Il Monte dei Paschi di Siena realizza 156 milioni di utile nel quarto trimestre dell’anno e chiude il 2022 con una perdita di 205 milioni sulla quale pesa il costo una tantum di 930 milioni per l’uscita anticipata di oltre 4 mila dipendenti a fine novembre.
L”istituto di credito senese torna così a registrare un ‘rosso’, già previsto da tutti gli analisti, dopo l’utile di 310 milioni del 2021. I ricavi ammontano a 3.088 milioni, il margine di interesse cresce del 26% a 1.539 milioni. Gli impieghi calano a 76,3 miliardi (-3,1 miliardi), i crediti deteriorati ammontano a 3,3 miliardi lordi (1,7 miliardi netti) con una copertura al 48,1% (53,6% a settembre). Il ratio patrimoniale Cet1 e’ al 15,6% (11% a fine 2021) dopo l’aumento di capitale da 2,5 miliardi realizzato lo scorso anno.
Il Monte dei Paschi stima di realizzare un utile ante imposte alla fine di quest’anno “vicino” al target del 2024 che il piano industriale ha fissato a 700 milioni. Così l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, nella presentazione agli analisti dei risultati dell’anno. Lovaglio stima una crescita dei ricavi e del margine di interesse e un costo del credito in linea con quello del 2022.
Mps, per la prima volta da molti anni, ha presentato agli analisti una guidance sull’anno. La banca, spiega Lovaglio assieme al cfo Andrea Maffezzoni, si aspetta nel 2023 una crescita dei ricavi (3,1 miliardi è il target del piano al 2024) sostenuta da un miglioramento del margine di interesse “molto superiore rispetto al nostro target originario”.
I continui rialzi dei tassi di riferimento della Bce stanno aiutando anche la banca di Rocca Salimbeni. L’andamento del margine di interesse riuscirà a controbilanciare “i venti contrari della normativa” attesi nel corso dell’anno. La crescita controbilancerà anche il maggiore costo atteso della raccolta istituzionale. La banca senese stima anche un aumento delle commissioni dal risparmio gestito. I ratio patrimoniali sono stimati più alti rispetto al piano industriale, anche per un aggiornamento delle Rwa, sulla base del modello interno, che è inferiore al previsto e resterà sotto i 5 miliardi. La banca stima poi un costo del credito invariato rispetto al 2022.
Nell’ultimo trimestre, ha detto Lovaglio, si è registrato “un ingresso marginale di nuovi deteriorati” e la banca ha tenuto un approccio prudenziale “per avere un cuscinetto di sicurezza per quello che potrebbe avvenire nel corso dell’anno e per questo abbiamo indicato una stima costo del credito invariata”. Lo scorso anno il tasso di provisioning è stato di 55 punti base e il piano indica un obiettivo al 2024 inferiore ai 50 punti base.