Così interviene il circolo Sena Civitas.
“Il nostro circolo, già dal 2015, in solitudine e inascoltato, sollevò il tema della collezione artistica della Banca.
Abbiamo poi fatto varie proposte concrete, fra cui l’ultima nel mese di ottobre, inoltrata sia alla Soprintendenza, sia al Ministero, basandoci su quanto previsto dalla legge in materia, che prevedeva la necessità di un decreto che dichiarasse “l’eccezionale interesse” dell’intero patrimonio artistico e consentisse l’avvio della procedura per “il vincolo di collezione”; unica strada percorribile per mettere al riparo dalla vendita la collezione stessa.
Il Ministero e la Soprintendenza non hanno risposto a un circolo che rappresenta molti cittadini e che, in modo costruttivo, si appellava alle Istituzioni competenti. Forse la motivazione va ricercata nell’aver chiesto che il vincolo, oltre ad essere deliberato, comprendesse l’intero patrimonio artistico/storico/culturale composto da oltre 30.000 “pezzi” , come da comunicazione della Banca in occasione dell’apertura del sito “mpsart”.
Non solo quindi le poche decine di quadri di scuola senese, ma i Macchiaioli, le opere di Kandisky, gli arazzi, le sculture, la collezione di monete antiche, gli arredi e gli oggetti di valore storico, i manoscritti più importanti ecc.
La previsione di vendita della collezione artistica, inserita nel piano industriale della Banca per una cifra che a noi profani non appare significativa, lascia sgomenti, come lascia sgomento, il quasi silenzio del Sindaco che non si è certo battuto come noi, nell’interesse della città, per mantenere integro e a Siena un patrimonio artistico/culturale accumulato nei secoli dalla ex Banca dei senesi.
Noi restiamo fiduciosi e ci aspettiamo che la Soprintendente, dalla Sala San Donato, dia una risposta chiara su quali strade intende percorrere per salvaguardare la collezione e altrettanto chiara sulla quantità qualitativo-numerica ricompresa nell’auspicato progetto di “salvataggio”.”