“Alla fine di questa campagna referendaria le ragioni del No sono ancora più forti e i cittadini le hanno capite. A chi è ancora indeciso diciamo di guardare ciò che ha prodotto questa proposta di fusione: solo divisioni e tensioni che, di fatto, hanno messo una comunità contro l’altra. Ci vorrà molto tempo per risanare le ferite e le lacerazioni create da chi ha promosso questa fusione”. Inizia così l’appello finale del Comitato per il No alla fusione dei Comuni di Rapolano Terme e Asciano in vista del referendum consultivo di domenica 11 e lunedì 12 novembre.
“La campagna referendaria del Comitato No alla fusione si chiude con “l’AperiNo” nei locali del Teatro del Popolo di Rapolano Terme, ennesimo evento pubblico organizzato dal Comitato del No da quando, a maggio scorso, ha iniziato la sua attività di informazione e coinvolgimento della cittadinanza. “Il Comitato del No – dice il presidente, Doriano Mazzini – si è sempre mosso mettendo al centro delle sue iniziative i cittadini, facendo da collettore alle loro istanze e cercando di far sentire la loro voce. Quando abbiamo mosso critiche e posto domande sulla proposta di legge, non è mai arrivata nessuna risposta, se non offese e accuse di svariata natura. Questo perché i difetti del testo di legge sono insuperabili, i contenuti della stessa pressoché inesistenti. Dei tre consiglieri comunali firmatari della proposta di legge non si è mai visto nessuno, tra la gente, a presentare questo scellerato progetto di fusione. E anche questo la dice lunga. Per tutte queste ragioni – conclude Mazzini -, rivolgo ancora più forte l’appello ai miei concittadini per bocciare con un deciso NO questa fusione”.
Molti i temi dibattuti dal Comitato del No nelle ultime settimane che hanno smascherato un progetto di fusione vuoto. “La proposta di legge è stata scritta da poche persone e non discussa con nessuno – ribadisce Alessandro Starnini, portavoce del Comitato -. Previsioni unilaterali come Asciano capoluogo senza discutere. Un nome (Crete Senesi) sbagliato, dannoso e in conflitto con altri Comuni. Nessuna garanzia di uffici e servizi di Rapolano Terme, Serre e Armaiolo. Insomma un contratto per la vita scritto da una parte sola con l’altra che dovrebbe solo firmare. Da parte dei sostenitori del Si sono state dette numerose falsità e assurdità – prosegue Starnini -: come quella per cui si cancellerebbe il Comune di Rapolano Terme perché c’è da smaltire l’amianto all’Arbia o come quando si davano garanzie sui servizi, inesistenti nella loro legge. E infine – conclude Alessandro Starnini – false certezze dei soldi per fare di tutto e di più. Soldi che invece non ci sarebbero come oramai dice anche il Governo in atti ufficiali”.
In sintesi, conclude il Comitato del NO, nessuno è ostile al cambiamento, il futuro c’è già senza fare una sciagurata fusione. Il Comitato, in questi mesi, ha organizzato numerose occasioni di incontro e confronto con i cittadini. Continuerà a farlo, accogliendo suggerimenti e proposte per il futuro delle nostre comunità. Il futuro c’è, ma a condizione che la fusione non ci sia e che le nostre comunità non divengano una facile preda da spolpare da ristrette lobby politiche o partitiche”.