ha scatenato il mondo del web dopo il video (11.000 visualizzazioni su Facebook) girato dal sindaco di Chiusi che ha portato gli spettatori direttamente in un campo preso d’assalto. Cacciatori e agricoltori hanno condiviso il pensiero del sindaco e hanno chiesto di intervenire con urgenza per risolvere la situazione.
“Chi fa le leggi non ha capito che noi viviamo di agricoltura – dichiara Giuseppe Trettel agricoltore – e che siamo arrivati all’esasperazione. Apprezzo molto quello che ha fatto il sindaco di Chiusi e condivido che l’unica soluzione sia organizzare le braccate con le squadre cinghialare. Il sindaco di Chiusi ha capito il nostro problema perché viene dalla campagna e spero veramente che riesca a darci una mano. I danni sono d’avanti agli occhi di tutti, dobbiamo intervenire subito.”
“Il prossimo anno non coltiverò più mais – dichiara Emanuele Furlani agricoltore – perché la gestione dei cinghiali non è più sostenibile. Ho paura che, se non organizzeremo le braccate, molto presto arriveremo ad una quantità talmente elevata di cinghiali che non sarà possibile contenerla in nessun modo. Dobbiamo intervenire adesso e risolvere la situazione.”
“Se la situazione non si risolverà nel più breve tempo possibile – dichiara Vanni Frigo – sono certo che gli agricoltori si arrangeranno per conto proprio perché la situazione è diventata insostenibile. Personalmente farei meglio a smettere perché sono pieno di debiti e non penso che sia intelligente continuare a lavorare solo per dare da mangiare a branchi di cinghiali. Organizzare le braccate è l’unica soluzione anche perché i danni di adesso sono niente se paragonati a quelli che avremo nella fase del raccolto.”
Il mondo dell’agricoltura e quello della caccia sono, quindi, pronti alla mobilitazione. “Noi chiediamo – afferma il sindaco di Chiusi, Juri Bettollini -, che il metodo della braccata sia garantito perché uno dei più incisivi per garantire l’equilibrio tra il numero dei cinghiali sostenibili e gli interessi degli agricoltori che devono poter tornare a godere del proprio lavoro costato passione e sudore. Se entro la metà del mese di agosto qualche cosa non sarà cambiato organizzeremo a Chiusi la più grande manifestazione contro l’attuale applicazione del disciplinare che la provincia di Siena abbia mai visto.”