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CHIANCIANO TERME

Chianciano, il Partito Comunista si presenta alle elezioni comunali con il candidato sindaco Nicola Bettollini

10 Aprile 20196 minuti di lettura
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partitocomunista300_2“Siamo candidati a Montepulciano, Sinalunga ed ora anche Chianciano Terme, lotteremo per diffondere il nostro pensiero e per costruire il Partito. Ci riusciremo, non ci riusciremo? Ci proveremo senza avere un domani, perché ricordatevi, oggi siamo sfruttati, domani saremo schiacciati, solo con la lotta possiamo alzare la testa.” Così l’inizio di una nota del Partito Comunista che candida a sindaco di Chianciano Terme Nicola Bettollini (segretario della Sezione Valdichiana Senese).

“Il sogno della Città delle acque dove è finito?  Hanno cambiato la sanità da competenza nazionale a regionale, però sei contento, perché la sanità toscana è la migliore d’Italia… e Chianciano al vertice delle Terme in Italia…

Il termalismo di Chianciano con i suoi 2 milioni di presenze e con i suoi 5.000 posti di lavoro, oltre l’indotto è ridotto in un cimitero urbano con alberghi chiusi e scritte vendesi, vendesi, vendesi, affittasi, affittasi, affittasi. Lavoreremo per un ritorno alla cura idropinica vero volano della città, certamente non da soli ma di comune accordo con tutte le altre realtà termali della regione, perché la lotta non si fa da soli. Chiederemo anche a livello nazionale un intervento sulla questione, avendo anche un Partito presente che ci aiuterà in ogni forma ed in ogni dove.

Curarsi è un diritto, la politica deve renderlo pratico per tutti. Vedere chiudere centinaia di aziende (hotel, bar, negozi) ove le famiglie hanno speso sangue e sudore è mortificante. Migliaia di lavoratori hanno perso il proprio posto di lavoro, avevano creato un sogno con la loro forza, con la loro professionalità, amavano il loro paese, ogni singolo centimetro, si battevano per difenderlo, credevano nel loro territorio ma la cosa esaltante è che tutti (chi più chi meno), lottavano per Chianciano, ognuno la sentiva propria; chi lavorava era al centro, sia il lavoratore sia la piccola azienda. Adesso si vede solo sfiducia, depressione e scoramento.

Dobbiamo voltare pagina, non serve un cambiamento, serve una rivoluzione! Una rivoluzione delle coscienze, ce la possiamo fare ad invertire la rotta, nulla è irreversibile. Instituiremo una lotta contro le case farmaceutiche che tanno hanno spinto fino a relegare l’acqua termale per curare i fegatosi in un angolo. Si preferisce spendere milioni di euro in medicinali, invece che sfruttare la risorsa termale, gratuita e  benefica per tutti, come a Chianciano, come a Montecatini, come nelle altre città termali. Le piscine Theia e le Terme Sensoriali devono essere un supporto alla cura idropinica e non la risorsa principale, non servono a far ripartire la nostra economia.

Altro punto principale del programma di lotta, la casa popolare per tutti quelli che ne hanno bisogno, asili nido idonei e gratuiti o a prezzi bassi, internalizzazione di tutti i servizi primari, riorganizzazione di comitati di quartiere, piano di lavoro per i disoccupati con intervento comunale e tanto altro ancora che nei prossimi giorni provvederemo a spiegare. Proveremo! Ce la faremo? Non lo sappiamo ma metteremo la mente, il cuore ed il nostro ideale. Avete bisogno di speranza e di lotta, noi ve la daremo!

I negozi dei borghi che erano momento d’incontro, confronto e condivisione, sono stati sostituiti da città finte come l’outlet, da varie coop e da supermercati, dove i lavoratori sono al massino part time se non a chiamata o in affitto. Regge ancora qualche borgo, come attrazione turistica, ma per quanto?Il progetto della mobilità che prevedeva la stazione di Chiusi come centro principale per diminuire il traffico stradale e collegare meglio i comuni della zona a Firenze ed alle grandi città è diventato un miraggio anche nei ricordi.

A Chiusi non fermano neanche più i treni nazionali. Mentre quei siluri che chiamano Italo, si sentono sfrecciare sotto la città di Porsenna e dalle vibrazioni non regge nemmeno la terra santa degli dei.
Le strade che dovevano essere piste ciclabili e mobilità dolce, a causa delle buche e dei dossi, sono diventate allenamento per i trottatori. Mentre la variante di Acquaviva che doveva sorgere con l’apertura di Nottola è rimasta scritta sugli annali dei ricordi. Intanto dentro Acquaviva non riesci a camminare nemmeno sui piccoli marciapiedi, perché fra auto che vi parcheggiano e ventate che provengono dalle ambulanze a sirene spiegate, meglio rimanere a casa e sostituire la passeggiata coi benefici del tapis roulant.

L’apertura del casello a Montepulciano Stazione, che oggi con l’automatizzazione dei varchi, dovrebbe essere di facile realizzazione e con costi irrisori è stata completamente dimenticata sia dai Sindaci che dai cittadini sempre più impegnati a scaricare le ultime app!

Intanto i 40 lavoratori dell’autogrill rischiano di andare a casa nel silenzio indifferente di tutti. I dirigenti dell’azienda dicono che traballa, che non è a norma ed invece di sistemarlo preferiscono relegare in lavoratori nella cassa integrazione, a metà aprile finirà ma la Regione forse interverrà, sicuramente con un altro tipo di ammortizzatore sociale ma i 40 lavoratori rimarranno sempre sull’orlo del precipizio, senza certezze ma che dobbiamo fare? Ci rispondono che è la dura legge di mercato e se Autogrill non vuole intervenire, rimandando l’assegnazione dei lavori a chissà quando, non ci possono fare niente, il privato non va toccato, è la salvezza! Speriamo che nell’incontro del 10 aprile in Regione, Autogrill venga a più miti consigli, noi proponiamo una nazionalizzazione e l’affidamento diretto ai lavoratori, che sanno certamente farlo visto i grandi ricavi che l’Autogrill di Montepulciano produce. Certo rallentando tutto risparmiano 40 stipendi e chissà quanti milioni di euro per l’adeguamento. In Italia se si ferma un’opera pubblica si alzano le barricate, si minacciano referendum; giornalisti, politici e professori parlatori intasano i mezzi d’informazione; se a fermarsi è un’opera privata, liquidano tutto dicendo: “è la legge del mercato”! Cercheremo di essere presenti in Regione anche noi (sicuramente saremo presenti sul nostro territorio), non per strumentalizzare la lotta ma perché pensiamo sia giusto dargli una mano, se sceglieranno o meno il nostro pensiero sarà una loro libera scelta, se ci voteranno o meno non ci interessa ma se sceglieranno la lotta saremo al loro fianco, come abbiamo fatto dall’inizio, perché essere precario è una sconfitta ma non lottare è come morire. I lavoratori autogrill stanno lottando, tanto di cappello, mai un passo indietro!

I Comunisti rifiutano tutto questo, rifiutano la disfatta di una zona che all’epoca del PCI era una delle meglio organizzate d’Italia! I Comunisti rifiutano questa resa incondizionata al mercato ed al profitto! I Comunisti chiamano alla lotta ed alla mobilitazione i cittadini per fermare non solo la distruzione di un sogno, ma di una zona bellissima, viva ed ancora piena di risorse! I Comunisti ci sono e rifiutano questa logica distruttiva del mercato e delle leggi della finanza! I Comunisti chiamano alla lotta i cittadini e chiunque vuole riappropriarsi non solo dei sogni, ma soprattutto del proprio futuro!”

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