IL QUADRO
Apertura di settimana positiva per i mercati europei con il flusso di notizie del fine settimana concentrato sugli sviluppi del quadro politico in Francia (possibile alleanza a sinistra tra Hamon e Melenchon), Germania (dove un sondaggio segnala il sorpasso dei Social Democratici sui Conservatori) e Italia. Oggi i mercati USA sono chiusi per il President’s Day.
UNWISE
Il mercato obbligazionario ha vissuto una settimana caratterizzata da due fasi distinte: nella prima rendimenti in salita sulla testimonianza della Yellen e sui forti dati sull’inflazione USA; nella seconda rendimenti in discesa sulle minute della BCE e su una certa debolezza dell’azionario. I commenti post-testimonianza della Yellen si sono concentrati su una headline in particolare (“Yellen repeats waiting too long to tighten `would be unwise’”) in cui la Chairwoman definiva non saggio attendere troppo prima di procedere con ulteriori rialzi dei tassi. Questo a discapito di una testimonianza disseminata di gradualità, dipendenza dai dati della politica della Fed, incertezza sugli sviluppi della politica fiscale e sullo scenario internazionale.
La probabilità associata ad un rialzo dei tassi a marzo è salita leggermente (al 34%) dopo la testimonianza, ma l’aumento più robusto (sino al 45%) si è verificato dopo il rilascio dei numeri dell’inflazione di gennaio, con headline e core che hanno segnato un aumento superiore alle aspettative (al 2,3% e 2,5% rispettivamente). La misura d’inflazione osservata dalla Fed (il deflatore dei consumi privati) si mantiene ancora al di sotto del 2% (a dicembre: headline 1,6%, core 1,7%), ma è evidente che siamo nei dintorni del raggiungimento del duplice mandato della Fed (piena occupazione e inflazione al 2%).
I dati sull’inflazione al consumo sono stati accompagnati durante la settimana da una serie di altri forti dati macro; in particolare l’indicatore anticipatore della Fed di Philadelphia al livello più alto dal 1983. A fronte di questo flusso di dati, il rialzo dei rendimenti durante la settimana si è mantenuto ben al di sotto di quanto suggerito dal forte aumento dell’indice delle sorprese economiche.
Che cosa potrebbe indurre la Fed a saltare il meeting di marzo e attendere (giugno?) per consegnare il prossimo rialzo dei tassi? Uno dei fattori che comincia a essere citato è lo stesso che gli investitori giudicano come il maggiore rischio per i mercati globali: il ciclo elettorale europeo.
In breve: sulla base dei sondaggi, in nessun paese che andrà al voto nel 2017 si dovrebbe materializzare una vittoria di forze populiste/anti-UE. Tuttavia, il mercato teme che i sondaggi possano fallire. Se questo scenario di rischio si materializza anche in uno solo dei paesi, tanto basterebbe per mettere in moto forze disgregatrici all’interno dell’area euro.
LA SETTIMANA
– La settimana si apre lunedì 20 con l’incontro a Bruxelles tra il vice presidente americano Pence e il presidente dell’Unione Europea Tusk; sarà un test importante per valutare il tipo di relazione che gli USA vorranno intessere con l’Europa.
– Nella stessa giornata è in calendario il meeting dell’Eurogruppo, che raccoglie i ministri delle finanze dell’area euro. In calendario il punto sulla seconda review del terzo programma di aiuti alla Grecia. La review si sta rivelando alquanto problematica e, nonostante lo scenario centrale rimanga quello di un accordo, è possibile che questo avvenga in prossimità delle scadenze di luglio (quando circa 6,5 mld saranno necessari per rimborsare vari bond in scadenza). Senza il rilascio della tranche di aiuti, la Grecia non sarebbe in grado di onorare queste scadenze.
– Nei giorni successivi verranno rilasciati i dati preliminari per il mese di febbraio dell’indice PMI dell’Eurozona e dei suoi principali paesi. Le previsioni puntano ad un dato globale poco sotto i livelli elevati raggiunti a gennaio.
– Mercoledì ci sarà il rilascio delle minute del FOMC della FED del primo febbraio. Arrivando dopo la testimonianza della Yellen, l’importanza di queste minute è minore rispetto al solito, ma saranno comunque utili a raffinare la view del mercato sui prossimi passi della Fed.