IL QUADRO
Il Bollettino della BCE rilasciato giovedì ha descritto una forte espansione economica dell’Area Euro ben oltre le attese. Tale momentum dovrebbe, però, essere accompagnato, secondo la banca centrale, da una attuazione delle riforme strutturali e da aggiustamenti dei bilanci statali, che alcuni paesi devono realizzare per consolidare il percorso di crescita. Le indicazioni vengono ulteriormente sviluppate, dando dei suggerimenti per una migliore allocazione dei fondi pubblici (destinati ora a spese meno produttive) verso settori come istruzione ed infrastrutture, che porterebbero ulteriore giovamento ai conti pubblici: tra i paesi oggetto di tale critica, oltre all’Italia, sono presenti anche Grecia, Portogallo, Cipro e Lussemburgo. La crescita registrata, tuttavia, non è accompagnata da un incremento dell’inflazione verso il target di riferimento, pertanto, il presidente Draghi ha sottolineato che le misure non convenzionali messe in atto col QE proseguiranno ancora. I dati di luglio rilasciati in settimana hanno, infatti, confermato una crescita in Area Euro dell’indice dei prezzi al 1,3% su base annua, invariato rispetto al precedente ed un indice core aumentato all’1,2% anch’esso su base annua.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, l’Istat in settimana ha riportato nella sua nota mensile un rallentamento dell’inflazione causato principalmente dalla componente energetica. Il dato di luglio dell’indice dei prezzi ha marcato un +0.1% su base mensile ed un +1,1% su base annua: valori che confermano un rallentamento rilevato già nei due mesi precedenti. Buone notizie dal mercato del lavoro italiano che in settimana ha registrato un buon risultato grazie al picco dell’occupazione femminile, ai livelli massimi da sempre; il calo di 0,2% della disoccupazione all’11,1% (dal 11,3% di maggio), mostra una situazione migliore delle aspettative (-57 mila unità) ed anche la disoccupazione giovanile si registra in discesa al 35,4%. Crescono inoltre gli occupati, ma si registra un incremento sia per i contratti a termine, sia nella stima degli inattivi.
L’indice PMI sulla fiducia dei direttori acquisto della categoria servizi dell’Eurozona a luglio si è attestato, secondo la lettura finale, a 55,4 punti, confermando la stima preliminare, ma la vera sorpresa è stata il valore del PMI servizi italiano: luglio ha visto un’accelerazione a 56,3 punti, ben oltre i 53,6 di giugno e il consenso a 54,1. Il risultato supera di oltre sei punti la soglia chiave dei 50, discriminante tra espansione e contrazione.
I buoni dati usciti in settimana, aiutati da solide trimestrali presentate dalle società, ed in particolar modo dalle banche, hanno portato l’indice del mercato azionario italiano, FTSEMIB, a superare le altre principali piazze europee come miglior performer da inizio anno.
La Bank of England nella riunione di giovedì ha confermato il costo del denaro allo 0,25% e il piano di acquisto asset in quota 435 miliardi di sterline: la prima decisione è stata presa con una maggioranza di 6 membri contro 2 (dai precedenti 5 vs 3) mentre la seconda è stata adottata all’unanimità. Mark Carney, Governatore della BoE, ha comunicato inoltre di aver rivisto al ribasso le stime di crescita per l’economia d’Oltremanica dall’1,9% all’1,7%. Alla diffusione di queste notizie e della decisione presa dalla banca centrale, il mercato si è mosso punendo severamente la valuta inglese: il cambio fra Euro e Sterlina britannica si è indebolito andando a toccare livelli che non si vedevano da ottobre 2016 e prima ancora dal 2011.
In settimana il mercato obbligazionario ha presentato un movimento di riduzione dei tassi in relazione a quanto rilasciato dalle banche centrali: il rialzo dei tassi che il mercato si aspettava a breve è stato sfatato ed il percorso verso la normalizzazione della politica monetaria sarà più morbido. Lo spread Btp/Bund si conferma intorno ai minimi degli ultimi 6 mesi a 153 punti base. Si vede un recupero dei mercati periferici dopo la chiusura delle aste, con un appiattimento della curva, dato che i tassi a breve si sono mossi poco.
LA SETTIMANA
– Da lunedì verranno rilasciati i dati sulla produzione industriale per la Germania, la Francia, l’Italia e UK ed il giovedì i prezzi alla produzione in USA. Seguiranno il giorno dopo i prezzi al consumo sempre in USA.