Il Consiglio comunale di Siena si è riunito in seduta ordinaria venerdì 10 giugno maggio alle ore 9, nella sala del Capitano del Popolo del Civico Palazzo, in seduta pubblica in prima convocazione. A questo link l’ordine del giorno.
Questo l’elenco dei lavori del Consiglio in continuo aggiornamento (aggiornare la pagina o visitare successivamente per visualizzare i nuovi argomenti):
L’AREA PARCHEGGIO DI PIAZZA JACOPO DELLA QUERCIA AL CENTRO DELL’INTERROGAZIONE DI GRICCIOLI, MAZZINI E PICCINI
Vanni Griccioli, Massimo Mazzini e Pierluigi Piccini hanno presentato un’interrogazione in merito all’uso sconsiderato della piazza Jacopo della Quercia come area di parcheggio.
Mazzini si è detto costretto a ritornare sull’argomento per comprendere le motivazioni per le quali la zona in oggetto sia ancora meta di una sosta sconsiderata venendo meno alla decisione unanime presa nel Consiglio del 28 aprile 2021 con l’approvazione di una mozione per risolvere la situazione.
Per questi motivi il consigliere ha chiesto il perché non sia stato attuato quanto deciso dal consesso, ovvero: consentire il parcheggio ai mezzi di servizio della Questura negli stalli già esistenti e ai residenti del Terzo di Città in possesso di permesso Ztl, dalle ore 20 alle 8; adibire l’area del cantiere del Santa Maria della Scala nel Fosso di Sant’Ansano a parcheggio pubblico riservato ai soli residenti; adoperarsi con il presidente della Provincia e con il Prefetto affinché uno o due posti vengano assegnati al personale della Questura che svolge servizio di vigilanza e guardiania al Palazzo delle Provincia e alla Prefettura ed, infine, di dare mandato alla Polizia Municipale affinché vigili sul corretto utilizzo della Piazza.
Il vicesindaco ha precisato che il parcheggio nella piazza per la Questura è già così, e che, per quanto riguarda i residenti del Terzo di Città, è un costume quello di parcheggiare dalle ore 20 alle 8, adottato dagli stessi ma che evidentemente può capitare che avvenga fuori dagli stalli consentiti. Spiegando che i controlli, svolti dalla Polizia Municipale, si rivolgono al buon senso. Per l’area del cantiere nel Fosso di Sant’Ansano, in cui è in atto un’opera alquanto complessa con la presenza di un’autogru, al momento esiste un’inibizione al parcheggio sia per motivi di spazio sia per la sicurezza. C’è un’interlocuzione avviata con i residenti della zona, perché appena conclusi i lavori si possa sostare. Sottolineando che l’Amministrazione è consapevole delle difficoltà di parcheggio in alcune aree della città e che si procederà ad una maggiore severità nei controlli in zone di pregio come quella in oggetto.
Mazzini dopo aver ringraziato il vicesindaco si è dichiarato insoddisfatto spiegando che l’unico punto chiarito è stato quello sulla presenza, ancora oggi, del cantiere a Sant’Ansano, mentre sugli altri punti nulla è stato detto. Ribadendo poi che è la quarta volta che viene sollevata la questione, il consigliere auspica di non tornare più sull’argomento, dopo due interrogazioni e una mozione approvata dall’intero Consesso, facendo presente che occorre essere operativi e risolvere i problemi come la città desidera.
MICHELI INTERROGA SULLA NECESSITA’ DI UN’INFRASTRUTTURA CHE COLLEGHI LA TOSCANA MERIDIONALE ALL’ALTA VELOCITA’ FERROVIARIA
Luca Micheli ha presentato un’interrogazione sulla necessità di un’infrastruttura che colleghi i territori della Toscana meridionale all’alta velocità ferroviaria.
Il consigliere, nella sua illustrazione, ha ricordato che si discute ormai da tempo a livello interregionale sulla realizzazione della Stazione Medio Etruria, e che, nei mesi scorsi, i Presidenti delle Regioni Toscana e Umbria si sono incontrati per ribadire e rilanciare la necessità di quest’opera per uno sviluppo economico e sociale della cosiddetta “Italia di mezzo”. Importanza ribadita con specifici atti anche da alcuni consigli comunali come quello di Arezzo, nonché dal Presidente di Confindustria Toscana Sud che ha sottolineato l’urgenza di un progetto definitivo.
Considerato che in passato tale progettualità ha trovato un forte freno da parte dei territori candidabili e che la soluzione è stata già affidata ad una commissione tecnica e che tale strada sembra oggi essere ripercorsa, Micheli ha sottolineato la necessità di passare dalla fase di studio a quella fattiva con l’inserimento nel Piano Nazionale dei Trasporti e della Logistica, allegato al Documento di economia e finanza (DEF) nel prossimo aggiornamento annuale. Aggiungendo che la Regione ha inserito nella sua programmazione infrastrutturale anche l’elettrificazione della linea Siena-Chiusi.
Alla luce di tutto ciò, il consigliere ha chiesto quali iniziative siano state intraprese in termini di sollecitazione e di collaborazione con gli altri Comuni e Province interessati per arrivare a definire il progetto della stazione Medio Etruria.
Il vicesindaco ha informato l’aula che l’Amministrazione ha interloquito su più livelli su questo fondamentale tema di cui condivide la strategicità e l’importanza, come è stato sottolineato dall’interrogante. Per questo, il Sindaco ha parlato sia con gli amministratori dei Comuni della cintura senese, tra i quali Monteriggioni, Monteroni e Sovicille, in merito all’efficientamento della rete ferroviaria e della futura stazione dell’alta velocità Medio Etruria, sia con la Regione Umbria, in quanto la rete può servire non solo la zona della Toscana meridionale, ma anche l’Umbria, per poter programmare con più celerità investimenti necessari per quest’opera. Il principio condiviso da tutti questi attori è quello di individuare una zona che possa essere appunto di servizio per tutte queste aree ovvero: quella senese con la cintura intorno al Comune, quella di Arezzo e la Regione Umbria. Una volta definita la platea, si andrà verso la scelta della zona che tiene insieme le esigenze di questi soggetti e dove confluiscono queste aree, anche perché è necessario un collegamento autostradale o assimilabile per il raggiungimento della stazione. La zona per la realizzazione della Medio Etruria non è ancora stata scelta, ha proseguito, ma per Siena, quella migliore sarà quella servita da parte del raccordo autostradale di Siena Bettolle o al massimo un proseguimento di pochi km più avanti oltre il confine amministrativo della nostra provincia.
Micheli si è detto parzialmente soddisfatto per la condivisione di vedute ma vorrebbe un’accelerazione, visto che l’esigenza per Siena è quella di poter raggiungere in meno di un’ora il treno dell’alta velocità. Una soluzione strategica per non rischiare di essere tagliati fuori dal mondo. La battaglia deve essere fatta per inserire questo progetto nel piano della logistica e quindi nel documento di programmazione economico finanziaria, senza focalizzarsi solo su una provincia. Ha concluso ribadendo quindi l’importanza di realizzare questa stazione senza campanilismi, visto che il Pil di una città medio piccola come Siena dipende dalla sua capacità di essere attrattiva e vicina ai grandi collegamenti come l’alta velocità.
L’INTERROGAZIONE DI MICHELI SUGLI AUSILIARI DEL TRAFFICO
Il consigliere Luca Micheli ha presentato un’interrogazione sullo stato del servizio reso dagli Ausiliari del Traffico nell’organico della ex Siena Parcheggi, oggi Sigerico.
Micheli ha ricordato quanto l’Amministrazione, nell’elaborazione e progettazione del Piano di Mobilità, abbia più volte ribadito il ruolo strategico delle zone a rilevanza urbanistica e che a conferma di ciò, sono in corso lavori e interventi propedeutici per la predisposizione della segnaletica orizzontale e verticale dell’Aru n. 9 in Valli. E che da oltre un anno, come da risposta a una sua interrogazione in forma scritta, non risulta nella Sigerico nessun dipendente con qualifica di ausiliario del traffico e, quindi, non risultano violazioni accertate da parte di quest’ultimi.
Considerando che tra i compiti di tale figura c’è anche il controllo dei permessi Aru e quindi del corretto utilizzo delle aree di sosta, ha fatto presente che questo servizio, di competenza di Sigerico, ha lo scopo di impedire il parcheggio abusivo ai non aventi diritto e garantirlo a coloro che pagano diligentemente la tariffa e che giustamente pretendono di poter parcheggiare in prossimità delle loro abitazioni.
Visto che permane la necessità di assicurare ai cittadini delle zone Aru di parcheggiare vicino alle proprie abitazioni, Micheli ha chiesto se è ancora obiettivo della Giunta quello di disciplinare la sosta nelle Aru e, più in generale, di tutte quelle a parcheggio regolarizzato.
Il vicesindaco ha detto che sì, l’Amministrazione ha come obiettivo il rispetto delle regole e quindi del corretto utilizzo della sosta. Per questo Sigerico ha recentemente potenziato il personale addetto al controllo sul corretto utilizzo dei parcheggi,
Micheli si è dichiarato insoddisfatto spiegando che dal 15 marzo 2021 non ci sono gli ausiliari del traffico e questa mancanza non è di poco conto. E’ necessario che l’attuale Sigerico tuteli coloro che pagano una tariffa per un servizio che nessuno controlla da più di un anno. La società in questo modo ha permesso che la sosta fosse gratuita, per tutti. Concludendo che la Sigerico ha perso l’obiettivo della propria mission aziendale, ovvero quella della gestione dei parcheggi compresi quelli delle ARU per assecondare i capricci di questa amministrazione. Dal punto di vista politico si aspettava che una compagine di destra avesse a cuore il rispetto delle regole comprese quelle inerenti il traffico, invece come dimostra questa vicenda, coltiva altri interessi e persegue altri scopi.
MASI CHIEDE INFORMAZIONI SUL PIANO STRUTTURALE
Alessandro Masi ha chiesto informazioni sullo stato delle attività previste per la formazione del nuovo Piano Strutturale, avviato ormai più di due anni fa.
Il consigliere ha ripercorso i passaggi chiave che hanno visto la delibera di Giunta del 30 gennaio 2020 e l’avvio del procedimento del nuovo Piano, nonché la contestuale Valutazione Ambientale Strategica e la predisposizione, in accordo con il Garante dell’informazione e della partecipazione comunale, del programma delle attività per la formazione dello stesso assicurando il coinvolgimento all’azione programmata sia dei cittadini sia delle organizzazioni, che promuovono la protezione dell’ambiente o che hanno uno specifico interesse, come previsto dal documento di avvio del procedimento di formazione del Piano Strutturale. In particolare con strumenti partecipativi differenziati tra i quali incontri pubblici plenari per dare ampia diffusione sulle modalità di formazione, oppure focus group o incontri tematici per approfondimenti specifici anche con i rappresentanti delle parti sociali e degli altri stakeholder. E ancora workshop tematici, laboratori con le scuole, questionari on line ma anche tavoli incentrati sull’area vasta in particolare sul “sistema senese” e i territori contermini. Senza dimenticare la fase finale di comunicazione e partecipazione, dopo l’adozione del nuovo Piano, e l’informazione, in forme appropriate, dei suoi contenuti anche ad interlocutori non necessariamente esperti.
Masi, nel sottolineare che dopo l’avvio del Piano, né i consiglieri, né i cittadini o le organizzazioni, salvo errore, hanno ricevuto nessuna informazione o invito alla partecipazione, ha chiesto di conoscere lo stato delle attività previste per la sua formazione.
L’assessore all’Urbanistica ha risposto che purtroppo l’iter di formazione del nuovo Piano Strutturale è stato fortemente condizionato dalla pandemia, che ha imposto di evitare occasioni di incontri pubblici, e rinviarli a momenti di maggiore tranquillità e sicurezza “sanitaria”, volendo privilegiare le riunioni in presenza a dispetto di quelle in video-call. Ha poi aggiunto che l’amministrazione, al momento, sta valutando l’opportunità di procedere a questa attività in diversi modi: sia coinvolgendo il personale interno agli uffici, sia, come per il Piano Operativo, dando un incarico esterno a società addette e competenti in materia, come fatto dalla precedente amministrazione quando ha avviato il PO.
Inoltre, per gli stessi motivi legati all’epidemia Covid-19, il termine di scadenza triennale di approvazione del Piano Strutturale, dalla sua data di avvio, pena l’instaurarsi delle salvaguardie, è procrastinato di 12 mesi, prevedendo, pertanto, la scadenza a gennaio 2024. L’assessore ha poi spiegato che la Direzione Urbanistica sta già aggiornando le schede degli edifici e dei resedi di matrice storica del patrimonio edilizio esistente, con scadenza, per la consegna, a maggio 2023. Aggiungendo che molto materiale, che compone la documentazione del nuovo P.S., sarà ricavabile dagli elaborati che fanno parte del P.O., stante la loro recente redazione e approvazione, che necessita solo di una verifica della validità dei contenuti, in quanto difficilmente ne sarà richiesta la modifica.
Alessandro Masi si è dichiarato assolutamente insoddisfatto spiegando che era consapevole della situazione pandemica ma visto che era stato avviato un procedimento di VAS ai Comuni, almeno il documento di rapporto preliminare sarà stato inviato e loro avranno risposto. Ma invece non c’è nulla, nemmeno di pubblicato. Sulla scadenza, poi, al 2023, ha proseguito il consigliere, vorrà dire che il Comune avrà appena un anno per adottare il Piano e per poi approvare il Piano Strutturale. Ed è quindi chiaro che sarà una procedura che rischierà di andare in salvaguardia. Concludendo, Masi ha richiamato grande attenzione sulla questione perché il tempo passa e, indipendentemente dalla fine di questa consiliatura, il Comune ha bisogno di far avanzare la propria pianificazione nell’interesse dei cittadini.
LA MODIFICA DEGLI ONERI DI URBANIZZAZIONE NELL’INTERROGAZIONE DI MASI
La modifica degli oneri di urbanizzazione nell’interrogazione di Alessandro Masi. Nella sua illustrazione, il consigliere ha ricordato quanto uscito sulla stampa, cioè: che il Comune accelererebbe per un nuovo regolamento degli oneri di urbanizzazione perché si possa adattare alle novità contenute nel Piano operativo approvato qualche mese fa, nonché la delibera di Giunta dello scorso 28 aprile che ha integrato i diritti di segreteria e di istruttoria in materia urbanistico – edilizia e, più in particolare, il quadro dei procedimenti e degli importi.
Sottolineando che tale materia è di competenza del Consiglio ed è strettamente collegata con quella dei diritti di segreteria, Masi ha ribadito quanto questa sia delicata, visto che riguarda sia il governo comunale del consumo del suolo e delle sue trasformazioni, sia le attuali difficoltà delle imprese e delle famiglie, aggiungendo che l’organo di revisione, nel rendiconto 2021, ha raccomandato il periodico monitoraggio, nel corso del 2022, tra le voci di entrata, anche del contributo per i permessi a costruire.
Considerando che ad oggi non si ha notizia sul coinvolgimento della Commissione “Assetto del territorio”, il consigliere ha chiesto di conoscere se l’Amministrazione stia effettivamente lavorando ad un nuovo regolamento degli oneri di urbanizzazione e, in caso positivo, di sapere a che punto sia l’elaborazione; ed infine se sia intenzione dell’Ente coinvolgere preventivamente, e non solo in sede di parere obbligatorio, ma non vincolante, la commissione “Assetto del territorio”.
L’assessore all’Urbanistica ha spiegato che si rende necessaria ed oramai inderogabile la revisione del Regolamento per il calcolo del contributo di costruzione, formato dagli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, e dal contributo sul costo di costruzione. E questo essenzialmente per due motivi: il dovuto aggiornamento dei valori del contributo di costruzione, la cui attuale determinazione risale a oltre 8 anni fa, (delibera di C.C. n° 102 del 15.4.2014); e la necessaria e generale revisione del Regolamento e delle relative tabelle di calcolo, a seguito della modifica del quadro normativo statale (DPR 380/2001), regionale (LRT 65/2014 e Regolamento 39R/2018) e comunale (Piano Operativo vigente dal 28.1.2022). Per questo, ha proseguito l’assessore, gli Uffici della Direzione Urbanistica stanno lavorando da tempo a questo nuovo Regolamento, che, oltre alla determinazione del contributo di costruzione, conterrà il calcolo delle sanzioni amministrative sia edilizie sia paesaggistiche, la monetizzazione delle dotazioni a parcheggio e gli oneri verdi. Inoltre, sempre gli uffici stanno completando i contenuti e la compilazione delle tabelle con i nuovi valori dei suddetti parametri e le relative verifiche e controlli per la loro completa definizione. Concludendo che la bozza così ottenuta sarà trasmessa alla Giunta Comunale per la necessaria verifica e confronto, per poi essere inviata alla Commissione del Territorio per la richiesta e specifica valutazione.
Alessandro Masi si è detto parzialmente soddisfatto ribadendo che questo è un passaggio rilevante da discutere, anche con il contributo della Commissione Assetto del Territorio. La materia degli oneri, infatti, è una questione delicata ed è proprio con la condivisione che sì può dare vita a un aggiornamento coerente del loro regolamento, perché sia una leva corretta e sostenibile dell’animazione delle trasformazioni della città, tenendo però anche conto delle difficoltà delle famiglie e imprese che presentano domanda in questa crisi, e del bilancio comunale.
GRICCIOLI, MAZZINI E PICCINI PRESENTANO UN’INTERROGAZIONE SU UN NUOVO TRALICCIO A MONTALBUCCIO, E SUGLI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO ENERGETICO
Un nuovo traliccio sul colle di Montalbuccio e gli interventi di miglioramento energetico privato sono stati al centro di un’interrogazione di Griccioli, Mazzini e Piccini.
Griccioli ha fatto presente all’Aula che grazie alla denuncia di numerosi cittadini che abitano nella zona, nel mese di febbraio, si è venuti a conoscenza dell’installazione di un nuovo traliccio che ha ingenerato preoccupazioni per un aumento dell’inquinamento elettromagnetico oltre a rischi idrogeologici che vietano nella zona di effettuare importanti scassi sul terreno. Il consigliere ha poi sottolineato che, in quest’area, è vigente il vincolo paesaggistico e che, nel rispetto delle limitazioni, i residenti hanno recuperato delle vecchie strutture abbandonate rigenerando esteticamente l’area.
Inoltre, ha proseguito con lo spiegare che le telecomunicazioni sono opere di urbanizzazione primaria ovvero servono ad erogare un servizio a cui tutti hanno diritto di accedere ma che devono sottendere al dovere delle amministrazioni di verificare che nelle situazioni di adozione di un regolamento, e relativo piano delle antenne, sia innescato un meccanismo virtuoso che abbia come obiettivi: riduzione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici; garanzia di copertura delle reti; diminuzione del conflitto sociale e dei contenziosi e visione ordinata e gradevole dello skyline urbano.
Griccioli ha quindi chiesto di conoscere per quale motivo i cittadini non siano stati edotti della nuova installazione per un confronto partecipativo, trasparente e conoscitivo come previsto dalla legge; se sono previste azioni di risanamento per minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici con le migliori tecnologie e assicurare la salute di tutti, oltre che dell’ambiente e del paesaggio. Inoltre di avere nozione ed evidenza di controlli eseguiti dall’Arpat per la fattibilità del nuovo manufatto e spiegazioni sull’utilità e l’utilizzo del traliccio. Se per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici privati l’Amministrazione è a conoscenza dei vari decreti semplificazione sul risparmio e le fonti rinnovabili; e se è stata recepita la sentenza 3969 del 9 giugno 2020, in cui il Consiglio di Stato, sez.VI, evidenzia che gli interventi come il fotovoltaico, progettati o realizzati dal singolo, hanno un’espressa qualificazione legale in termini di opera di pubblica utilità, soggetta a finanziamenti agevolati, e il suo diniego, dettato dal vincolo paesaggistico non può ridursi all’esame dell’ordinaria contrapposizione interesse pubblico/privato, ma impone una valutazione più analitica che esamini la complessità degli interessi coinvolti e la possibilità di accedere ai vari bonus edilizi. E infine, se è stato analizzato l’impatto paesaggistico del traliccio tenendo conto dei dinieghi rilasciati ai privati, che hanno richiesto di procedere con interventi di riqualificazione energetica con l’installazione di pannelli fotovoltaici.
L’assessore all’Urbanistica ha spiegato che l’installazione di un nuovo traliccio a Montalbuccio prevede lo smontaggio e la rimozione di uno preesistente, seppur di più modeste dimensioni, che era in precarie condizioni di stabilità e insufficiente a contenere la richiesta di posizionamento di altri apparati di telecomunicazioni. Inoltre l’intervento, ubicato in una zona rurale e dunque a bassa densità abitativa, è conforme alle normative statali e regionali specifiche di settore che regolamentano queste trasformazioni edilizie. Tanto che ha ottenuto il preventivo rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, quella per il vincolo idrogeologico e il parere favorevole dell’ARPAT.
L’assessore ha poi anticipato all’aula che l’Amministrazione ha dato incarico agli Uffici della Direzione Urbanistica e al Servizio Ambiente di redigere il nuovo Piano di localizzazione degli impianti di telecomunicazioni del Comune attraverso la revisione e l’aggiornamento di quello esistente, approvato nel 2006, ma oramai non più valido. Un lavoro, prossimo alla conclusione, che ha incontrato numerosi ostacoli dovuti alla difficoltà di individuare delle “giuste” ubicazioni, che tenessero in debita considerazione le esigenze degli enti gestori e delle proprietà dei terreni interessati, nonché gli aspetti ambientali e paesaggistici.
Spiegando poi che seppur la legge sulle telecomunicazioni non preveda un percorso partecipativo condiviso con i residenti delle zone interessate, è comunque comprensibile il loro disappunto, ma l’intervento risulta corredato da tutte le autorizzazioni necessarie, e per questo é da ritenersi regolare e legittimo.
Sulla riqualificazione energetica degli edifici privati, ha proseguito, il più recente quadro normativo agevola il posizionamento dei pannelli fotovoltaici in termini di semplificazione delle procedure amministrative, arrivando, addirittura, a ritenere il loro montaggio come edilizia libera (manutenzione ordinaria). Cosa ben diversa è la legittimità urbanistica per la loro installazione, lecita solo laddove consentita dallo strumento urbanistico vigente. Attualmente, la norma urbanistica comunale non consente la loro installazione sulle coperture degli edifici che comprendono interventi fino alla ristrutturazione di tipo conservativo. Inoltre, ha poi concluso l’assessore, l’Amministrazione ha dato incarico alla Direzione Urbanistica di aggiornare il Piano Operativo, con la redazione di una variante urbanistica che ponga attenzione al richiamo e alla sempre più pressante esigenza della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente su tutto il territorio comunale.
Griccioli ha ringraziato spiegando che era rimasto al fatto che mancasse dal Comune tutta la documentazione del permesso a costruire, così come il parere favorevole dell’Arpat sulla sostituzione del traliccio. Sulla questione dei pannelli si è dichiarato soddisfatto anche in vista dell’approvazione di una variante urbanistica su questi ultimi, aggiungendo che, altri Comuni, con le stesse problematiche di Siena, stanno cercando di far costruire le pensiline sulle quali ubicare i pannelli. Aggiungendo, poi, che vi è una legge della Regione Toscana, la 11 del 2011, sui pannelli solari fino a 5 kw, che prevede di poterli installare a terra, ma nel nostro territorio, visti tutti vincoli paesaggistici, non è ancora permesso, ed è per questo che la Regione si sta adoperando per variarla e dare la possibilità così di installarli.
APPROVATA LA CONVENZIONE CON I COMUNI DI MONTICIANO E MURLO PER L’ESERCIZIO IN FORMA ASSOCIATA DEL SEGRETARIO COMUNALE
Deliberata dall’assemblea consiliare la convenzione tra i Comuni di Siena, Monticiano e Murlo per l’esercizio, in forma associata, delle funzioni del Segretario comunale, allo scopo di conseguire economie di spesa a beneficio delle Amministrazioni interessate.
Come illustrato dal vice sindaco, il segretario titolare del Comune di Siena, che rivestirà il ruolo di ‘capo convenzione’, presterà servizio nei tre enti, e per l’erogazione del trattamento economico provvederà Siena per il 60%, e Monticiano e Murlo ognuno per il 20%.
VALENTINI CHIEDE INFORMAZIONI SUL NUOVO STATUTO DI SIENA JAZZ
Bruno Valentini ha chiesto informazioni sul nuovo statuto di Siena Jazz che, come ricordato dal consigliere, doveva essere approvato nell’assemblea dei soci secondo le linee stabilite dal Consiglio Comunale del 13 luglio 2021.
Ha poi continuato spiegando che l’indirizzo dato aveva suscitato fortissime polemiche da parte del mondo culturale e musicale e che lo stesso rischia di far perdere l’accreditamento ministeriale per i corsi universitari di Siena Jazz e rendere difficile la prosecuzione delle collaborazioni con gli altri soci fondatori.
Inoltre Valentini ha ripercorso quanto uscito sulla stampa: dal comunicato dello scorso 17 agosto in cui si leggeva che “l’idea è allora di prendere spunto dallo Statuto recentemente approvato dal Consiglio comunale per avviare un percorso idoneo a coinvolgere gli altri partner qualificati”, all’intervista dell’assessore all’istruzione sul Corriere di Siena del 4 aprile 2022 in cui dichiarava che “ci sono stati dei ritardi, ma non c’è bisogno di fare congetture perché stiamo andando verso la Fondazione”.
Concludendo che è stato superato il limite di durata temporale del Cda e del direttore artistico senza che il Comune attivasse tempestivamente il percorso di nomine, lasciando l’ente senza direzione.
Per questi motivi il consigliere ha chiesto di conoscere perché alle dichiarazioni fatte dall’Amministrazione lo scorso anno, dopo l’approvazione del nuovo Statuto da parte del Consesso, non è seguita alcuna iniziativa concreta; e spiegare quali sono le intenzioni del Comune per l’imminente assemblea dei soci sull’introduzione del nuovo Statuto, sull’avocazione al Sindaco del potere di nomina del direttore artistico e delle relazioni con gli altri soci.
L’assessore alla Cultura ha risposto a nome del collega all’Istruzione spiegando che in questi mesi l’attenzione su Siena Jazz non si è mai spenta come può testimoniare il Presidente con cui ci sono stati numerosi contatti. C’è voluto tempo per trovare una soluzione alle criticità che fino a questo momento avevano reso difficoltosa l’attività istituzionale dell’Associazione.
Proseguendo che d’intesa con l’Amministrazione provinciale si provvederà all’approvazione, avvenuta già in Consiglio Comunale, dello Statuto in sede assembleare di Siena Jazz, il prossimo 17 giugno, dove verranno apportate le modifiche e le eventuali correzioni all’articolo 7, così come richiesto e concordato con i vertici della stessa. L’Amministrazione comunale, dopo aver interloquito costantemente con tutti i vertici di Siena jazz, ha concordato e condiviso con gli stessi delle nomine provvisorie per direzione artistica e amministrativa.
Inoltre, la nuova governance dell’Associazione avrà tra i primi indirizzi quello di impostare un percorso di trasformazione verso la figura giuridica della Fondazione.
L’assessore ha poi concluso sottolineando che il Comune oltre ad essere il suo maggiore contribuente ha anche investito nella ristrutturazione degli immobili della stessa Siena Jazz.
Valentini ha replicato di prendere atto che non ci sia stata risposta, spiegando che aveva chiesto se il Comune avesse o no intenzione di attuare lo Statuto votato dal Consiglio visto l’intento di realizzare una Fondazione, perché di tratta di due cose totalmente diverse. Non ha infatti senso, ha proseguito, introdurre uno statuto che comporta l’esclusione degli altri soci fondatori perché non in grado di versare decine di migliaia di euro. Non è casuale, secondo il consigliere, che si facciano nomine provvisorie dopo che Siena Jazz è stata colpevolmente lasciata senza figure al vertice. La mancata partecipazione del Comune agli incontri per il passaggio alla nuova Siena Jazz sta mettendo a rischio il suo funzionamento e gli stipendi dei lavoratori. Sarebbe stato auspicabile un dialogo con gli altri soci e con tutti gli altri soggetti per un futuro chiaro per questa importante Associazione.
L’INTERROGAZIONE DI BRUNO VALENTINI SULLA MESSA IN SICUREZZA DELLO STADIO
Il rispetto degli impegni della messa in sicurezza dello stadio è stata oggetto dell’interrogazione presentata da Bruno Valentini.
Nella sua illustrazione ha citato il bando emanato del Comune per l’affidamento della gestione della struttura alla società calcio Siena Noah, che ne prevedeva, anche, la messa in sicurezza entro lo scorso 19 aprile.
Ricordando che senza i lavori di consolidamento statico ed adeguamento sismico della gradinata scoperta e della tribuna coperta, per il raggiungimento dei livelli di sicurezza definiti nel progetto redatto dagli uffici comunali, lo stadio rischia di diventare indisponibile entro breve, perché privo del certificato di idoneità “statica e sismica” richiesto per legge.
Ad oggi, ha proseguito Valentini, i lavori non sono iniziati e a ciò si aggiunge la notizia delle trattative per la cessione della maggioranza azionaria della società senza che sia chiaro se i nuovi possibili acquirenti siano disposti ad accollarsi anche i relativi oneri, fatto che costituisce un aggravio per lo specifico negoziato sportivo.
Spiegando poi che l’assessore allo sport, nella risposta scritta fornita lo scorso 9 maggio, ha ammesso che l’Amministrazione non ha “un piano B” per intervenire direttamente nel caso in cui la società affidataria non realizzi l’investimento in oggetto.
Per ciò Valentini ha chiesto al sindaco di sapere perché non si sia ancora provveduto ad inserire l’eventuale intervento diretto sullo stadio nel piano delle Opere Pubbliche, analogamente a quanto fatto per il Palasport Mens Sana, visti i tempi ristretti per la messa in sicurezza. Se sia ancora convinto che l’acquisizione del titolo sportivo attraverso la proprietà armena sia stata la “gestione che garantiva più tutela e solidità economica verso la nostra città”, come dichiarato al momento dell’esclusione delle proposte concorrenti; e se ritiene opportuno che nella nuova compagine societaria che dovesse eventualmente acquisire il controllo di Siena Calcio vengano di nuovo inseriti personaggi senesi di fiducia dell’Amministrazione.
L’assessore all’Urbanistica a nome del collega all’Edilizia Sportiva ha risposto che quanto illustrato dal consigliere, in relazione ai lavori, non corrisponde al vero e ha ricordato che le date di inizio e fine degli interventi vengono sancite da documenti ufficiali e che quest’ultimi, nel caso specifico, attestano l’avvio dal 19 aprile. Ha poi spiegato che, prima che iniziassero eventuali trattative di cessione, c’erano già stati degli incontri tecnici nei quali si era preso atto dell’improbabilità, per non dire dell’impossibilità, di reperire, a partire dai ponteggi, i materiali necessari per l’avvio dell’opera. Ha inoltre aggiunto che, la trattativa di compravendita, iniziata successivamente, pone ulteriormente l’accento sul problema e sulla necessità di una proroga degli interventi stessi, soprattutto al fine di impedire che la squadra sia costretta a giocare quasi tutto il campionato fuori casa. Inoltre, la stessa trattativa prevede, tra gli altri punti di accordo, che chi acquista lo faccia, nei confronti del Comune, alle medesime condizioni della precedente proprietà.
Valentini ha replicato di prendere atto del fatto che si creda che i lavori allo stadio non siano cominciati perché mancano i ponteggi, aggiungendo poi di ritenersi parzialmente soddisfatto sul fatto che ci si prepari a gestire lo stadio, con la nuova proprietà, alle medesime condizioni della precedente. Aggiungendo di essere speranzoso che ci sia un controllo da parte del Comune in tal senso e auspicandosi che il timing di gestione dei lavori di sicurezza venga seguito scrupolosamente così da non costringere il Siena calcio a giocare altrove. Concludendo che avrebbe preferito che l’Amministrazione si preparasse a gestire il progetto in proprio, come fatto con la Mens Sana, rinnovando l’invito all’Ente di controllare che i nuovi proprietari evitino di mettere la città nella condizione di non sapere dove far giocare la squadra.
NON PASSA LA MOZIONE DI STADERINI E PIAZZESI SULL’OCCUPAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO PER GLI ESERCIZI COMMERCIALI NON DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE
Non è stata approvata la mozione sull’occupazione del suolo pubblico da parte degli esercizi commerciali non di somministrazione di alimenti e bevande, come gastronomie e alimentari, presentata in Consiglio comunale da Pietro Staderini e Andrea Piazzesi.
Staderini ha ricordato all’aula che il prossimo 30 giugno scade la proroga con la quale agli esercizi commerciali si possono applicare le procedure autorizzative semplificate per l’occupazione del suolo pubblico per le installazioni dehor e simili.
Soluzioni che, come ha sottolineato, durante lo stato di emergenza dovuto alla pandemia, sono state di aiuto in termini economici anche per altri soggetti commerciali.
Staderini ha proseguito spiegando che, a partire dal 1° luglio, gli esercizi che ne hanno usufruito dovranno obbligatoriamente rimuovere gli arredi oppure ottenere l’autorizzazione ma, ai sensi del nuovo Regolamento, gastronomie o alimentari non possono presentare domanda. Aggiungendo che molte attività hanno potuto usufruire di spazi pubblici senza arrecare alcun pregiudizio od ostacolo alla circolazione, e che lo stato di difficoltà, derivante dalla crisi pandemica, non può dirsi concluso.
Nel far notare che per molte attività l’occupazione di suolo pubblico è importante per continuare a lavorare, aveva chiesto l’impegno del Sindaco e della Giunta a individuare la modalità operativa affinché gli esercizi non previsti nel Regolamento, già autorizzati a suo tempo, possano presentare domanda per l’installazione di dehor in deroga, garantendo loro continuità di occupazione in attesa di valutare le richieste pervenute entro un termine da stabilire.
Maria Concetta Raponi, pur apprezzando lo spirito di solidarietà alla base della mozione, ha ricordato l’approvazione lo scorso 27 aprile del Regolamento sopra indicato che non prevede l’occupazione di suolo pubblico da parte dei negozi di vicinato, che lo hanno potuto fare, in precedenza, solo in deroga, durante il periodo della pandemia. In aggiunta, ha specificato che non si può nemmeno violare la legge nazionale n. 51 del 2022, la quale ha prorogato al 30 settembre la concessione del suolo pubblico agli esercizi pubblici, che, in base all’art. 5 della L. 287/1991, sono quelli che possiedono la licenza di somministrazione di alimenti e bevande.