Franco Ferrara, uno dei docenti più leggendari dell’Accademia Chigiana, sarà ricordato giovedì 5 maggio alle ore 18.15 nel Salone dei concerti di Palazzo Chigi Saracini (a Siena in via di Città 89) nell’ambito degli Appuntamenti a Palazzo dedicati alla memoria del conte Guido Chigi Saracini nei 50 anni dalla scomparsa.
“Il tempo in un gesto” è il titolo dell’incontro con cui Silvia Tosi ripercorrerà la figura di questo straordinario direttore d’orchestra. Chitarrista e musicologa, Silvia Tosi è autrice della più esaustiva biografia del maestro, pubblicata per Le Lettere nel 2005.
Attraverso musiche, fotografie e filmati, seguiremo con attenzione gli anni chigiani di colui che tenne la classe di direzione d’orchestra dal 1966 al 1985, con due sole brevi interruzioni.
Franco Ferrara prese dunque il suo primo incarico come docente di direzione d’orchestra all’Accademia Chigiana nel 1966, appena dopo la scomparsa di Guido Chigi Saracini. Dieci anni prima, Giorgio Favaretto – notissimo preparatore di cantanti e docente di liederistica per l’Accademia – aveva segnalato il nome di Ferrara al conte perché lo chiamasse a continuare la tradizione inaugurata da Casella, e alimentata poi da Guarneri e van Kempen. Il conte aveva forse già altri indirizzi e non lo scelse. Eppure, pare strano che non abbia avuto il desiderio di avvicinare al suo circolo di artisti una personalità come quella di Ferrara, perfettamente in linea con i suoi gusti e la sua idea di musica.
Già titolare della cattedra di Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio di Musica di Roma, dove il numero di allievi era continuamente in crescita tanto da obbligare l’apertura di una classe aggiunta, Ferrara aveva già esercitato la sua arte in diversi campi, dalla concertistica alla registrazione di colonne sonore per il cinema. Sue sono le direzioni delle musiche per i film di Visconti, da Bellissima a Senso, Rocco e i suoi fratelli e Boccaccio ‘70. Durante la lavorazione di questo film incontra Nino Rota, con cui vivrà un lungo sodalizio artistico che lo porterà a dirigere la registrazione delle musiche de I vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, e tanti altri film fra cui La grande guerra di Monicelli.
Ferrara sarebbe stato senza dubbio uno dei giganti della direzione d’orchestra, completando la catena che partendo da Toscanini, De Sabata, giungeva a Bernstein e Karajan. Sembra che questi ultimi più volte avrebbero detto di lui “è il più grande tra tutti noi”.
Purtroppo un male oscuro lo colpì proprio agli inizi della carriera: mentre dirigeva il maestro cadeva dal podio, pur rimanendo cosciente e consapevole di quello che gli accadeva intorno. Un giorno, a Roma nel 1948, durante le prove de La Giara di Casella fece appena in tempo a fermare l’orchestra della RAI e dire: “Signori, non arrivederci, addio: è finita per me. Niente più concerti”. Con il passare degli anni, le sue cadute misteriose si erano fatte talmente frequenti da impedirgli qualsiasi attività dal vivo.
Come Gould, Ferrara abbandonò definitivamente le scene dopo gli inizi di una carriera folgorante. Ma a differenza del pianista canadese, oggi si hanno di lui solo poche registrazioni, molte delle quali inedite e poco attendibili per documentare la sua arte.
L’ingresso è libero. Per informazioni: www.chigiana.it.