Nell’ambito di una autonoma attività intrapresa ai fini fiscali, i finanzieri hanno scoperto l’attività illegale svolta dall’uomo, non nuovo agli operatori, che utilizzava per lo stoccaggio del materiale contraffatto anche siti ulteriori rispetto a quelli dichiarati ai fini fiscali.
All’atto dell’accesso dei finanzieri è stata accertata la presenza di vari prodotti destinati all’assemblaggio di borse, cinture e prodotti vari di pelletteria di noti brand dell’alta moda, nonché borse già finite per le quali non è stata fornita alcuna documentazione fiscale e contrattuale che ne giustificasse il possesso.
Oltre 500 pezzi (prodotti finiti e/o componenti destinati all’assemblaggio, tutta merce contraffatta) sono stati sequestrati quindi dalla Guardia di Finanza e messi a disposizione dei periti per gli approfondimenti merceologici. L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena.
Dalle successive e minuziose perizie sul materiale in sequestro disposte dalla magistratura senese, effettuate dalle agenzie investigative licenziate dalle aziende di moda interessate, è stata ottenuta conferma della natura contraffatta dei materiali sequestrati.
Le attività sono risultate particolarmente complesse in considerazione dell’ottima fattura dei capi, la cui natura illecita può essere verificata solo da un occhio esperto e non dal consumatore medio, circostanza che rende la condotta penalmente rilevante particolarmente insidiosa rispetto alla “fede pubblica”, interesse protetto dalle norme penali in materia di contraffazione dei marchi.
Per il deferito pur nel rispetto della presunzione di non colpevolezza, quale inderogabile principio e valore costituzionale, si apre lo scenario del palazzo di giustizia ove avrà modo di giustificare i termini della condotta posta in essere.