che stava prendendo un caffè fino a costringerlo a fuggire in strada per sottrarsi ad una prima aggressione verbale. I due, entrambi pluripregiudicati, sono finiti in manette per i reati violenza privata, lesioni personali, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
Dopo aver costretto il nigeriano a scappare dal bar, gli arrestati lo hanno inseguito in strada e lo hanno picchiato con calci e pugni. L’uomo e riuscito a sottrarsi alla furia dei due e si è allontanato in direzione del sottopassaggio verso via Marconi ma è stato seguito e picchiato nuovamente. Alcuni passanti, assistendo alla scena hanno quindi chiamato i carabinieri richiedendone l’intervento.
Giunti sul posto, i militari dell’Arma non hanno trovato nessuno in strada ma poco dopo hanno visto uscire da un vicino bar due soggetti che, con fare trafilato, si allontanavano dal luogo. I militari li hanno raggiunti fermandoli, scoprendo che si trattava di due “vecchie conoscenze”. In quel momento, dal locale dove si era rifugiato, il nigeriano si è avvicinato ai carabinieri dicendo di essere stato aggredito poco prima dai quei due individui. Sentito ciò, il 36enne si è avventato contro il nigeriano per colpirlo ancora ma il pronto intervento di uno dei due militari ha impedito l’ennesima aggressione.
Una seconda pattuglia è stata quindi inviata sul posto poiché i due pregiudicati, sotto gli effetti dell’alcol, stavano opponendo strenua resistenza alle operazioni di caricamento in auto della prima pattuglia. Vistisi quindi in netta inferiorità numerica, i due si sono convinti a salire in auto per essere condotti in caserma.
Una volta giunti presso gli uffici del Comando Compagnia, non senza difficoltà, i militari dell’Arma hanno proceduto a ricostruire fatti ed hanno fatto refertare il nigeriano 37enne a cui sono state riscontrate lesioni varie per un totale di cinque giorni. Sentito il magistrato di turno presso la Procura di Siena, i carabinieri hanno quindi proceduto all’arresto dei due pregiudicati che hanno smaltito in camera di sicurezza la sbornia.
Nel pomeriggio, smaltita la sbronza, i due arrestati hanno dato sfogo alla loro rabbia per il provvedimento cautelare adottato nei loro confronti, iniziando ad inveire contro i militari e colpendo con calci e pugni le pareti delle camere di sicurezza. Dopo alcune ore, compreso che non avrebbero sortito alcun effetto se non quello di peggiorare la loro situazione, i due si sono “arresi” trascorrendo la nottata in tranquillità.