E’ stata emessa attorno alle 20.30 di oggi, martedì 18 giugno, dal giudice del Tribunale di Siena, Luciano Costantini, la sentenza relativa al caso dei cavalli scambiati che vedeva imputati i fantini Luigi Bruschelli detto Trecciolino, suo figlio Enrico Bruschelli detto Bellocchio, Sebastiano Murtas detto Grandine e il veterinario viterbese Mauro Benedetti.
Questa la sentenza: 4 anni e 10 mesi per Luigi Bruschelli, dei quali 4 anni e 6 mesi per i falsi materiali e ideologici – Romantico Baio e Robinson non erano anglo-arabi ma i purosangue Captain Forest e Boliwood – e 4 mesi per una falsa ricetta di un veterinario inesistente nella quale era stato prescritto un farmaco non autorizzato alla vendita in Italia, con l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e il risarcimento dei danni. Assolti il figlio Enrico Bruschelli (per totale estranità ai fatti) e Sebastiano Murtas. 2 anni e 3 mesi per il veterinario Mauro Benedetti più 4 mesi per una falsa ricetta e il risarcimento dei danni. Fra 75 giorni le motivazioni.
Luigi Bruschelli è stato assolto dal reato di maltrattamento dei cavalli Fulmine Femmina, Mocambo e S’othieresu, dove era accusato di aver somministrato antinfiammatori per partecipare alle prove di addestramento a Mociano. Assolto anche dai reati di esercizio abusivo della professione veterinaria, frode processuale e violazione dei sigilli.
Il pubblico ministero, Sara Faina aveva chiesto questa mattina 5 anni e 10 mesi per Luigi Bruschelli (ritenuto l’ideatore e il promotore della mistificazione), 3 anni e 3 mesi per Enrico Bruschelli, 3 anni e 15 giorni per Sebastiano Murtas e 3 anni e 2 mesi per Mauro Benedetti, richieste che sono state accolte solo in parte.
Prima della richiesta del PM, Luigi Bruschelli aveva pronunciato una dichiarazione spontanea per smentire la accuse fatte il 23 maggio scorso, durante una deposizione, dall’ex compagna Annarita Saltalamacchia – che aveva dichiarato di essere a conoscenza dello scambio di microchip altri cavalli della scuderia oltre a Romantico Baio e Robinson – e per sostenere il suo amore per i cavalli.
L’indagine era iniziata nel luglio 2015 dopo una segnalazione anonima alla Guardia Forestale sulla cui base il sostituto procuratore Aldo Natalini aveva deciso il sequestro di tre cavalli della scuderia di Bruschelli (Bolewood, Romantico Baio e Robinson), ipotizzando la sostituzione di un microchip identificativo per poterli far passare come mezzosangue anglo-arabi e poterli così iscrivere all’Albo del Protocollo equino del Comune di Siena. Un iter che avrebbe permesso ai cavalli di poter essere scelti per correre il Palio – ricordiamo infatti che i purosangue non possono partecipare – e che comunque nessuno dei cavalli oggetto dell’inchiesta ha mai disputato. Il veterinario Mauro Benedetti avrebbe proceduto alla sostituzione del passaporto di due cavalli purosangue inglesi (Captain Forest, poi morto quando era stato portato galoppare a Pian delle Fornaci sotto la custodia giudiziaria di Bruschelli, e Bolewood) con quello di due aglo-arabi mezzosangue (Romantico Baio e Robinson).
Tra le otto parti civili che si sono costituite, il Comune di Siena, il proprietario dei cavalli, il Movimento Ambientalista e l’associazione Leidaa guidate da Michela Brambilla.