IIL QUADRO
La settimana si apre in territorio positivo per gli indici europei dopo il recupero del mercato USA venerdì e le chiusure positive dei mercati asiatici stamane. In termini di eventi, il calendario della settimana si presenta leggero, con il piatto forte costituito dall’avvio delle negoziazioni sulla Brexit (“le negoziazioni più complicate di tutti i tempi”, secondo il segretario per la Brexit Davis).
A due settimane dalla fine di giugno, i numeri raccontano di un primo semestre estremamente soddisfacente per gli investitori, con quasi tutte le asset class che hanno consegnato performance positive. Grazie al declino dei rendimenti obbligazionari delle ultime settimane, anche gli indici obbligazionari governativi (Governativi ITA e EUR nel grafico sottostante) sono ritornati in territorio positivo da inizio anno.
Sinora nel mese di giugno i maggiori indici azionari si sono mossi in un range molto limitato (1/1,5% per S&P500 e euro stoxx), preservando i discreti apprezzamenti dall’inizio dell’anno ma colti tra due forze opposte. Da un lato il buon ritmo di crescita dell’economia globale associato a bassa inflazione e una buona crescita degli utili; dall’altro banche centrali che, seppur ben lontane dalla restrizione monetaria, appaiono intente a ritirare una larga fetta dello stimolo monetario distribuito negli ultimi anni.
Paradigmatico di questo secondo aspetto sono stati i meeting della Federal Reserve USA e della Bank of England.
– La banca centrale USA ha, come ampiamento previsto, alzato i tassi ufficiali. Il rialzo è avvenuto nonostante la Fed abbia abbassato le sue previsioni sull’inflazione per il 2017 e che la mattina del meeting i dati dell’inflazione di maggio siano usciti sensibilmente al di sotto delle attese (inflazione annuale all’1,9% contro 2% atteso e core all’1,7% contro 1,9% atteso).
– La Bank of England ha invece lasciato i tassi invariati allo 0,25%, ma il mercato è stato sorpreso da un 5-3 (5 membri favorevoli a tassi invariati, 3 membri favorevoli ad un rialzo), molto diverso dal 7-1 (un solo membro favorevole ad un rialzo) del meeting dell’11 maggio.
Con un’inflazione che, dopo il deciso aumento di fine 2016-inizio 2017, sta ritornando su livelli che non destano preoccupazione, l’azione delle banche centrali viene percepita come molto lontana dal costituire un ostacolo per i mercati finanziari. Questo è riflesso in diversi indicatori che tentano di riassumere il sentiment e le aspettative di mercato e che segnalano che queste sono decisamente bullish.
Un esempio sono i flussi degli investitori sui fondi comuni USA (su cui i dati sono molto tempestivi e rappresentativi di trend globali), dalla cui osservazione emergono due fatti:
– La seconda settimana di giugno ha visto il più grosso afflusso sui fondi azionari dalle elezioni presidenziali USA (novembre 2016);
o La ricerca di rendimento ha spinto gli afflussi sui fondi che investono in obbligazioni corporate, high yield e dei paesi emergenti sui livelli più elevati dal febbraio 2015.
LA SETTIMANA
– La settimana che si apre appare molto leggera in termini di eventi potenzialmente rilevanti per il mercato. Nessun dato di rilievo è atteso negli USA, mentre nell’area euro verranno rilasciati i primi indici di fiducia relativi al mese di giugno.
– Settimana importante invece in Gran Bretagna. Oggi a Bruxelles avranno inizio le negoziazioni sulla Brexit e mercoledì dovrebbe tenersi il tradizionale discorso della regina che inaugura il nuovo governo (in particolare contiene la lista delle leggi che il nuovo governo intende passare in parlamento). Data la debolezza del primo ministro May, non è sicuro che questo appuntamento non rappresenti un ostacolo. Sul tema delle negoziazioni sulla Brexit ieri il ministro del tesoro Hammond in un’intervista televisiva ha usato toni molto morbidi e sensibilmente diversi da quelli del PM May.