Il cuore nel territorio, la mente nel mondo. E’ questo il messaggio emerso oggi durante la prima giornata delle celebrazioni per i 50 anni del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. Un evento dedicato al “coraggio e all’orgoglio” dei 25 fondatori che posero le basi per il fenomeno internazionale oggi conosciuto come Brunello. Un messaggio più volte ribadito dai fondatori e dai loro eredi, tutti premiati questa mattina, e anche da due figure storiche, la produttrice Francesca Cinelli Colombini ed il produttore e creatore di Villa Banfi ed ex Presidente del Consorzio Ezio Rivella, a confronto in un interessante faccia a faccia moderato da Luciano Ferraro del Corriere della Sera. Due personalità che incarnano due anime di un sistema unico ed inimitabile, come quello di Montalcino, e che rappresentano al meglio la realtà del Brunello. Da un lato la custodia del DNA montalcinese che, come dice Francesca Cinelli Colombini è unico, della tradizione e del territorio, che non vuole “capitani di ventura” ma persone che, come le famiglie storiche del Brunello siano capaci di scelte qualitative, magari difficili ma sempre orientate a mantenere eccellenza e specificità. Dall’altro il volto imprenditoriale di chi, venendo a Montalcino “quando il Brunello ancora vendeva poche bottiglie e non era conosciuto nel mondo”, proprio partendo dal rispetto della tradizione e sfruttando l’eccellenza e la specificità, ha investito in un piano industriale e commerciale che, a partire dagli anni ’90, ha portato al boom che ha trainato la crescita esponenziale del Brunello nel mondo.
Due anime, quella della tradizione e dell’innovazione, che hanno un’unica visione del futuro. Non fermarsi mai, investire sempre, mettere i giovani in sella alle aziende molto presto perché questo è il solo modo di vincere la competizione in un mondo che va sempre più veloce e si trasforma in continuazione. Partendo da un punto di forza: l’unicità del territorio.
“Dobbiamo ringraziare i 25 coraggiosi produttori che credettero fortemente in un sogno chiamato Brunello e che insieme alle grandi famiglie del territorio diedero vita a questa realtà che ho l’onore di guidare e che è una delle più importanti nel panorama italiano ed internazionale – commenta il Presidente del Consorzio Patrizio Cencioni. Da allora abbiamo raggiunto molti traguardi importanti, frutto di una scelta strategica perseguita con coerenza nel tempo: puntare sulla ricerca dell’eccellenza attraverso l’equilibrio fra produzione e territorio”.
In questi 50 anni, forte di un successo straordinario, i numeri attorno al Brunello di Montalcino sono cresciuti in modo esponenziale. Basti pensare che nel 1968 le bottiglie prodotte erano soltanto 13.000, circa 1 milione e 450 mila nel 1986, mentre l’anno scorso sono state 9.100.000, una crescita di quasi il 70 mila per cento. Un ettaro di Brunello nel 1966, anno in cui fu creata la DOC e quando ce n’erano solo 115 (64 specializzati e 51 promiscui), valeva 1,8 milioni di lire (fonte winenews); oggi, che gli ettari sono 2100, in media ne vale 500 mila euro.
Per celebrare questo importante traguardo il Consorzio ha organizzato due giornate che hanno visto in quella di oggi alternarsi i protagonisti della grande sfida iniziata nel 1967 e gli esperti, chiamati nella capitale del Brunello a tracciare gli scenari in cui i produttori dovranno cimentarsi per mantenere la leadership internazionale. Ha chiuso i lavori Marco Do, direttore della Comunicazione Michelin Italia, con la presentazione della Guida Michelin dedicata agli chef stellati italiani e creata apposta per l’occasione. Questa sera charity dinner a sostegno del finanziamento di dispositivi di primo intervento e soccorso da donare ai vari presidi sul territorio montalcinese. Si prosegue domani, sabato 29 aprile, alle ore 10 al Teatro degli Astrusi, con l’incontro “La grande sfida del Brunello: i mercati del futuro”. Il giornalista del Corriere della Sera Luciano Ferraro stimolerà il confronto tra il fondatore di Vivino Heini Zachariassen, Marcello Masi, già direttore del Tg2, il vicedirettore del TG5 Giuseppe De Filippi e il responsabile di Wine Monitor per Nomisma Denis Pantini.