza, dell’accessibilità universale ai servizi come scuola, sanità e giustizia e ai beni comuni, ci batteremo sempre per il protagonismo di un sistema pubblico, trasparente e in grado di erogare servizi a condizioni di efficienza ed equità per tutti i cittadini”.