Questa mattina, sabato 1 giugno alle ore 10, alla presenza delle maggiori autorità cittadine, del prefetto Armando Gradone, del sindaco Luigi De Mossi, del questore Costantino Capuano, del comandante provinciale della GdF Giuseppe Marra, i Carabinieri della provincia di Siena con il loro comandante Colonnello Stefano Di Pace hanno commemorato con una messa officiata dal cappellano militare della Legione Carabinieri “Toscana” don Mauro Tramontano, nella chiesa di San Girolamo in Campansi, i due militari dell’Arma Mario Forziero e Nicola Campanile uccisi 29 anni fa in pieno centro cittadino. Erano presenti, come da allora sempre avviene, i familiari dei due caduti dell’Arma. È seguita la deposizione di due corone d’alloro sul luogo dell’eccidio.
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La storia
La tragedia si compiva alle tredici e trenta dell’1 giugno 1990. Vicino a piazza della Lizza, sotto un sole cocente, mentre nel vicino Palazzo di giustizia continuava il solito via vai di persone tre colpi di pistola sparati da breve distanza uccidevano i carabinieri Mario Forziero e Nicola Campanile, ammazzati da Sergio Cosimini, 27 anni, fiorentino.
I due militari lo avevano fermato mentre stava percorrendo contromano su un ciclomotore via dei Gazzani. Lo sconosciuto improvvisamente aveva estratto la pistola facendo fuoco all’indirizzo dei due giovani in uniforme. I due militari sorpresi da quella reazione eccessiva e imprevedibile moriranno pochi minuti dopo in ospedale. Non avrebbero mai potuto prevedere questo epilogo in una tranquilla giornata di una città tranquilla. La gente si era precipitata sul posto e aveva visto i militari rantolare. Alla centrale operativa dei Carabinieri già era scattato l’allarme perché i due colleghi non rispondevano alle chiamate.
Due vigili urbani erano riusciti a intercettare il fuggitivo davanti alla cattedrale di San Domenico mentre si allontanava a piedi, fornendo informazioni alla loro centrale e, tramite questa, a tutti coloro che erano impegnati nella caccia all’uomo. Il fiorentino, allora 27enne, che aveva compiuto il duplice omicidio, però riusciva a svicolare, cercando di eclissarsi. In fondo a via dei Fruschelli, a cinquecento metri da dove Campanile e Forziero stavano morendo, aveva quindi cercato di mescolarsi a un gruppo di turisti che stava salendo su un pullman, ma una pattuglia della Polizia era riuscita a raggiungerlo e ad afferrarlo. Cosimini era stravolto, con gli occhi spiritati, forse non si stava nemmeno rendendo conto di quello che aveva fatto. Lo aveva riportato alla realtà la ressa minacciosa che gli si stava stringendo intorno. La notizia dell’omicidio dei due carabinieri era scivolata rapida per il centro di Siena scuotendo la gente, svegliando rabbia e rancore. I poliziotti erano riusciti a forza ad infilare Cosimini nella loro volante per raggiungere la Questura, evitando la folla minacciosa che si andava accalcando attorno all’omicida.
Fu enorme l’emozione della città, della civilissima Siena che, dai tempi della guerra non aveva conosciuto tanta barbarie. I senesi si strinsero attorno all’Arma in un memorabile afflato di cordoglio che ancora oggi tanti ricordano e la cui memoria si ripete di anno in anno con immutati sentimenti di affetto.