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TOSCANA

I 300 anni del Chianti Classico festeggiati da un territorio più unito e coeso

27 Settembre 20164 minuti di lettura
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chiantiALE650Un ponte per progettare e costruire il futuro insieme. L’area del Chianti, mosaico vivente nato dal seme dell’identità rurale e cresciuto nei mille volti della tradizione, coglie il privilegio e l’opportunità di riscrivere la storia. Per i suoi trecento anni il territorio si regala l’istituzione del distretto rurale, del biodistretto e il progetto di candidatura a patrimonio dell’Umanità (Unesco). Si apre una nuova pagina della storia di sette comuni, uniti, forti, decisi a tracciare le linee del domani di un importante pezzo della Toscana, un’area estesa e articolata abitata complessivamente da circa 100mila abitanti. L’occasione è stata offerta dalle celebrazioni dei trecento anni dalla promulgazione dell’editto mediceo che definiva il primo territorio di produzione del Chianti, la prima denominazione di origine controllata. Un evento promosso e organizzato dal Consorzio Vino Chianti Classico tra i prestigiosi spazi del Palazzo Vecchio e dell’Opera di Firenze.

Tre secoli di vino. Trecento anni di storia, un percorso secolare, fatto di passioni, abilità e tradizioni contadine, segnato dall’alta qualità delle produzioni vinicole che oggi identificano un territorio e il suo vino, fusi nel valore di un unico brand noto in tutto il mondo. L’impegno e la determinazione dei sindaci Marcello Bonechi (Castellina in Chianti), Paolo Sottani (Greve in Chianti), Massimiliano Pescini (San Casciano Val di Pesa), Fabrizio Nepi (Castelnuovo Berardenga), Giacomo Trentanovi (Barberino Val d’Elsa), Pier Paolo Mugnaini (Radda in Chianti), David Baroncelli (Tavarnelle Val di Pesa), insieme al Consorzio Vino Chianti Classico, investono sul raggiungimento di obiettivi comuni: sostenere l’unità di un territorio come leva economica e produttiva e valore aggiunto sul piano turistico-culturale, convergere vocazioni e potenzialità dell’area Chianti in una visione omogenea che trae la propria forza dalle singole specificità dei territori che lo costituiscono. Alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, del sindaco di Firenze Dario Nardella, del presidente e del direttore del Consorzio Sergio Zingarelli e Giuseppe Liberatore, i sindaci hanno sottoscritto il protocollo di intesa per l’istituzione del distretto rurale e il biodistretto del Chianti e hanno presentanto la candidatura a patrimonio dell’Umanità, frutto di un lavoro quest’ultimo sostenuto e promosso in particolare da Tessa Capponi Borawska. “Un accordo epocale che segna un importante cambio di passo del nostro territorio che in modo concreto e ufficiale travalica i confini amministrativi e le logiche campanilistiche per lavorare con un’unica testa – commentano i sindaci – un’esperienza che abbiamo già avviato da qualche anno coinvolgendo i comuni nella predisposizione di un unico regolamento per l’applicazione dell’imposta di soggiorno e più recentemente la pianificazione di un progetto di promozione territoriale. Siamo orgogliosi del nostro passato e delle nostre radici ma riteniamo di essere pronti ad accogliere le sfide e decisi a rappresentare una chiave di volta per il futuro delle nostre comunità e dei nostri giovani, percorrendo una strada unitaria e delineando una visione comune con la forza delle idee e delle risorse di tutti. Solo così possiamo acquisire un peso specifico maggiore nei confronti dello scacchiere politico-isittuzionale, convogliare investimenti altrimenti non raggiungibili, dare risposte mirate alle esigenze crescenti dei cittadini e valorizzare l’area del Chianti in modo adeguato alle sue potenzialità estendendo il raggio di azione istituzionale ad una promozione di portata internazionale”.

Accordo sulla definizione del territorio del Chianti. Il protocollo siglato dai Comuni definisce il Chianti, nella sua identità e centralità storico-geografica, come il territorio corrispondente alla zona di produzione del vino DOCG Chianti Classico. Il distretto rurale, caratterizzato da un assetto e politiche di sviluppo unitari, comprende nella sua sfera di azione istituzionale gli interi territori dei Comuni di Barberino, Castellina, Castelnuovo, Greve, Radda, San Casciano, Tavarnelle. I confini territoriali del biodistretto corrispondono alla zona di produzione del vino DOCG Chianti Classico e ha una sede operativa situata nei confini amministrativi dei Comuni di Barberino, Castellina, Castelnuovo, Greve, Radda, San Casciano, Tavarnelle. Altro punto essenziale dell’accordo è la proposta della Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico e dei Comuni del Chianti per la candidatura del Chianti a Patrimonio dell’Umanità, come opportunità di sviluppo e valorizzazione del territorio. “Siamo consapevoli – aggiungono i sindaci – che la tradizione e l’innovazione costituiscano la formula e l’espressione migliore per promuovere strategie e azioni di sviluppo sostenibile, foriere di opportunità, lavoro, attente alla tutela ambientale, tese a costruire una rete di collaborazione sempre più fitta con il tessuto economico del territorio. Leggere e interpretare correttamente la storia significa per noi oggi superare le divisioni, vissute nel passato, e realizzare una visione inclusiva delle radici comuni su cui fondare ogni strategia di sviluppo”.

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