qualcun altro in maniera molto meno sistematica e organizzata prosegue nel prendere di mira anziani in varie regioni d’Italia”. Così i Carabinieri del Comando Provinciale di Siena mettono in guardia gli anziani sulle possibili truffe nei loro confronti raccomandando di chiamarli in ogni caso al verificarsi di questi eventi.
“Nella provincia di Siena, ad esempio, attualmente c’è il caso di una ragazza 23enne che asserendo di voler offrire sesso, abbraccia il malcapitato di turno sfilandogli orologio o catenina d’oro. Questi fenomeni si verificano a ondate e certamente, la truffatrice solitaria va alternando le aree dove colpire, così da rendere più difficili le investigazioni.
I Carabinieri l’hanno fermata e fotosegnalata ad aprile, la conoscono perfettamente e l’hanno denunciata più volte. I nostri anziani non si aspettano che qualcuno se la possa prendere proprio con loro e dobbiamo metterli in allarme.
Certo la loro disponibilità a parlare con chiunque deriva da un’educazione di base che li conduce in quella direzione e talvolta da un senso di solitudine che interviene comunque con l’andare degli anni, perché tanti amici non ci sono più, perché figli e nipoti hanno una loro vita che prevale su qualunque altra esigenza.
Da tempo i Carabinieri della provincia di Siena stanno effettuando conferenze sul tema, spiegando tecniche e modus operandi adottati dai truffatori. In realtà la questione è semplice e intuitiva: non ci si deve fidare di nessuno.
Probabilmente a suo tempo i nonni derubati l’hanno spiegato a figli e nipoti ma ora a cascarci sono loro, forse perché col tempo si ritorna un po’ bambini. Sicuramente però c’è il tempo per chiamare vicini, familiari, amici e magari, anzi soprattutto, i Carabinieri.
Esistono i numeri di emergenza delle forze dell’ordine al quale qualcuno risponde giorno e notte. A chiamarli non si disturba mai. I Carabinieri e le altre forze dell’ordine saranno ben felici di rispondere e dare delle indicazioni. Se poi si è trattato di un falso allarme sarà solo l’ennesimo, pazienza.
Occorre dunque che ognuno sensibilizzi i propri anziani, li metta in allarme perché il pericolo di truffe è reale e non ci si può fidare di nessuno. Al minimo dubbio debbono chiedere ausilio senza pensare di poter essere compatiti o di vergognarsi per questo, lo devono fare.
Anche gli organi di informazione hanno fornito e stanno fornendo un grande contributo del quale si sono raccolti e si raccoglieranno i frutti in termini di attenzione collettiva. La truffatrice poi andrà in carcere, è solo questione di tempo.”