nell’ambito di una complessa indagine svolta dalla Digos partenopea e dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno.
Le perquisizioni, che interessano le province di Napoli, Caserta, Avellino, Siena, Roma, Torino, Ragusa, Lecce e Ferrara, sono eseguite dai rispettivi uffici Digos e con la collaborazione del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Le investigazioni hanno riguardato condotte che appaiono riconducibili all’azione di gruppi organizzati di matrice neonazista, dediti a campagne di apologia del fascismo, negazionismo della shoah, incitazione all’odio razziale e antisemitismo, anche attraverso chat e canali su Telegram e WhatsApp, nonché ad una costante attività di addestramento paramilitare.
Dalle indagini sono emersi stretti contatti e frequenti rapporti con formazioni ultranazionaliste ucraine – apertamente neonaziste – quali il cosiddetto ”Battaglione Azov”, la ”Misantrophic Division”, il ”Pravi Sector” e ”Centuria”, anche in vista di reclutamenti nelle file di questi gruppi militari combattenti.
Le perquisizioni eseguite oggi seguono altre, disposte nel maggio scorso nei confronti di alcune delle persone indagate, a seguito delle intercettazioni di comunicazioni sula disponibilità di armi e la programmazione di eclatanti azioni violente. Le perquisizioni hanno consentito di rinvenire munizioni, numerose armi soft air, fra cui anche un lancia granate, copioso abbigliamento tattico militare nonché numerosi devices oggetto di successivi accertamenti tecnici.
L’analisi dei dati così acquisiti ha confermato l’ipotesi che l’associazione neonazista è organizzata, all’ombra di un costituito Ordine di Hagal, in maniera caratterizzata da una rigida compartimentazione informativa in base al livello gerarchico raggiunto e volta a realizzare un avanzato addestramento militare dei suoi adepti, alcuni dei quali risultano aver frequentato, anche all’estero, corsi per l’utilizzo di armi da sparo corte e lunghe e per l’addestramento in tecniche di combattimento corpo a corpo.
Le perquisizioni hanno riguardato anche persone non sottoposte a indagini, ma in stretto contatto con gli indagati.