C’è anche il capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana, Ledo Gori, tra gli indagati nell’inchiesta della Dda di Firenze su presunti reati ambientali, nella quale sono indagati anche imprenditori considerati contigui alle cosche di ‘Ndrangheta, e che oggi ha portato a sei arresti. A Gori viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
Per la Procura, Gori si sarebbe reso disponibile a soddisfare le richieste del gruppo criminale, composto tra l’altro dai vertici dell’Associazione conciatori di Santa Croce sull’Arno, in cambio dell’impegno da parte degli imprenditori di chiedere esplicitamente al candidato a presidente della Regione Eugenio Giani – estraneo alle indagini -, e poi allo stesso Giani come presidente eletto, di confermarlo nel suo incarico come capo di gabinetto. Nell’inchiesta Gori non è accusato del reato di associazione per delinquere.
Sempre nell’inchiesta risulta indagato, tra gli altri, il consigliere del Pd Andrea Pieroni, accusato sempre di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio Edo Bernini.