Così il consigliere comunale dei Riformisti Simone Lorenzetti interviene sulla ormai annosa questione di piazzale Rosselli a Siena. “Una zona concepita male fin dalla sua origine – prosegue il consigliere – ma che negli anni ancora non ha ricevuto quei correttivi che erano possibili e che adesso sono diventati assolutamente necessari e urgenti. Basta pensare alle inutili vasche nel piazzale esterno, peraltro attualmente senza adeguata manutenzione, all’antiestetica e non funzionale pavimentazione, che oltretutto impedisce il passaggio ai portatori di handicap, ai tanti marciapiedi estremamente alti, inaccessibili anche per le persone normodotate e, infine, al traffico intenso, anche di mezzi pesanti, che mette a repentaglio l’incolumità dei cittadini. Per non parlare poi della questione della risalita interna al centro commerciale, praticamente inaccessibile per i disabili che possono accedere tramite ascensore solo fino al secondo piano, praticamente a metà del percorso. Senza dimenticare che al degrado urbano spesso si unisce degrado sociale, come hanno testimoniato in passato alcuni episodi nella zona”.
La mobilità. “Una situazione complessiva – sostiene ancora Lorenzetti – che si è ormai incancrenita, per la quale è necessario intervenire subito, in maniera organica. Ai problemi urbanistici si sommano evidentemente anche quelli della mobilità”. Lorenzetti allarga il discorso a nuove opere pubbliche e traffico cittadino, in base al piano triennale dei lavori approvato e al piano sulla mobilità che dovrebbe nascere nel 2018: “Un piano della mobilità serio dovrebbe essere costruito di pari passo con quello delle nuove opere pubbliche. Invece il Comune, tramite bando, ha affidato ad una ditta esterna lo studio dei flussi del traffico necessari per redigere il piano stesso, ma al contempo ha già individuato una serie di opere da realizzare nei prossimi tre anni. Ben vengano le opere pubbliche, ma siamo davvero certi che parte di queste non saranno rese vane dalle proposte che arriveranno a metà del prossimo anno per il nuovo piano della mobilità? E più la mobilità urbana naviga in alto mare e più le opere pubbliche previste nel piano triennale perdono di efficacia”.
Le barriere architettoniche. “Un esempio concreto – conclude Lorenzetti – del palese conflitto saranno le nuove rotatorie e le barriere architettoniche. Fra i prossimi lavori in programma non ci sono cantieri che prevedano l’abbattimento delle tante, troppe, barriere architettoniche ancora esistenti: i lavori ci saranno, ma non subito. Un problema che sarebbe oltretutto aggravato se non ci fosse continuità amministrativa. La vera questione, in ogni caso, è nel concepire nuove opere architettoniche che non tengono conto già dall’origine delle esigenze dei disabili e dei portatori di handicap”.