IL QUADRO
Dopo diversi mesi in cui le mosse della nuova amministrazione USA hanno costituito il principale carburante per i movimenti di mercato, non vi è dubbio che il focus è decisamente passato al di qua dell’oceano. La settimana è stata dominata dal flusso di notizie sulle elezioni francesi, con i rendimenti a breve tedeschi spinti ulteriormente in territorio negativo record dall’assottigliamento dello svantaggio della Le Pen sui candidati alternativi Macron e Fillon. La sensazione di stress non si è spinta molto oltre il mercato obbligazionario, dal momento che i mercati azionari hanno navigato tranquillamente sino a venerdì, quando un calo pronunciato ha determinato una chiusura settimanale negativa per i maggiori indici.
Nella settimana corrente è possibile che il focus ritorni negli USA, dove martedì è atteso il discorso di Trump al Congresso, con il mercato che si aspetta chiarezza sull’agenda di politica economica. Il piano di taglio delle tasse e di investimenti in infrastrutture sono i temi più attesi.
RENDIMENTI TEDESCHI E SONDAGGI FRANCESI
Nel corso del settimana i rendimenti a breve tedeschi hanno superato di slancio i minimi storici di fine dicembre (bund 2y a -0,8%), raggiungendo nuovi minimi in area -0,95%. Vi sono una serie di fattori tecnici che mantengono i rendimenti tedeschi a breve in territorio pesantemente negativo e ben al di sotto del tasso di deposito BCE (-0,40%), ma è indubbio che il fattore FTQ (flight-to-quality, fuga verso la qualità) abbia avuto un grosso peso nel calo dell’ultima settimana. I titoli tedeschi sono particolarmente appetibili in tempi di stress di mercato a causa dei seguenti attributi: (a) alta liquidità, (b) elevato merito di credito e (c) bassa volatilità. Questi attributi sono condivisi con quelli francesi, ma il dibattito emergente sui rischi delle elezioni presidenziali (scenario di rischio: vittoria Le Pen –> Frexit -> ridenominazione assets francesi) sta apparentemente inducendo gli investitori a discriminare tra i due. Non vi sarebbe da sorprendersi se nelle prossime settimane, a fronte di sondaggi che mantengono viva la possibilità di una vittoria della Le Pen, si assistesse ad un ulteriore calo dei rendimenti tedeschi a breve scadenza.
LA SETTIMANA
– Nel corso della settimana prossima verranno pubblicati i dati definitivi sull’indice PMI dell’Eurozona e i dati sulla fiducia dei consumatori, ma l’attenzione sarà concentrata sui dati preliminari di febbraio dei prezzi al consumo nell’area euro. L’inflazione annuale headline è attesa all’1,9%, poco sotto il target della BCE, mentre per l’inflazione core (depurata dalle componenti più volatili) il consensus si attende una stabilità allo 0,9%, elemento che evita di mettere pressione alla BCE.
– Negli Stati Uniti il dato macro più rilevante sarà l’indice ISM di febbraio, che è atteso rimanere sui livelli elevati (56) raggiunti a gennaio. Il focus sarà sul presidente Trump e sul suo State of the Union speech al Congresso. Durante il fine settimana, la stampa USA riporta che su alcune aree, che sono stati cavalli di battaglia elettorale, non vi saranno novità: su medicare per mancanza di valide alternative, sulla border adjustment tax (un altro nome per i vecchi dazi/tariffe sulle importazioni) per le preoccupazioni espresse dalle imprese USA. Vi sarà un aumento delle spese militari finanziato attraverso una diminuzione delle risorse di agenzie come l’EPA (agenzia per la protezione dell’ambiente). In mancanza di altre misure il rischio è che l’impatto della nuova politica economica sarà rinviato al 2018.