per la presentazione all’aula del progetto “Una scuola di frontiera”, che ha interessato l’Istituto Professionale “G. Caselli,” e alcune classi dell’istituto “G. Marconi”, proposto dall’archivio storico dell’UDI di Siena, promosso dal Comune, presentato alla Regione Toscana e cofinanziato da entrambi gli enti.
Finalità del progetto: sviluppare la cittadinanza dei giovani studenti, attraverso percorsi di consapevolezza e di confronto, promuovendo il protagonismo e il dialogo tra differenti visioni e prospettive e aprendosi alla multiculturalità; valorizzare la presenza di più culture in uno stesso contesto per contrastare gli stereotipi che sono di pregiudizio e di ostacolo alla effettiva inclusione sociale o che possono originare forme di discriminazione o sopraffazione verso le donne; sviluppare reti di inclusione sociale e di promozione della cittadinanza che, facendo perno sulla scuola, favoriscono il confronto multiculturale e intergenerazionale.
Durante la seduta è stato proiettato l’audiovisivo, realizzato dagli studenti a conclusione del progetto. Un lavoro espressione del percorso portato avanti verso l’inclusione sociale, contro tutte le forme di discriminazione e con una particolare attenzione al confronto multiculturale e intergenerazionale.
L’assessore all’Istruzione e Pari Opportunità Tiziana Tarquini ha sottolineato “l’importanza di dare alle giovani generazioni strumenti di riflessione per affermare le proprie potenzialità e costruire la propria identità. A tale scopo le associazioni del territorio hanno costruito nel tempo percorsi formativi di grande rilievo che consentiranno a tutto il sistema scolastico e sociale di crescere”.
Inoltre Elettra Lorini, docente esterna del progetto, è intervenuta sul tema “Le barriere nel sistema sociale e culturale. Il ruolo della scuola e delle istituzioni”.
“Non scordiamoci mai che la scuola è fatta per fornire una formazione che permetta di concretizzare le vostre aspirazioni”, ha esordito il sindaco Bruno Valentini nel suo intervento, invitando i giovani a superare le frontiere tra i ceti sociali e “a non accettare di uscire dalla scuola con la stessa etichetta dalla quale provenite” perché “così com’è la società di oggi non va bene, e mi auguro che voi abbiate la capacità di rimetterla in discussione”, ha concluso rivolgendosi ai ragazzi.