Tre non luoghi a procedere e tre rinvii a giudizio per un numero ridotto di contestazioni è l’esito dell’udienza preliminare dell’inchiesta sull’appalto dell’Ato Toscana Sud per la gestione dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto che ha visto notevolmente ridimensionata l’indagine della procura di Firenze (Gup Angela Fantechi) sull’aggiudicazione dell’appalto a Progetto 6, poi Sei Toscana.
I rinvii a giudizio riguardano Andrea Corti (direttore generale di Ato), Eros Organni e Marco Buzzichelli (consulente e amministratore di Sei Toscana). Non luogo a procedere invece (come richiesto anche dalla Procura) per Fabrizio Vigni e per i professionisti Tommaso D’Onza e Valerio Menaldi.
“È la fine di un incubo, durato quasi quattro anni – ha affermato Fabrizio Vigni, ex presidente di Sienambiente e deputato per tre legislature –. Si è chiarita finalmente questa vicenda assurda, con il riconoscimento che non ho mai commesso alcun reato. Svanisce un macigno, ma la ferita resta. Al di là della mia vicenda personale, ora so che quel che è capitato a me, di subire accuse totalmente infondate, può capitare a chiunque, anche alle persone più oneste e corrette. E mi impegnerò affinché non possa succedere ad altri”.
Per i tre rinviati a giudizio, a vario titolo, rimangono le accuse di turbativa d’asta, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità.
“In riferimento alla decisione del Gup, dottoressa Angela Fantechi, Sei Toscana, riponendo piena fiducia nell’operato della magistratura, è certa che la propria posizione verrà chiarita in fase dibattimentale”. Così interviene con un comunicato l’azienda Sei Toscana.
“Le contestazioni mosse agli imputati infatti sono state ampiamente ridimensionate dal provvedimento del Gup e fanno riferimento ad un periodo in cui Sei Toscana non era stata ancora costituita. Per questi motivi non sono applicabili alla società le norme di cui al Decreto 231 del 2001.
Inoltre, le contestazioni che andranno al vaglio dibattimentale riguardano esclusivamente le così dette “somme messe a disposizione” contenute nel bando di gara e indicate nel capo di imputazione. Sei Toscana tiene a precisare che nessun pagamento delle somme oggetto della contestazione è mai stato effettuato dalla società che, come detto, a quel momento non era stata ancora costituita.
Il Gup, pur nei limiti dell’udienza odierna, che non ha la funzione di giudicare nel merito la fondatezza dell’accusa, ha evidenziato nel provvedimento “la sussistenza di elementi a discarico introdotti in udienza preliminare suscettibili di chiarimento” e quindi tendenti ad escludere il coinvolgimento della società nella prossima fase dibattimentale.”
Per Sienambiente la posizione della società è uscita fortemente ridimensionata: “Cadono 3 punti su 4”. “La posizione di Sienambiente – spiega l’azienda – nell’ambito dell’inchiesta sulla gara d’appalto per l’affidamento del servizio integrato dei rifiuti urbani nell’Ato Toscana sud, è stata notevolmente ridimensionata e alleggerita. Ad oggi, Sienambiente è chiamata a rispondere unicamente per eventuali illeciti amministrativi collegati a presunti reati che verranno valutati nel corso del processo” fa sapere la società a margine dell’udienza preliminare e della decisione del Gup che ha accolto la richiesta per il non luogo a procedere per il presidente di Sienambiente dell’epoca, Fabrizio Vigni, ed eliminato l’ipotesi di corruzione per 3 dei 4 punti, essendo stata dimostrata la legittimità dei pagamenti a favore della Pin scarl.
“E’ rimasta in essere, invece, la contestazione per le cosiddette “somme a disposizione”. Tali somme versate da Sienambiente, come è stato evidenziato, sarebbero dovute essere corrisposte da qualsiasi soggetto o azienda avesse poi vinto la gara. L’assoluto ottimismo della società riguardo a questa residua contestazione dipende dal fatto che le “somme a disposizione” sono previste dalla legge per rimborsare la stazione appaltante dei costi sostenuti per la gara e che anche in questo caso ciò era a priori previsto molto chiaramente nel bando approvato dagli organi collegiali di ATO; nel bando le somme erano già esattamente predeterminate. Sienambiente ribadisce la propria fiducia nell’operato della magistratura, certa che la propria posizione verrà definitivamente chiarita nella fase dibattimentale, ed esprime la propria soddisfazione per la decisione del Gup che ha accolto la richiesta di non luogo a procedere per Fabrizio Vigni.”