“Essere medico sull’ambulanza è come essere al fronte rispetto al sistema sanitario. Loro ci salvano la vita ogni giorno, ma della loro vita nessuno si occupa e la Regione li tiene ormai da anni in una situazione di precariato inaccettabile malgrado le promesse ripetute e sempre a vuoto. Sono appena un’ottantina e dobbiamo stabilizzarli. Se è sostenibile il buco di Massa da 420 milioni di euro, figuriamoci la loro assunzione”. Lo afferma il candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Toscana Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione sanità) che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa proprio con i rappresentanti dei medici precari del 118.
Ognuno di loro vanta – si fa per dire – almeno cinque anni di anzianità nell’emergenza urgenza in regime di convenzione a tempo determinato. Quattro, sei mesi: dipende da Asl a Asl. E poi niente malattia, ferie per carità, licenze matrimoniali e di paternità nemmeno a parlarne… solo tanti turni, perché li pagano sostanzialmente a ore e allora loro si fanno in quattro tra vocazione e necessità. “In questa situazione – ha spiegato uno di loro, il senese Antonio Varvaglione – costruirsi una vita o una famiglia è davvero un azzardo. Eppure siamo medici preparati, lavoriamo gomito a gomito con i colleghi di ruolo ma senza nessuna delle loro certezze. Anzi una sì: con la riforma della sanità e i tagli lineari che potrebbe produrre, le nostre teste saranno le prime a saltare”.
“Così crollerebbe il sistema dell’emergenza-urgenza territoriale, è chiaro – osserva Mugnai – e con ciò la sicurezza dei cittadini nel momento acuto della malattia e della relativa presa in carico subirebbe un tracollo verticale”. Ma il motivo? “Beh – spiegano il dottor Varvaglione e i suoi colleghi – noi in questo modo costiamo al sistema un 30-40% in meno rispetto ai nostri colleghi di ruolo”. E poi? “E poi c’è una questione di volontà politica – spiega Mugnai – dal momento che in altre Regioni, a parità di normativa e di situazione di partenza, la stabilizzazione è avvenuta o è in corso. Ma qui no. Qui si vuol tenere la gente sulla corda così è più controllabile. Altrimenti non si spiegherebbe come mai i soldi per le poltrone si trovino sempre, quelli per loro mai. Malgrado le promesse e malgrado una nostra mozione che nel 2013 impegnava la giunta a procedere a un piano di stabilizzazione. Fu approvata all’unanimità. Non è cambiato niente”.