Al via dal lunedì 17 ottobre l’operazione di aumento di capitale di Mps da 2,5 miliardi di euro, operazione che si concluderà il 3 novembre.
L’operazione sarà “interamente garantita”, ha annunciato l’istituto di credito, indicando che sono stati sottoscritti contratti di garanzia per un massimo di 857 milioni di euro, di cui 807 milioni di euro con un consorzio di banche e 50 milioni con Algebris.
Gli impegni di sottoscrizione da parte di altri investitori, oltre allo Stato con 1,606 miliardi ammontano a 37 milioni. Il prezzo per le nuove azioni è stato fissato in 2 euro, con uno sconto del 7,79% rispetto al prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione (terp). Gli azionisti del Monte avranno la facoltà di sottoscrivere 374 nuove azioni ogni 3 azioni possedute.
Dopo l’annuncio, il titolo era partito in rialzo in Borsa per poi finire in asta di volatilità con un ribasso teorico del 33,14% a 17,102 euro dopo la pubblicazione dei termini del maxi aumento di capitale ‘fortemente diluitivo’.
Hanno invece segnato rialzi massimi fino a quasi il 50% i bond subordinati di Mps dopo che la banca ha annunciato la copertura integrale dell’aumento di capitale da parte delle banche del consorzio di garanzia.
Il bond subordinato da 400 milioni con scadenza 2030 è balzato fino al 49,2%, quello da 300 milioni con scadenza 2030 fino al 48,3%, quello da 750 milioni con scadenza 2028 fino al 46,6% mentre quello da 300 milioni con scadenza nel 2029 fino al 44,8%.
La copertura dell’aumento scongiura il rischio di un coinvolgimento dei subordinati in un eventuale salvataggio del Monte.